L’APPELLO DEI RICHIEDENTI ASILO AL PAPA: “SIAMO DISPERATI”, DALL’UNIME RACCOLTA FIRME PER UN’ACCOGLIENZA DIGNITOSA

Continuano a Messina le proteste dei migranti che stamani si sono spostati dal Comune, occupato per due giorni, al Palazzo portuale gestito dal collettivo del ‘Pinelli’. I 100 profughi rimasti a Messina avrebbero appreso che potrebbero essere trasferiti, come avvenuto ieri per altre cento persone, solo nei centri di Pozzallo e Ragusa: una ipotesi che non piace.

Da qui l’appello al Papa: “Vogliamo andare in centri decenti: venga qui, siamo disperati”. Gli immigrati confidano in questo Papa, che non ha esitato a raggiungere Lampedusa nei giorni dell’ecatombe, dichiarando che i  ”Morti in mare sono una spina nel cuore,bisogna dire no alla globalizzazione dell’indifferenza”.

Intanto mentre il mondo politico tace, da quello accademico si leva un appello ai vertici dell’Università per una vera solidarietà, attraverso una lettera-denuncia in cui sono state allegate anche delle foto shock che ritraggono alcuni migranti feriti durante il loro disperato viaggio, e non curati adeguatamente a tre settimane dalla loro permanenza a Messina.

“Nel nostro ruolo di docenti universitari, ricercatori, studenti e cittadini democratici – si legge nel documento, che segue un primo appello del 25 novembre  – chiediamo al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Messina, prof. Pietro Navarra: 1) di promuovere un’assemblea pubblica aperta alla comunità accademica, studentesca e amministrativa, oltre che al V quartiere, per valorizzare le competenze interne all’Ateneo in vista dell’individuazione di soluzioni alternative; 2) che, così come fatto da altri atenei in situazioni analoghe, venga nominata una commissione composta da studiosi di diritto, medicina e scienze sociali che affianchi i richiedenti
asilo e i migranti per offrire supporto; 3) di promuovere una campagna di solidarietà volta all’accoglienza dei richiedenti asilo nelle case di coloro che – studenti, docenti e personale tecnico- amministrativo – ne abbiano volontà e disponibilità; 4) di predisporre un atto di revoca della disponibilità espressa all’impiego del “Palanebiolo” ; 5) di farsi promotore di un rinnovato tavolo istituzionale con l’Amministrazione comunale, la Prefettura e le altre autorità competenti per discutere delle soluzioni individuate. Riteniamo infine auspicabile che eventuali azioni in materie così controverse dal punto di vista dei diritti umani e dei loro possibili esiti vengano in futuro intraprese con maggiore ponderatezza e col coinvolgimento della comunità accademica nel suo complesso”.

Centinaia le firme raccolte in pochi giorni a sostegno dell’iniziativa, a cui è possibile aderire scrivendo a: Pietro Saitta ([email protected] ). Oppure direttamente al Rettore, prof. Pietro Navarra ( [email protected] ), e ai seguenti membri del Senato Accademico: [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ; [email protected] ;[email protected] ; [email protected] ; CC: [email protected]

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