LOMBARDO SI E’ DIMESSO, MA A “CONTI FATTI” LA SICILIA RISCHIA IL DEFAULT E I POLITICI SONO GIA’ “IN CORSA”

 

Promessa mantenuta. Ma solo in parte. Infatti sono arrivate le dimissioni, ma Monti non riceverà l’atteso si sulla “spendig review” dal momento che i deputati siciliani non hanno rischiato di votare una manovra che prevedeva tra le altre cose tagli al personale della regione e altre misure di risparmio , a ridosso di una campagna elettorale in vista del voto del 28 e 29 ottobre, tutt’altro che facile.

Le dimissioni di Lombardo sono arrivate nel tardo pomeriggio di ieri, durante il suo intervento in aula, salutato da un applauso, breve, dei deputati regionali dell’Ars .

Il suo discorso “di addio” è durato una ventina di minuti in cui ha sì spiegato il perché delle dimissioni ma ha anche dato indicazioni su una possibile piattaforma politica “per gli uomini liberi e forti”.

Sala d’Ercole adesso riaprirà soltanto il prossimo 9 agosto alle undici del mattino, per eventuali impegnative del commissario di Stato sulle norme approvate dall’Assemblea in merito all’assestamento tecnico, al culmine di una giornata frenetica a Palazzo dei Normanni .

I deputati infatti sono stati chiamati ad approvare l’assestamento di Bilancio ed hanno bloccato il maxiemendamento sulla spending review finendo per approvare una norma priva di quelle misure che la delegazione del governo siciliano aveva presentato al presidente Monti.

La regione, già declassata da Moody’s, ha debiti per 5,4 miliardi e lo stesso assessore all’Economia Gaetano Armao aveva detto: “Senza spending review aumenta il rischio default” : la norma in discussione prevedeva tagli per 150 milioni già nel 2012 e 300 milioni a partire dal prossimo anno.

Adesso il primo provvedimento legislativo, dopo le nuove elezioni, potrà arrivare per i primi di dicembre e una prima approvazione dell’Ars avrebbe di certo rassicurato tutti.

Per la Sicilia è la seconda volta in 7 anni che un presidente lascia anticipatamente: Lombardo, eletto nella primavera del 2008, è stato in carica 1.570 giorni e aveva preso il posto di Totò Cuffaro, suo ex alleato politico, andato a casa anticipatamente perché condannato per aver favorito la mafia. Anche Lombardo si è trovato coinvolto nelle indagini della procura antimafia di Catania che con l’inchiesta Iblis ha svelato i rapporti tra la mafia, certe imprese catanesi e la politica.

È da lì che parte Lombardo per spiegare il senso delle sue dimissioni annunciate e “maturate quattro mesi fa”: “In un momento del genere, in un momento di crisi, è necessario che il presidente della Regione possa esercitare appieno le sue prerogative, che non sia indebolito nel suo ruolo. Per me purtroppo non è così dal 29 marzo 2010 a causa della mia vicenda giudiziaria, giocata abilmente sul piano mediatico con una ben orchestrata fuga di notizie, mentre nei fatti al governatore non è stato consentito dopo due anni e quattro mesi di essere interrogato”.

E poi ha spiegato: “Per ben tre volte la pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione. Non solo non è stato disposto, ma non è stato nemmeno chiesto un rinvio a giudizio. Da cittadino semplice, libero dalla mia carica, avrò il diritto e il dovere di far conoscere ai cittadini la verità sull’indagine. Così si potrà mettere in discussione una sentenza già emessa e pubblicizzata”.

Una vicenda giudiziaria  che è solo un aspetto di una complessa vicenda politica: Lombardo rivendica di aver fatto emergere le difficoltà dei partiti tradizionali che “non sono capaci di dare delle risposte”. E poi parla di attacco da parte dello Stato centrale alle prerogative autonomistiche in nome del centralismo: «Se continuano a dirci che siamo brutti, sporchi e cattivi, che abbiamo i conti in disordine, che spendiamo male, che siamo un peso, che ci stiamo a fare insieme in Italia? Tanto vale che ci si separi consensualmente. Penso all’isola di Malta ad esempio che riesce anche ad offrire importanti opportunità economiche, una tassazione agevolata. È un modello per molti aspetti. Mi auguro che dopo di me la Regione abbia un interlocutore forte che faccia i conti con lo Stato e recuperi lo spirito pattizio. Oggi questo spirito è sfumato, come dimostra anche la vicenda del commissario dello Stato che non ha mai impugnato le leggi dello Stato: vigila solo sulle nostre cose”.

L’ormai ex presidente ha presentato ai giornalisti due nuovi assessori nominati nelle ultime ore : Lombardo resterà in carica per l’ordinario, ma di fatto ha delegato tutto al vicepresidente Massimo Russo. 

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