VENERDI SANTO A MESSINA “I VARETTI”

La processione, quest’anno caratterizzata dal passaggio-omaggio a Sant’Eustochia, ha preso il via dalla chiesa “Nobili Arciconfraternite di Ns. Dama della Pietà degli Azzurri e della Pace dei Bianchi”, più conosciuta come Nuovo Oratorio della Pace, per proseguire quindi in via XXIV Maggio, via E. Martinez, corso Cavour, via T. Cannizzaro, via Garibaldi, via I Settembre, piazza Duomo, dove S.E. l’Arcivescovo La Piana ha impartito la benedizione, quindi via Oratorio S. Francesco, con la caratteristica corsa “a’nchianata di Varetti”, via XXIV Maggio e rientro in chiesa, seguito dalla consueta distribuzione dei pani di cena ai portatori. Domani sabato 7, alle 11.30, al Nuovo Oratorio della Pace, saranno distribuiti i fiori che hanno addobbato le Barette, per essere offerti ai defunti ed infine l’otto aprile, domenica di Pasqua, alle 11, nella Basilica Cattedrale, l’Arcivescovo celebrerà la S. Messa Pontificale, nel giorno della Risurrezione del Signore. Le origini della processione si fanno risalire al XV secolo, periodo della presenza spagnola, e sin dalla sua prima apparizione fu considerata la più importante manifestazione religiosa pasquale a Messina. Il termine Barette trova riferimento nelle origini del corteo religioso, poiché erano portati a spalla un’immagine dell’Addolorata, un simulacro di bara con il Cristo morto, seguito da altre piccole bare. Fu nel 1610 che la Confraternita dei Bianchi deliberò di promuovere una processione con statue rievocative la Passione di Cristo. Essa si svolgeva nella notte del Giovedì Santo, alle “due ore di notte”, le 21 attuali, e venivano portate in processione una statua dell’Addolorata, una grande croce seguita da cinque bare rappresentanti i misteri dolorosi, un feretro di cristallo con un Cristo morto e la bara della Santa Spina portata a spalla dai padri Domenicani. Il terribile terremoto del 1783 impose una sosta sino al 1793, quando venne ripresa con notevoli sacrifici. Nel 1801 la processione venne spostata al Venerdì Santo e negli anni successivi si arricchì di nuove Barette, come la Caduta e l’Ultima Cena. Nuovamente un terremoto (nel 1908) interruppe la Processione per quattordici anni e ne distrusse alcuni gruppi statuari. Ripresa nel 1923, venne nuovamente interrotta nel 1940, a causa della guerra. I gruppi statuari ospitati nella chiesa del SS. Salvatore, vennero restaurati e la Pasqua del ’45 sancì la ripresa della processione con un percorso che toccava via Porta Imperiale e via N. Bixio. Nel 1950, dopo una permanenza biennale nella chiesa di S. Caterina Valverde, le barette vennero sistemate nel Nuovo Oratorio della Pace, l’odierna sede, da dove ogni anno si avvia la processione. Frattanto con gli anni la Confraternita dei Bianchi, fusasi nel 1971 con quella di S. Basilio degli Azzurri, non poté più far fronte all’organizzazione della Processione. Risposero prontamente i Battitori, eredi degli antichi custodi, e dal 1994 la Confraternita SS. Crocifisso, subentrò nell’organizzazione della Processione.

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