EROSIONE DI CAPO-PELORO: INTERVIENE IL WWF E LA REGIONE “BOCCIA” GLI INTERVENTI “TAMPONE” DEL COMUNE

 

Decisione regionale indigesta per l’assessore Pippo Isgrò che dopo le mareggiate autunnali, che hanno avuto effetti disastrosi erodendo parte della costa, aveva chiesto la possibilità di spostare nell’ambito della stessa spiaggia il materiale dragato all’interno del Canale degli Inglesi ed accumulato ormai da diversi anni.  Ma la “riserva naturale” non si tocca, e il Comune non può rescindere dalla competenza in materia dell’Ente gestore della riserva e del Corpo Forestale della Regione siciliana.

A rimanere “insabbiata” quindi solo l’idea partorita dall’Amministrazione per “tamponare” almeno per la stagione estiva, la situazione di disagio e pericolo per quelli che, malgrado tutto, non rinunceranno a raggiungere le spiagge della costa tirrenica di Capo Peloro.

Una ipotesi che Isgrò aveva formulato ad aprile, a conclusione di un tavolo tecnico con il prof. Giovanni Randazzo, docente di geologia ambientale, insieme al dott. Giuseppe Zaffino, entrambi del dipartimento Scienze della terra dell’Ateneo peloritano; con il prof. Giuseppe Lo Paro, direttore del dipartimento di biologia marina ed animale dell’Università di Messina e con la dirigente comunale del water front, arch. Maria Canale, dove comunque era stato evidenziato che non era da ritenere opportuno eseguire alcun intervento di difesa sistemica dell’area, senza un adeguato periodo di studio.

Ma a fornire pareri decisamente negativi sulla prospettiva del “ripascimento – tampone” sono giunte le note del WWF Sicilia e dell’Associazione Mediterranea per la Natura, che hanno convinto il Dipartimento Regionale Ambiente, a non avallare l’ ipotesi di utilizzare depositi di sovra sedimentazione per tamponare stagionalmente i danni eccezionali provocati dalle mareggiate verificatesi nel periodo autunno 2011-inverno 2012.

Ieri, infatti, a firma del dirigente generale, Giovanni Arnone, il dipartimento regionale ha comunicato al Comune di Messina l’inammissibilità di interventi di ripascimento costiero, con l’utilizzo della matrice sabbiosa accumulata ai margini degli argini del “Canale degli Inglesi” per la riserva naturale “Laguna di Capo Peloro”.

Il Dipartimento regionale richiama poi una precedente nota ARTA 6179/12 avente “come oggetto similari interventi di prelievo della matrice sabbiosa accumulata nel “Canale degli Inglesi”, con la quale si emanarono le proprie osservazioni di merito, ed adempimenti da eseguirsi per il tramite dell’Ente gestore della riserva e del Corpo Forestale della Regione siciliana.

“Dall’esame di quanto osservato dalle associazioni esponenti, sui pregressi interventi urbanistici ed opere marittime portuali realizzate a modifica della linea di costa dell’area di Capo Peloro, alla consequenziale alterazione dei meccanismi idrodinamici marini, fluviali, che hanno generato le cause o accelerato i fenomeni naturali di erosione del piano litorale costiero, prosegue la nota dell’assessorato regionale – si condividono le valutazioni logiche e le considerazioni di carattere ambientale e tecnico. Per quanto sopra si reitera quanto delineato con nota ARTA 6179/12 e si rappresenta che ogni eventuale intervento o progetto, che interessi direttamente o indirettamente l’area protetta dovrà essere conforme nei processi di valutazione e modalità di esecuzione a quanto disciplinato dal regolamento di usi e divieti della riserva naturale. La nota produce effetti unicamente per quanto concerne le disposizioni contenute ai sensi del regolamento di usi e divieti della riserva naturale “Laguna di Capo Peloro” e non sostituisce le autorizzazioni derivanti dall’applicazione di altre norme e regolamenti, in particolare della normativa in materia di Pianificazione urbanistica e Tutela del Territorio, del Paesaggio, tutela delle Acque e del Suolo, nonché degli adempimenti di cui alle norme comunitarie 92/43 e 79/409 CEE e del DPR 357/97.”

Alla luce di quanto pervenuto l’assessore alle politiche del mare, Pippo Isgrò, ha evidenziato “il pericolo che la non attuazione di alcun intervento, potrà compromettere la salvaguardia della linea di costa con le presenze storico-artistiche.”

Proprio, per ricercare soluzioni possibili e condivise, nei prossimi giorni si cercherà con gli esperti ed i tecnici un confronto con il dipartimento regionale.

Nel tratto di fronte all’Horcynus Orca, alla Guardia Costiera ed alla Torre degli Inglesi le mareggiate invernali hanno scoperto i muri di delimitazione del vecchio padiglione del “tiro a volo” e di altre strutture antiche, che oppongono una reazione rigida alla naturale azione delle onde primaverili ed estive, impedendo alla spiaggia di ritornare a posto naturalmente. Proprio con questa logica, sia per proteggere le importanti strutture retrostanti e sia per restituire ai messinesi un tratto di arenile, l’Amministrazione aveva ritenuto utile proporre un intervento di spostamento all’interno della spiaggia di materiale accumulato per ricoprire le strutture di calcestruzzo recentemente portate alla luce.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it