LIQUIDAZIONE DI MESSINAMBIENTE: UNA “ DISCARICA DI REAZIONI”

 

“Buzzanca passerà alla storia come il liquidatore della città di Messina”. Queste le parole di Giuseppe Grioli, segretario cittadino del Pd, nei confronti di un sindaco che, a detta dell’esponente del PD, sta agendo contro la sua città. Dunque, dopo lunghe attese, anche MessinAmbiente è stata messa in liquidazione.

Il primo cittadino, una volta presa la decisione ha dichiarato: “Non potevamo fare altrimenti perché la situazione era arrivata ad un punto assai complesso. Ma questo passaggio non deve preoccupare la città, perché il servizio di raccolta dei rifiuti continuerà regolarmente, così come devono stare tranquilli i dipendenti perché i livelli occupazionali saranno garantiti. Aspettiamo che la Regione prepari la gara per l’affidamento del servizio, a quel punto tutto sarà più chiaro. Avevamo pensato al trasferimento dell’inceneritore, valutato 15 milioni di euro, ma le procedure sono troppo lunghe”.

Armando Di Maria, passato da amministratore unico di MessinAmbiente  a commissario con il compito di gestire la liquidazione di una società con 520 dipendenti, spera che questo passaggio, giudicato  necessario viste le immense spese che la società era costretta ad affrontare, possa essere da scossa per tutti.

Naturalmente, i commenti da parte dei sindacati non si sono fatti attendere dicendo che: “esprimono forte perplessità e preoccupazioni in merito alla decisione della messa in liquidazione di MessinAmbiente” e chiedono un immediato incontro all’amministratore unico di Messinambiente e al sindaco. “Occorre fare chiarezza, in ordine alla situazione economica finanziaria dell’azienda – anche con riferimento ai finanziamenti stanziati dalla regione Sicilia per ripianare i debiti – garanzia dei livelli occupazionali dei lavoratori e del mantenimento del servizio di igiene ambientale all’utenza”.

I  sindacati toccano un passaggio procedurale su cui rischia di innescarsi una ulteriore polemica. “La decisione della messa in liquidazione della azienda cittadina dovrebbe essere assunta dal consiglio comunale. Ricordiamo che l’Aula ha votato un ordine del giorno per il mantenimento dell’azienda pubblica. Chiediamo pertanto l’immediata convocazione del Consiglio Comunale” hanno dichiarato Clara Crocè segretario generale della Fp Cgil, Carmelo Pino responsabile del settore e Silvio Lasagni, segretario generale della Uil Trasporti.

Altrettanto rapida è stata la replica di Buzzanca: “Non c’è bisogno del passaggio in Consiglio, la liquidazione non è una scelta politica, ma un semplice procedura tecnica dovuta ai conti della società”.

“Avevamo già denunciato come la morte cerebrale fosse stata decisa un paio di anni fa quando non si era proceduto alla ricapitalizzazione e alla ricerca del socio privato” ricorda il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese,  che poi sottolinea come ancora troppe ombre vi siano su questa società. “Come – spiega – la silenziosa uscita di scena dell’avvocato Dalmazio e le scelte organizzative e funzionali che avrebbero consentito risparmi considerevoli non dovendo soggiacere alla discarica di Mazzarrà. Chiediamo – conclude Genovese – di conoscere la verità e di vedere le carte e i conti”.

Giuseppe Grioli ha poi rincarato la dose nei confronti di Buzzanca: “In nessuna città d’Italia un sindaco avrebbe portato a morire un’azienda pubblica che gestisce lo smaltimento del ciclo dei rifiuti dal momento che essa è titolare di concessioni per realizzare impianti per la separazione e la biostabilizzazione.  A Messina questo può succedere. Il sindaco bloccando irrazionalmente (non comprendiamo le ragioni) la realizzazione di quegli impianti ha fermato un processo che avrebbe portato la città a divenire progressivamente sempre più autonoma dalla discarica di Mazzarrà. Infatti gli impianti di separazione e biostabilizzazione una volta entrati a regime avrebbero assicurato al Comune di Messina un risparmio di circa 6milioni di euro costo che oggi dobbiamo sopportare per pagare il trasporto alla discarica di Mazzarrà ed il costo dovuto a Tirreno Ambiente”. (SIRO BIZZI)

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