LE PRIMARIE SENZA MEGAFONO E LA BUSTA DI CROCETTA: PER CHI C’E’ POSTA?

 

Neanche gli autori di Maria De Filippi avrebbero saputo fare meglio: l’attesa, la suspance, il colpo di scena. Così gli “amici” delle primarie hanno atteso invano la busta con il nome del candidato, raccogliendo la delusione di una colazione di centro-sinistra che resta spaccata, in attesa del voto del 14 aprile che vedrà sfidarsi il renziano Francesco Palano Quero, l’ex segretario cittadino del Pd Peppe Grioli, il consigliere comunale Felice Calabrò, il professore Giuseppe Ramires in forza a Sel, Pucci Prestipino per il Centro Democratico ed Emilio Fragale, ex citymanager nella giunta Genovese. E mentre ci si interroga sulla reale adesione dell’UDC alle primarie, visto che non ci sarà un candidato centrista anche se ufficialmente D’alia ha comunicato di lasciare “libera scelta” agli elettori, la mossa di Crocetta lascia aperte almeno due interpretazioni.

La prima è la possibilità che l’atteggiamento “antiprimarie” del Governatore possa essere un atto di irriconoscenza verso il PD messinese e il suo leader Genovese, a cui deve parte del successo elettorale che gli ha consentito di scalare i vertici regionali.

Dall’altro un ulteriore indizio che, a prescindere dal candidato che verrà fuori dalle urne la prossima settimana, le logiche del potere riducano ad un “gioco” per i più piccoli il tavolo delle primarie, mentre si sta ancora decidendo il candidato sindaco su cui poi far convergere i “grandi numeri” di cui godono gli apparati di partito, Udc compreso.

Insomma, non bisogna sottovalutare le strategie di Crocetta: se ha lasciato che il suo “Ardizzone” facesse la brutta  figura del portalettere anonimo, sicuramente ci sarà qualche altro “Ardizzone” con cui proseguire il discorso politico aperto in Regione. E Genovese starà a guardare? Difatti le primarie sono anche una presa di posizione chiara, un adolescenziale conflitto con il padre-padrone del PD messinese . Ma rischiano di apparire una puntata del Truman Show. (PAL.MA.)

 

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