ASSEGNAZIONE BENI SEQUESTRATI ALLA MAFIA: IL COMUNE INIZIA DA UN APPARTAMENTO DEL COGNATO DI SPARACIO, ANCORA CHIUSA LA MEGAVILLA DI MICHELANGELO ALFANO

 

Ridare alla cittadinanza un bene sottratto alla mafia. Con questo intento si cercano dei nuovi destinatari di un appartamento, al piano terra dell’isolato 22  di via Roosevelt, pal. 1, tra la Villa Dante e il Viale La Farina consegnato al Comune nel maggio dello scorso anno. L’appartamento era in uso a Letterio Sollima, cognato del boss Luigi Sparacio, di cui aveva sposato la sorella. Una casa modesta, in  una palazzina ubicata in una tipica palazzina popolare della prima metà del 900, composta da ingresso, cucina, soggiorno, due camere, disimpegno e servizio igienico.

Il termine  per la presentazione delle istanze per la concessione, a titolo gratuito, scadrà alle ore 10 di lunedì 27 febbraio. Il bando, consultabile all’Albo Pretorio, sul sito ufficiale del Comune o su www.cittadimessina.it al link News, è rivolto esclusivamente a comunità, enti, associazioni, organizzazioni di volontariato iscritte all’Albo dell’assessorato regionale Enti Locali o a cooperative sociali ed associazioni ambientaliste, che promuovono la cultura della legalità, dei principi della Costituzione ed il contrasto alla criminalità organizzata, e utilizzato per finalità sociali.

Questo appartamento era stato consegnato al Comune lo scorso maggio assieme ad un altro bene immobile sequestrato alla mafia, di ben altro valore: una megavilla con piscina e vista sul mare a Rodia, in contrada Marmora, appartenuta  al boss Michelangelo Alfano,  considerato anello di congiunzione tra Cosa Nostra e la mafia messinese, morto suicida nel 2005, e che avrebbe ospitato anche Totò Riina, durante il suo periodo di latitanza. Sequestrata nel 2002, venne assegnata al Comune solo dopo 9 lunghi anni, che certamente ne hanno deteriorato la struttura.

Sono attualmente otto i beni confiscati alla mafia ed assegnati al Comune di Messina, in attesa di trovare una nuova utilizzazione per il bene della collettività… e non dei “colletti”.

 

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