UROLOGIA: CONCLUSO A TAORMINA IL CONGRESSO INTERNAZIONALE

 

 

Si è conclusa oggi, 20 aprile,  all’Hotel Villa Diodoro di Taormina la Prima Edizione del Congresso Internazionale di Urologia dal titolo: “Hot topics in urology: please shoot the piano player”.

 

Nel corso della tre giorni congressuale sono stati affrontati i temi più importanti e di scottante attualità inerenti l’ Urologia. Il cancro della prostata e del rene, in primis,   ma anche le terapie più innovative e gli interventi chirurgici più recenti come le procedure laparoscopiche e mininvasive.

 

L’importante appuntamento scientifico è stato presieduto e coordinatodal Prof. Carlo Magno, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia del Policlinico Universitario di Messina. Soddisfazione è stata espressa dal prof. Magno. “ Sono felice per l’ottimo risultato raggiunto in questi tre giorni in cui i massimi esponenti dell’Urologia Italiana e straniera si sono confrontati sugli argomenti che più interessano i nostri pazienti. In particolar modo le nuove tecniche chirurgiche e mininvasive, che assicurano, nel post operatorio, una qualità della vita superiore, oltre che dare una risposta concreta nella lotta alle patologie tumorali”.

 

Ampio spazio è stato dedicato alla Crioterapia e alle sue applicazioni nel trattamento dei tumori della prostata e del rene. A breve questo tipo di trattamento sarà infatti disponibile presso l’Unità Operativa Complessa di Urologia del Policlinico Universitario diretta dal prof. Carlo Magno, dove già vengono eseguiti trattamenti mininvasivi in pazienti affetti da carcinoma della prostata e da ipertrofia prostatica. 

 

Le tre giornate di studio dono state animate da relatori e ospiti delle più prestigiose scuole urologiche nazionali ed internazionali. Tra gli illustri protagonisti del convegno il Prof. Vincenzo Mirone, segretario nazionale della Società Italiana Urologia e docente  presso l’Università Federico II° di Napoli; il  Prof. Paolo Fornara, Ordinario di Urologia presso l’università di Halle (Germania) il prof Mihai Lucan, docente di Urologia presso l’Ateneo di Cluy Napoca (Romania).

 

L’evento è stato indirizzato ai medici specialisti in Urologia, radioterapia, oncologia, e medici di base. Circa 100 i partecipanti provenienti da tutta Italia.

 

Obiettivo del Primo Congresso Internazionale di Urologia è stato  quello di stimolare un confronto vivace con i relatori, attraverso una vera e propria staffetta di quesiti. A tal proposito nell’ambito del congresso si è svolta la prima edizione degli Awards 2013 for the best questions, con la consegna dei premi per le domande più originali e pertinenti.

 

NOTE EPIDEMIOLOGICHE          

 

Secondo le stime del Registro Tumori Italiano, nel nostro paese tra il 2003 e il 2005, il cancro del rene è risultato l’ottavo tumore maligno più frequente tra la popolazione maschile. Al terzo posto tra i tumori urologici.

 Rappresenta il 3,8% dell’incidenza totale dei tumori negli uomini e il 2,5% nelle donne. Nel 2006 in tutto il mondo sono stati diagnosticati circa 209.000 nuovi casi e sono state registrate 102.000 morti per carcinoma a cellule renali, mentre i nuovi casi stimati in Europa, nello stesso anno, sono stati 63.300, con 26.400 morti.

Si stima che la sopravvivenza a 5 anni sia del 54-57%. Se confrontato con altri tumori, il carcinoma a cellule renali rimane una patologia relativamente rara, anche se è stato riportato un aumento di incidenza e di morte del 2-3 % per decade. L’incidenze di questo tumore è massima in Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia e minima nei paesi orientali; inoltre l’incidenza dell’adenocarcinoma renale è maggiore in ambiente urbano rispetto a quello rurale.

 Il carcinoma a cellule renali prevale nel sesso maschile e viene generalmente diagnosticato nella fascia di età compresa tra i 49 e i 60 anni, all’interno della quale si osservano circa l’80% dei casi.

 

Il tumore della prostataè quello più frequentemente diagnosticato nella popolazione maschile. L’incidenza è più elevata nel Nord America e nell’Europa settentrionale, intermedia nell’Europa Meridionale e in Sud America, bassa nei paesi dell’Estremo Oriente come il Giappone.

 In Italia si stima che 11.000 – 12.000 nuovi casi di cancro della prostata siano diagnosticati ogni anno, rappresentando il 22% delle patologie neoplastiche prevalenti nei maschi e il 10% di tutti i tumori diagnosticati. E

Da alcuni anni, l’incidenza di neoplasia della prostata mostra un incremento, legato non solo all’aumento dell’età anagrafica ( il picco di maggior incidenza è osservato nell’età compresa tra i 65 e i 74 anni ), ma anche alla crescente diffusione del dosaggio del PSA. L’incidenza del cancro prostatico varia anche tra i vari gruppi etnici, essendo maggiormante colpiti i soggetti afro-americani.

La maggior parte delle diagnosi (92%) vengono effettuate quando la malattia è ancora confinata alla capsula prostatica o quando ha invaso i soli linfonodi loco- regionali. Il 4%  delle nuove diagnosi avviene dopo che la malattia ha invaso organi e tessuti a distanza, con principale coinvolgimento del tessuto osseo, mentre del restante 4% non è nota la sede.

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