MESSINA, LA CITTA’ “AMATA” DAL PUNTERUOLO ROSSO

 

Se non avessimo la tragica consapevolezza che il Comune di Messina è sull’orlo del baratro economico-finanziario, sarebbe il caso di promuovere un class action per ottenere un sacrosanto risarcimento relativo all’abbattimento di tutte le palme pubbliche e private, attaccate dal punteruolo rosso. L’ing. Tignino, serissimo professionista, ha sollecitato più e più volte l’Assessore Amata perché spendesse gli 85 mila euro assegnati per affidare il Servizio di prevenzione e controllo del terribile insetto capace di modificare, imbruttendolo, il paesaggio urbano della nostra città. Ma con argomentazioni speciose l’Assessora non ha assolto ai suoi compiti, facendo marcire il problema e le palme antistanti al Circolo Talatta, a Piazza Piacentini, alla via T. Cannizzaro e alla via C. Battisti. Dice indignato Tignino. “Inerzia e incuria dell’Amministrazione comunale hanno determinato un gravissimo danno. E, volete sapere qual è la scusa accampata? La mancata autorizzazione all’utilizzo di prodotti a base di Clorpirifos–metile, autorizzazione concessa dal Ministero competente già a marzo scorso.”

A questo punto perché non promuovere una azione legale collettiva solo nei confronti dell’ex Assessora Amata, pretendendo magari un articolato e pubblico risarcimento morale? (ADELE FORTINO)

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