CERIMONIA IN “POMPA MAGNA” PER L’APERTURA PARZIALE DEGLI SVINCOLI. MA COSA SI FESTEGGIA?

 

Cerimonia in grande stile per l’inaugurazione del tanto atteso svincolo autostradale di Giostra. Tra i presenti primo su tutti il presidente dell’ANAS Pietro Ciucci,  autorità locali di ogni tipo (anche l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca e l’arcivescovo Monsignor La Piana) e naturalmente il Commissario straordinario Luigi Croce, che davanti ai tanti fotografi ha tagliato il nastro come da tradizione. Al termine delle procedure di rito grande soddisfazione, tanti sorrisi pomposi, eppure cosa ci sia da festeggiare ancora non è chiaro.

Premessa l’indiscussa utilità di un’opera che permette (o permetterà, si spera) di dare ampio respiro ad una città sempre più soffocata dal problema della viabilità, non si comprende esattamente di cosa oggi le autorità cittadine siano così tanto orgogliose: forse dei 24 anni di attesa, tra mille intoppi, per la realizzazione di un normale quanto necessario svincolo autostradale che altrove sarebbe stato messo in piedi in tempi molto più celeri?

Forse di un asse viario che, oltre ad essere aperto parzialmente ( è bene ricordare infatti che al momento saranno fruibili solo le rampe in entrata da Giostra verso Palermo e Catania), presenta la falla del viadotto Ritiro, giudicato da esperti a forte rischio e dunque bisognoso di importanti e costosi lavori di ristrutturazione e consolidamento, che probabilmente faranno slittare di molto l’apertura totale della struttura? O forse dello stato di pericolo e degrado in cui versa la galleria della tratta  Giostra-Annunziata?

Di cosa precisamente si vanta l’ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, che nell’intervallo politico del 2008 in piena campagna elettorale aveva assicurato il completamento dei lavori in tempi brevi, e oggi viene osannato per essere stato colui che ha “accelerato”  il completamento di un’opera che il Titolare dell’azienda Ricciardello costruzioni  ha definito esageratamente “una delle più affascinanti nel settore”?

Ma soprattutto, come interpretare le dichiarazioni del Commissario Croce e dell’assessore Bartolotta quando alla stampa locale affermano con visibile fermezza che “oggi Messina è cambiata” , esaltando dunque la costruzione tardiva di ciò che rappresenta al massimo un punto di partenza per ritornare ad uno stato di civiltà?

Per una volta il disfattismo lascia il posto al realismo. Basta questo per mettere da parte il disastroso stato del manto stradale del resto del territorio peloritano? Basta soltanto l’apertura di uno svincolo, con modalità alquanto travagliate e verosimilmente uniche nel loro genere, per risolvere i più svariati problemi di una città sull’orlo di un nuovo dissesto?  Insomma, basta davvero l’ennesima sceneggiata a cielo aperto, alla quale non hanno partecipato né il “Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti” Lupi, né il “Ministro alla Pubblica Amministrazione e Semplificazione” D’Alia, ufficialmente per rispettare le disposizioni dettate dal Presidente del Consiglio Letta (ufficiosamente invece chissà perchè), per contentare i Messinesi?

E ancora chiedo: davvero questa città, evidentemente di corta memoria storica, è così intellettualmente povera, senza più giudizio critico e condannata a subire passivamente dichiarazioni del genere, promesse faziose  mai mantenute e personaggi che battono cassa e si battono valorosamente il petto gonfio di ipocrisia, invece di riconoscere uno tra i più evidenti e clamorosi casi di mala gestione della cosa pubblica di questa povera comunità e di chiedere scusa per tutti i disagi conseguenti a questo scempio amministrativo? Un plauso allora a chi oggi non ha festeggiato nulla e si è preso soltanto ciò che aspettava da qualche annetto a questa parte. (ROBERTO FAZIO)

 

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