IL DOPPIO INCARICO DI BUZZANCA: L’ARS DECIDE SULL’INCOMPATIBILITA’…DOPO QUATTRO ANNI

 

Buzzanca ha dieci giorni di tempo per optare su quale incarico mantenere. Finisce dopo quattro anni dalle ultime elezioni la vicenda del “doppio incarico”. Con voto segreto, l’Ars ha stabilito l’incompatibilità del deputato regionale Giuseppe Buzzanca (Pdl) che adesso ha dieci giorni di tempo per optare tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di Messina. Sui 43 parlamentari presenti a sala d’Ercole, 38 hanno votato a favore dell’incompatibilità, 3 i contrari e un astenuto. In prima battuta in aula era mancato il numero legale.

Tecnicamente i parlamentari erano chiamati a esprimersi sulla relazione approvata a maggioranza della commissione verifica poteri secondo la quale le due cariche erano compatibili; dunque il voto contrario dell’aula che, a maggioranza, ha respinto la relazione, ha di fatto dichiarato l’incompatibilità di Buzzanca. “Dichiaro la sussistenza dell’incompatibilità tra la carica di deputato regionale e quella di sindaco di Messina ricoperte da Buzzanca – ha detto il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, subito dopo il voto – Buzzanca adesso ha dieci giorni di tempo per optare, spirato questo termine, in assenza di una decisione, lo stesso Buzzanca sarà dichiarato decaduto da questo Parlamento”.

L’avvocato Antonio Catalioto, che aveva presentato ricorso contro il doppio incarico, subito dopo la decisione dell’Assemblea regionale ha precisato che “vista la sentenza del tribunale di Palermo dello scorso 18 aprile, che l’ha dichiarato decaduto da deputato regionale, Buzzanca non può scegliere cosa fare, deve per forza optare per restare sindaco di Messina”.

Se sarà così, al suo posto all’Ars subentrà il primo dei non eletti della lista del Pdl a Messina, Antonio D’Aquino, che su questa vicenda ha avviato un ricorso in Tribunale.

Rispetto alla prima votazione, in aula si sono ripresentati tutti i 24 deputati del Pd, a eccezione di Giuseppe Picciolo, assente giustificato perchè in congedo. L’unico tra i parlamentari ad avere votato la prima volta e a non essersi presentato al secondo tentativo è stato il capogruppo del Pid, Rudy Maira. Assente, anche in questo caso, l’intero gruppo del Pdl.

Ai 35 deputati della prima votazione si sono dunque aggiunti i deputati: Mario Bonomo (Mps), Giovanni Cristaudo (Mps), Giovanni Greco (Mps), Riccardo Savona (Mps), Nunzio Cappadona (Mpa), Paolo Colianni (Mpa), Dino Fiorenza (Misto), Mario Parlavecchio (Mpa) e Francesco Mineo (Grande Sud).

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