HABEMUS TARES: APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE IL PIANO TARIFFARIO

Una gestazione lunga e sofferta ma alla fine il nascituro è venuto alla luce: bruttino ad essere sinceri ma quando la gravidanza è difficile e il parto complicato, può capitare che il pupo non sia proprio da immagine di copertina. Si chiama Tares, pesa come un macigno e c’è da scommettere che non sarà accolta con coccarde colorate e feste di piazza dalla cittadinanza ma la normativa non transige e all’orizzonte non si paventavano alternative migliori, a quanto pare.

Nelle settimane vi abbiamo raccontato di tutto e di più: quando si sarebbe dovuta pagare quest’imposta sui rifiuti, come risparmiare, a chi conferire l’immondizia per la differenziata e così via. Dopo aver approvato la prima delle due delibere si era poi tornati in camera caritatis per valutare l’opzione “semplificata” ma, in fondo, l’adozione di questa avrebbe comportato un trattamento tutt’altro che equo tra nuclei familiari al di sopra dei 4 membri che avrebbero avuto un risparmio e quelli da 1 a 3 componenti che, invece, avrebbero dovuto versare decisamente di più (391,99 euro in regime Tares contro 425,00 euro se le si fosse preferita la formula alternativa).

Insomma, nel tardo pomeriggio di ieri, in extremis giacché si trattava dell’ultimo giorno disponibile per approvare la delibera, il civico consesso si è riunito e, bando alle ciance -posticipate al “dopo voto”, così come concordato da presidenza e capigruppo- ha detto sì alla Tares, anzi più precisamente al suo piano tariffario. Naso turato e azione di responsabilità per chi concordava sul fatto che non ci fossero strade diverse concretamente percorribili. Ma non tutti e 28 i consiglieri votanti si sono trovati d’accordo con questa posizione, largamente condivisa invece dalla maggioranza dei colleghi che, di fatto, hanno espresso 20 pareri favorevoli.

Il gruppo de Il Megafono, che la volta scorsa aveva proprio lasciato l’aula, Nina Lo Presti (CMdB) in coerenza con l’espressione di voto di qualche giorno fa e Simona Contestabile (Progressisti Democratici), si sono pronunciati negativamente. “Siamo davanti ad una spesa di oltre 44 milioni che viene ribaltata sui messinesi”, commenta la consigliera Progressista.

Ritengo si siano fatte valutazioni in modo poco accorto. A luglio, la giunta insediatasi già sapeva della normativa nazionale per la Tares, quindi c’erano i tempi per ridurre i costi. Questo, sommato alla confusione che caratterizza lordinaria amministrazione di Accorinti e la sua giunta, mi ha spinta a votare sia contro gli emendamenti che contro il tariffario. Ho pensato ad una vera e propria forzatura atta a giustificare l inadeguatezza acclarata dell amministrazione.

Anche la Lo Presti, ha usato il tempo in aula per scagliarsi contro la decisione di “gettare sulle spalle già sovraccariche dei messinesi, il costo di un debito fuori bilancio di cui non hanno colpa”.

L’assessore Guido Signorino, dal canto suo, esprime soddisfazione per il lavoro sin qui svolto, o quantomeno per il suo esito, non mancando di evidenziare come risultino ingenerose alcune accuse rivolte in Aula.

Pur nelle sedi istituzionali, alcune discussioni hanno sapore stantio di ostruzionismo: qualcuno ripete come un disco rotto le stesse cose che alla fine si usurano e restano vuote di significato, soprattutto quando si danno elementi di risposta e invece di rispondere a queste si ripetono le solite. Questo non è un dialogo!”, commenta. “Io credo sia stato un esperimento di costruzione positiva di collaborazione per far fronte ad una situazione dura e dolorosa: la Tares non è bella. Nessuno vorrebbe mai votare ciò che aggrava il carico sui cittadini. Si pensava fosse evitabile ma così non è. Quando approvazione degli atti diventa necessaria né questa amministrazione né questo consiglio vi si sottraggono ed essere qui alle 21 di sabato sera credo dimostri ciò. E’ stato importante il percorso di condivisione”.

Dunque, in soldoni, cosa si è fatto?

Si è recuperata l’ impostazione Tares “ordinaria”-per così dire- e sono stati introdotti elementi di mitigazione: verosimilmente il monte di sgravio introdotto nell’ultimo passaggio della disciplina dovrebbe consentire di raggiungere con facilità le famiglie messinesi in condizioni di bisogno con esenzioni parziali o totali, destinando a questo obiettivo circa un milione e mezzo di risorse.

Un provvedimento duro che si è cercato di rendere meno pesante, potenziando le possibilità di alleggerimento a parità di saldo”, continua il vicesindaco che si dice convinto sia stato svolto, in sinergia il “il miglior lavoro possibile”, ma risponde a chi attribuisce l’approvazione dell’atto all’ultim’ora all’inettitudine dell’amministrazione, che il regolamento Tares era stato approvato a fine agosto e che solo un mese dopo è stato trasmesso al consiglio che, a sua volta, lo avrebbe discusso dopo varie sollecitazioni dell’assessore stesso: “dissi che era urgente esaminare il provvedimento perché poi ci sarebbe stato da discutere il piano tariffario. Dire che avviene per responsabilità dell’amministrazione semplicemente non è vero”.

Polemiche a parte, stando a quanto sostenuto da Signorino ed evidentemente condiviso dai 20 che hanno approvato il piano tariffario, non c’erano molte chance alternative. Tares, Tarsu, Tarsu semplificata o comunque la si chiami, è evidente che tutto era possibile e lecito, per carità, ma è altrettanto vero, immaginiamo, che quella adottata sia apparsa a tutti la soluzione più percorribile per consentire sgravi equi.

Senza Tares il Comune non avrebbe potuto chiudere il bilancio”, riferisce ancora il delegato all’economia di Palazzo Zanca, “ma il fatto di dover coprire i costi del servizio non dipende da scelta del Comune” . L’obbligo infatti deriverebbe all’ Ente dalla sua condizione di pre-dissesto, come ha chiarito lo stesso Segretario Generale durante la seduta e dall’ aver presentato un piano di riequilibrio che, seppur vada rivisto, prevede comunque l’impegno di coprire il costo del servizio. “Non stiamo chiedendo il 44.5 milioni perché abbiamo imposto la Tares. Poteva essere qualunque altro il nome della tassa ma sempre quello sarebbe stato il costo giacché la precedente amministrazione commissariale aveva predisposto un piano di riequilibrio che è vincolante e che impone questo alla città”, conclude Signorino.

Restano in piedi sistemi di scontistica. Il piano tariffario approvato demanda ad un provvedimento di giunta la definizione precisa di questi che -speriamo- si avrà nei prossimi giorni (relativo anche al livello di retroattività delle facilitazioni).

La data del 16 dicembre per il versamento della prima rata non cambia, di fatto, ma è prevista la possibilità di saldarla entro gennaio senza incorrere in sanzione. In fondo è vero che sarà un Natale meno prospero, giacché le tredicesime saranno verosimilmente da investire in tasse, tasse e tasse (mica c’è solo la Tares da versare. E in merito alla seconda rata Imu non c’è chiarezza: secondo il vicesindaco non toccherà Messina, ma Ilsole24Ore ci inserisce nella tabella dei comuni che dovranno pagarla) ma, guardiamo il bicchiere mezzo pieno: meno regali sotto l’albero significa meno pacchi e pacchetti quindi meno imballaggi e quindi meno rifiuti da smaltire…e da pagare! Visto? (ELEONORA URZì)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it