CONSEGNATI I PREMI COLAPESCE TRA IL RICORDO DELLE VITTIME DI NASSIRYA E UN PICCOLO FUORI PROGRAMMA.

 

Ieri sera all’auditorium del Palacultura è stato consegnato il Premio Internazionale Colapesce, giunto quest’anno alla sua ventisettesima edizione. I nomi dei vincitori erano già stati resi noti il 26 ottobre e sono quasi tutti cittadini messinesi che si sono distinti in diversi ambiti culturali e sociali durante l’ultimo anno. Loro sono: Francesco Alecci, ex prefetto di Messina, Michele Ainis, costituzionalista, Antonio Metro, già preside della facoltà di Giurisprudenza, l’Istituto Comprensivo Antonello, Franco Cicero, giornalista critico cinematografico, Gigi Giacobbe, critico teatrale, Geri Villaroel, giornalista scrittore, Massimo Giacoppo, vice campione olimpico di pallanuoto e Santi Macchia, maestro sarto artigiano. La serata è stata anche l’occasione per premiare i vincitori del Premio Nazionale di Poesia Colapesce nelle due sezioni Vernacolo e Lingua. I premi sono andati rispettivamente alla poetessa  F. Guglielmo con A prumissa e al poetaA. Bruno con Amico mio.

 

Il Premio Internazionale Colapesce è promosso dal Centro Studi Tradizioni Popolari Canterini Peloritani e vuole premiare coloro i quali “si sono distinti in ogni campo rappresentando le colonne portanti della civiltà contemporanea”. Il riferimento è naturalmente al mito di Colapesce, che secondo la leggenda, decise di restare sul fondo del mare per sostenere la colonna danneggiata delle tre che reggono la Sicilia. L’edizione 2012 è stata dedicata alla memoria dei 17 militari caduti nell’agguato di Nassirya, avvenuto proprio il 12 novembre del 2003. Particolarmente toccante il momento in cui il presentatore Mino Licordari ha ricordato tra gli applausi del pubblico i nomi dei diciassette soldati caduti.

 

Da segnalare un brevissimo fuori programma avvenuto durante la parte centrale della premiazione. Il conduttore Licordari ha chiesto al Commissario Straordinario del Comune di Messina, Luigi Croce (presidente della giuria), cosa i cittadini potessero fare per aiutarlo nella faticosa impresa di sollevare le sorti economiche della nostra città. Il Commissario ha risposto, tra le altre cose, quanto sia potente l’arma che ogni cittadino ha: quella del voto. Un’arma che, secondo il commissario, negli ultimi anni non è stata usata in maniera ponderata, con le conseguenze che tutti conosciamo. L’affermazione non è piaciuta a qualcuno del pubblico che dalla platea lo ha fatto presente. Questa reazione ha colto tutti di sorpresa all’infuori dei due conduttori (Licordari e il padrone di casa Lillo Alessandro) che hanno troncato sul nascere la potenziale polemica. (FABIO BRUNO)

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