DEBITI DI PALAZZO: TRA I NUMERI DI CROCE E I DIRIGENTI LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA

Una volta a scuola ti insegnavano che due più due fa quattro. Poi da grande capivi  che anche tre più uno fa quattro, o quattordici meno sei diviso due fa quattro. Insomma che anche allo stesso risultato si può arrivare in tanti modi diversi. A Palazzo Zanca, invece, i conti non tornano mai, e soprattutto il risultato di queste  “complicate” operazioni portano a risultati sempre diversi.

Il problema è che da queste “operazioni” dipende il futuro della città, imbrigliata nel limbo del rischio default che a giorni alterni immobilizza le cronache politiche e alimenta le inquietudini di cittadini impegnati e non.

Dopo l’incontro con i candidati a sindaco con il commissario Croce, i due dirigenti dell’area economico-finanziaria Ferdinando Coglitore e Giovanni Di Leo sono intervenuti fornendo dei dati nettamente contrastanti, che fanno apparire ridicola persino la stampa che evidentemente non riesce a stare dietro ai continui cambi di cifra che riguardano la situazione debitoria del Comune.

Secondo Croce, infatti, sarebbero  500 i milioni di euro di debito, mentre Coglitore e Di Leo spiegano come i debiti censiti riconoscibili sono pari a 78 milioni di euro, e che i debiti latenti o potenziali (ovvero quei debiti dei quali non si ha la certezza di dover pagare perché non vi sono sentenze o altri atti obbligatori a carico dell’amministrazione) sono pari a circa 200 milioni di euro dove il Piano di Riequilibrio ne prevede di erogare circa 120.  In serata, poi, arriva  la precisazione  del commissario liquidatore dell’Ato3, Michele Trimboli  che sul “Piano di rientro dal debito”, di cui Croce ha parlato nel corso dell’incontro con i sei candidati a sindaco, ha specificato che i debiti del Comune dell’Ato sfiorano i 30 milioni di euro, precisamente  euro 29. 677.553,09 e che «la delibera con il Piano di rientro, istruita dal dirigente alle società partecipate Antonino Cama e firmata dal  commissario Croce non può essere vagliata dalla Regione perché non  è stata ancora esitata dal Consiglio comunale, in quanto  il commissario-  nell’assestamento di bilancio – ha tolto 2,4 milioni di euro per la copertura dei costi del 2012».

Il dato fornito da Croce, invece, somma pure i milioni di euro che attende l’Ato3 rifiuti, la richiesta di risarcimento danni da 80 milioni di euro avanzata dalla Mondo Messina Service che è pendente al Tar di Catania e che riguarda la pubblicità negli stadi, la richiesta di risarcimento danni di 60 milioni di euro avanzata dal fallimento del Fc Messina Peloro Srl pendente al Tar di Catania sulla concessione e gestione degli stadi. Inoltre tra i debiti latenti vi è la richiesta di 44 milioni di euro della Bnl Paribas per l’annullamento dei contratti di finanza derivata e i circa 40 milioni euro dalla Impresa Ing. Alfonso Schipani Srl Costruzioni Impianti Elettrici per la scadenza del termine contrattuale per il servizio di gestione e manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione del Comune di Messina già affidato alla società, il Comune ha richiesto la restituzione degli importi pari a 40 milioni 159mila 851,80 euro e il giudizio è ancora pendente.

Ma secondo il Ragioniere generale Ferdinando Coglitore ed il Dirigente responsabile al Bilancio, Giovanni Di Leo, la cifra svelata dall’ex procuratore capo nel corso dell’incontro di ieri con i sei candidati a sindaco è sovrastimata.

Insomma, a conti fatti, le cifre non cambiano, come sempre si tratta di “interpretare” i dati: cioè considerare o meno tra i debiti quelli ancora “pendenti” davanti ai tribunali amministrativi. In ogni caso la prossima amministrazione dovrà innanzitutto cercare un linguaggio comune e comprensibile tra dirigenti e istituzioni politiche. 

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