Zaccone esclusivo: “Le accuse di Perna? Adirò le vie legali”

Uno attacca, l’altro risponde. I protagonisti di questa vicenda sono due personaggi che i messinesi conoscono bene e, i cui volti, sono all’ordine del giorno in prima (o seconda o terza pagina). Si tratta dell’ormai ex assessore Tonino Perna, spogliatosi della propria veste istituzionale, ufficialmente, circa due settimane fa e del presidente dei revisori dei conti, Dario Zaccone. Quest’ultimo è stato “accusato” dal docente universitario che ha fatto parte della giunta Accorinti, di aver avuto, negli ultimi mesi, un comportamento ostruzionista nei riguardi degli atti deliberativi prodotti dall’Esecutivo di Palazzo Zanca.

Perna mette nero su bianco il proprio pensiero, pubblicandolo su Il Manifesto, in un pezzo dal titolo “ Come si affossa una giunta”. Per l’assessore dimissionario, il vertice del collegio, non avrebbe agito in modo libero; il professionista non sarebbe scevro di condizionamenti terzi. Al contrario, Zaccone, stando alle parole dell’autore dell’articolo, dal famoso ritorno sulla scena dell’onorevole Francantonio Genovese, avrebbe totalmente “cambiato atteggiamento”. Il legame tra il parlamentare e il revisore dei conti? Quest’ultimo sarebbe “commercialista e consulente di alcune imprese che fanno capo all’impero di Francantonio Genovese, uno degli uomini più ricchi della Sicilia”, si legge.

Raggiunto telefonicamente, il professionista ha commentato: “Capisco il motivo per cui si è dimesso, perché non sa di cosa parla. (Con queste parole) Ha riconosciuto di non sapere neanche cosa succede nell’amministrazione”. Le esternazioni di Perna vengono bollate dal destinatario delle accuse come “sciocchezze”, rispetto alle quali “si assumerà le responsabilità del caso come noi ci assumiamo le responsabilità di ciò che scriviamo nei nostri pareri”, commenta. Sostiene di avere difficoltà a comprendere quale sia la ratio di certe parole basate sulle “sue poche conoscenze di fatti e circostanze. L’assessore -che forse ho visto in tutto due volte in tutto il mio mandato e, le assicuro, sono quasi quotidianamente al Comune- non sa cosa dice”. E allora perché lo avrebbe detto?

Non lo so”, risponde Zaccone. “Forse per tenersi buona la sua parte politica, o il suo elettorato. Io davvero non lo so. Non capisco per quale ragione lo faccia; forse solo perché ignora: dice cose talmente contrarie alla verità”. Cose che hanno una eco non da poco e che suonano piuttosto violente nei confronti della credibilità dell’intero collegio e per questo il presidente afferma che certamente adirà le vie legali anche a difesa dei colleghi. “Attribuisce a me un ruolo che non ho. Io sono presidente di un organo collegiale e quindi che si voglia attribuirmi chissà quale retropensiero o comportamento finalizzato chissà a cosa piuttosto che gestito chissà da chi è veramente un fatto offensivo. Ho 22 anni di professione alle spalle oltre a quelli dei colleghi”, commenta ancora il professionista che conclude: “Tra l’altro i documenti poi dimostrano l’esatto contrario di quello che l’assessore dice. Ma questo poi lo spiegherà lui nelle sedi opportune”.

 

@EleonoraUrziMondo

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