GIORNALI E MEMORIA: DOPO 200 ANNI TORNA LA GAZZETTA BRITANNICA, EDITA IN EPOCA RISORGIMENTALE

 

 

Dopo otto anni di ricerche in Italia e all’estero, Patrizia De Salvo, ricercatrice di Storia delle istituzioni politiche presso la Facolta’ di Scienze Politiche dell’Universita’ degli Studi di Messina, e’ riuscita a ricomporre quasi completamente la collezione della ”Gazzetta Britannica”, il bisettimanale edito a Messina dal 1808 al 1814.

Si tratta del primo giornale strutturato edito in Sicilia (con uscite puntuali il mercoledi’ e il sabato, generalmente ”un’ora prima di mezzogiorno”) che veniva distribuito anche a Palermo, a Malta, in Calabria e a Napoli, oltre che in Inghilterra. E’ considerato l”’incunabolo” del giornalismo siciliano in quanto fu il primo a divulgare il dibattito politico sulla formazione delle leggi nel Parlamento siciliano e nello scacchiere euromediterraneo e a contribuire alla formazione di un’opinione pubblica. Un lavoro di enorme importanza (una collezione completa oggi risulta introvabile) considerato che, secondo lo storico Giorgio Spini, la ”Gazzetta Britannica, soprattutto per i contenuti delle annate 1812-1814, merita un posto nella storia della formazione della coscienza liberale italiana del Risorgimento”.
L’Assemblea regionale siciliana, in occasione delle celebrazioni del Bicentenario della Costituzione siciliana del 1812 (la redazione della ”Gazzetta Britannica” segui’, con la pubblicazione dei lavori parlamentari, l’iter formativo della Carta siciliana), ha messo on line (www.ars.sicilia.it) tutti i numeri raccolti dalla prof.ssa De Salvo affinche’ siano disponibili alla consultazione non solo degli studiosi, ma anche delle giovani generazioni che, rileggendo quelle pagine, espressione di liberta’ e di spirito critico, vogliano recuperare oggi la voglia di partecipare attivamente alla vita delle istituzioni che e’ il ”sale” della democrazia.

Con lo stesso obiettivo l’Ars lancia un appello per l’individuazione dei fascicoli mancanti: i numeri dall’1 all’8 del 1808, e i numeri 10 e 25 del 1812. Chi dovesse possederli potrebbe scrivere a [email protected] consentendo che siano fotografati e messi on-line: sarebbe un contributo importante per la ricostruzione completa dell’opera.   

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