BUZZANCA FUORI DALL’ARS: IL CGA RIGETTA L’ULTIMO RICORSO, IN POLTRONA CORRE D’AQUINO (MPA)

 

Buzzanca, ultimo atto. Oggi dovrebbe lasciare definitivamente per questa legislatura (ormai agli sgoccioli) lo scranno di deputato all’Assemblea regionale dopo che il CGA (consiglio di giustizia amministrativa) ha emanato ieri (21 giugno) il decreto n.336 con cui rigetta la richiesta di sospensione dell’ordinanza del Tar Palermo e della delibera dell’Assemblea regionale che lo scorso 12 giugno aveva dichiarato l’incompatibilità di Buzzanca.

Ecco la motivazione contenuta nella sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa presieduto da Riccardo Virgilio: “Ritenuto che l’adozione del provvedimento cautelare d’urgenza  presuppone l’esistenza di una situazione a effetti irreversibili ed irreparabili tale da non consentire neppure di attendere il tempo intercorrente tra il deposito del ricorso e la prima camera di consiglio utile,  che nella fattispecie  è calendarizzata per il prossimo 11 luglio 2012; che tale pregiudizio non acquista nell’intervallo anzidetto i caratteri della irreversibilità ed irreparabilità…. per queste motivazioni respinge l’istanza”.

L’ultimo ricorso contro la dichiarata incompatibilità del doppio-incarico era stato presentato al Cga lo 13 giugno dal legale di fiducia del sindaco, Marcello Scurria, che ha tentato di far valere i dettami di una legge regionale del 2009 che  prevedeva l’applicazione dell’incompatibilità solo dopo il terzo grado di giudizio.

Sulla incostituzionalità della legge regionale si era espressa nel 2010 la Suprema Corte, tanto che tutti gli altri casi di “doppio-incarico” erano stati così chiariti. L’unico caso ancora in via di definizione era quello di Buzzanca, che ha sempre continuato a “rivendicare” la sua “doppia-elezione”, passando sopra tre sentenze della Corte Costituzionale, una del Tribunale di Messina, confermata in appello, e  le decisioni del tribunale di Palermo e del Tar.

Intanto scalda i muscoli Antonio D’Aquino primo dei non eletti nella lista Pdl, oggi Mpa, che finalmente potrà, anche se per poco, raggiungere la Sala D’ercole e sedere nella tanto agognata poltrona di deputato.

A rallegrarsi con lui, visto l’esito della vicenda, l’avvocato Antonio Catalioto, adesso pronto a chiedere un risarcimento nei confronti della Commissione regionale per la verifica dei poteri per tutti i danni patrimoniali causati dall’aver ritardato di un anno il proprio adempimento.

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