LA NO WAVE IRRIVERENTE DEI CONFUSIONAL QUARTET

Sarà un prodotto D.O.C. della “No Wave” Bolognese di fine anni 70, l’ennesima tappa estiva del percorso sonoro targato Retronouveau.

Giovedì, infatti,  Il palco dell’Horcynus Horca vedrà questa volta protagonisti i Confusional Quartet, ritornati sulla scena, dopo anni di assenza, con l’omonimo “Confusional Quartet “  del 2012 per la Hell Yeah Recordings .

Figli di uno stile che mira ad una confusione programmata di generi musicali, i Confusional Quartet, vagano apparentemente senza meta all’interno della new wave,  della no wave, del free jazz, riorganizzando sul palco un puzzle schizofrenico di suoni, melodie, ritagli di sigle televisive.

Un approccio futuristico che con il passare degli anni ha reso la band bolognese una colonna portante del movimento “No Wave”  italiano di fine anni 70.

 In pianta stabile a Bologna e spalla a spalla con gruppi come Gaznevada, Stupid Set, Skiantos, i Confusional Quartet appartengono a quella decade di musicisti che hanno contribuito ad avvicinare l’Italia al panorama musicale internazionale degli anni 80.

Nella loro musica ritroviamo tutta la confusione di quegli anni di tensione e rivoluzione culturale, con una società in cerca di un futuro meno carico di ansie e con il culto del progresso tecnologico.

Paragonati spesso ai Devo, per il loro modo di salire sul palco e curare l’aspetto scenico del live, Lucio Ardito (Basso), Marco Bertoni (Tastiere), Gianni Cuoghi (Batteria), Enrico Serotti (Chitarra), porteranno in scena una performance strumentale che spazierà da “Nedbo Zip” (1980), alle loro ultime fatiche discografiche  come il singolo  “Futurfunk” ,  scritto insieme a Bob Rifo a.k.a. “The Bloody Beetroots”.

Capo Peloro attende quindi un gruppo fuori da ogni moda o schema che attraverso la rabbia tipica del post punk e una base ritmica corposa è pronta a far sudare tutti presenti,  potete scommetterci.

Synth allucinati, chitarre irriverenti ed acide, futurismo e tanta ironia, quattro alieni sbarcano in Sicilia per comunicare senza parola, ma solo con la musica. (FRANCESCO ALGERI)

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