“SICUREZZA E LEGALITÀ ALL’ANNO ZERO”: I DATI ALLARMANTI DI FILCA CISL

Un’esortazione a tutte quelle imprese che costruiscono risparmiando sui costi del personale, sui materiali, sulla qualità e sulla sicurezza per uscire dall’ombra dell’illegalità. La Filca Cisl lancia un allarme e un appello sulla condizione del settore edile in provincia di Messina. Lo fa dal convegno tenutosi questa mattina presso il Salone degli Specchi della Provincia regionale su “legalità” e “sicurezza” nei cantieri. Un momento di riflessione, ma anche un tentativo per arrivare alla definizione di proposte concrete per un più compiuto sistema di prevenzione, per una maggiore promozione della cultura della legalità e per una maggiore sicurezza nei cantieri della nostra provincia. Un parterre di primo piano con i rappresentati di tutti gli enti del sistema edilizia: il dott. Francesco Mangano per la Direzione Territoriale del Lavoro, la responsabile S.Pre.Sal dell’Asp dott.ssa Edda Paino, il direttore dell’Inail arch. Salvatore Sergi, il presidente della Cassa Edile dott. Giuseppe Lupò, la direttrice dell’Inps dott.ssa Giuseppina Malaspina, il presidente della Scuola Edile geom. Gaetano Mancuso, il segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese, il segretario nazionale della Filca Cisl Salvatore Scelfo e il segretario regionale della Filca Cisl, Santino Barbera.

I lavori hanno analizzato le cause degli infortuni e il fenomeno dell’illegalità nel comparto dell’edilizia chiedendo una collaborazione fattiva tra gli organi ispettivi e gli enti bilaterali per prevenire efficacemente infortuni e lavoro nero.

“E’ fondamentale – ha detto Giuseppe Famiano, segretario provinciale della Filca Cisl – operare insieme per un progetto comune. Nei cantieri edili il rischio è sempre dietro l’angolo. Spesso i cantieri sono senza controlli, senza  applicazione di norme e senza sicurezza”.

La Filca si propone di promuovere la cultura della legalità e del rispetto delle regole nei luoghi di lavoro. “Giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, unendo le forze – ha continuato Famiano – possiamo riportare la legalità nei cantieri, fare applicare e rispettare tutte le norme previste dai contratti e dalle leggi in materia di prevenzione”.

Ribadito durante i lavori lo slogan che accompagna la Federazione degli Edili Cisl ormai da qualche anno: “La sicurezza non è un optional e la prevenzione degli incidenti deve essere l’obiettivo delle imprese. È necessario porre fine al malcostume di molte imprese di ridurre i costi sulla sicurezza a danno dei lavoratori”.

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La platea a Palazzo dei Leoni

Dall’analisi dei dati forniti dall’INAIL relativi all’ultimo triennio risulta che nella provincia di Messina, al 31 ottobre 2013, gli infortuni sono stati 3.764 di cui 310 in edilizia, mentre quelli mortali sono stati 11 di cui 5 in edilizia; nel 2012 gli infortuni sono stati 4.131, di cui 399 in edilizia e quelli mortali sono stati 8, di cui 2 in edilizia; nel 2011 invece sono stati 4.518 di cui 419 in edilizia, mentre quelli mortali sono stati 7.

Le cause sono cadute dall’alto a causa della mancanza di ponteggi, crollo di muri e solette nelle ristrutturazioni e manutenzione dei tetti. “Molti infortuni – ha spiegato Famiano – si verificano dopo le otto ore di lavoro intenso o il sabato e sono causati dalla fatica fisica che fa perdere la giusta concentrazione o dalla fretta di ultimare i lavori. Oppure, ed è il caso che denunciamo, il primo giorno di lavoro dell’operaio. Un caso o un vizio lo lasciamo decidere agli organi competenti”.

Dai dati illustrati durante i lavori è emerso come in provincia di Messina vi sia un utilizzo improprio delle tipologie contrattuali, lavoro nero ed evasione contributiva. Il dato allarmante è l’aumento preoccupante del part-time, che spesso nasconde lavoro a tempo pieno con tutele dimezzate o addirittura senza tutele né previdenziali, né assicurative. I lavoratori, a causa dei loro problemi economici, spesso sono costretti a scendere a compromessi con i datori di lavoro. E allora le spettanze non corrispondono a quelle risultati in busta paga o si assiste al fenomeno dei falsi lavoratori autonomi: insomma, gli edili a partita iva.

Destano preoccupazione i dati relativi all’attività ispettiva dell’INPS e della Direzione Territoriale del Lavoro di Messina, che mettono in evidenza l’incremento a dismisura del lavoro nero nei cantieri edili. Nel 2013 gli ispettori dell’INPS hanno effettuato 138 ispezioni in cantieri edili,  riscontrando 122 lavoratori in nero.

Mentre, la Direzione Territoriale del Lavoro di Messina, a causa del numero ridotto di ispettori, nel 2013 ha ispezionato solo 254 cantieri,  riscontrando 17  lavoratori in nero, 8 lavoratori irregolari, 354 violazioni.

Le sospensioni di attività per lavoro nero sono state 19 e 345 sono state le contravvenzioni in materia di sicurezza. Le inchieste sugli infortuni condotte su delega dell’Autorità giudiziaria sono state 32, di cui 4 mortali. “È necessario incrementare l’organico degli ispettori – ha sottolineato Famiano – perché solo con un’attività di vigilanza mirata alle fasce di anomalia e di illegalità si può contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro. La carenza di ispettori, infatti, comporta una diminuzione quantitativa dell’attività dei controlli sul nostro territorio”.

“Per costruire in legalità si deve costruire la legalità” ha detto nel suo intervento il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese che ha indicato la strada: “Bisogna attivare tutti gli strumenti e le tutele della legalità, come il Piano triennale per prevenzione anticorruzione, tutelare il lavoro regolare, coltivare la cultura delle regole, rssere garanti della trasparenza nelle gare e negli appalti, tessere la rete tra coloro che si occupano del mantenimento della legalità, rendere i protocolli d’intesa che già sono in vigore guardiani dell’applicazione, raccordare le banche dati tra immigrazione e impiego, monitorare del territorio per il lavoro regolare, garantire un accesso al credito per le imprese più semplice perché la crisi in atto rende più vulnerabile all’illegalità e pur di lavorare si svendono le tutele”.

“La precarietà finanziaria – ha detto ancora Genovese – ti spinge a lavorare in nero. Quando vivi con la pressione costante di non sapere come arrivare alla fine del mese, penso che tanti si sentano giustificati a ricorrere a un’attività non dichiarata. Più si alza il livello di disoccupazione, più si alza la difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro, più si ricorre al lavoro nero perché permette di cavarsela. L’indulgenza nei confronti del lavoro nero serpeggia pericolosamente anche tra coloro che dovrebbero combatterlo perché nel momento del bisogno si diventa più ‘clementi’. Pur di mantenere la dignità del lavoro si preferisce giustificare anche il lavoro nero o irregolare. Purtroppo il “lavoro bianco” non è oggi reso conveniente. E’ questo il fronte su cui lavorare”.

Genovese ha lanciato anche un appello alla legalità. “Fare il pieno di legalità, crea lavoro – ha detto in conclusione – Amministratori, datori di lavoro e parti sociali devono avere lo stesso passo nel percorso che conduce alla legalità. Nessuno può sentirsi escluso. La responsabilità che ci contraddistingue come operatori sindacali deve portarci alla convinzione che una denuncia di irregolarità sarà pane per qualcuno. Nessuno può girare la testa, perché chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.

Ma lavoro nero e mancanza di sicurezza nei cantieri non è solo un fenomeno messinese. A sottolinearlo è stato il segretario nazionale, Salvatore Scelfo, nelle sue conclusioni: “Sfatiamo i luoghi comuni – ha detto Scelfo – il fenomeno è diffusissimo in Italia e a questo è collegato anche quello delle morti bianche. Accanto alle azioni di repressione degli enti preposti, ci vogliono prevenzione e controlli. Certo, il dato messinese fa riflettere – aggiunge, perché i dati nazionali parlano di un tracollo del settore di circa 600mila addetti dal 2009 a oggi e che ha favorito il lavoro nero con un dato di circa il 40% a livello nazionale. A Messina, sfioriamo una percentuale doppia”.

Cosa fare, quindi, per Scelfo è chiaro: “Serve lo sblocco delle opere e azioni propositive. Chiediamo agli imprenditori di creare condizioni per dare sviluppo. In America l’edilizia è stata sfruttata dal Presidente Obama per rilanciare l’economia. Noi siamo per una edilizia ecosostenibile, che punti alla riqualificazione dei centri urbani o alla loro ricostruzione con modalità ecosostenibili. Senza dimenticare le opere per la tutela e il riassetto del territorio, aspetto che a Messina si conosce bene. Questa – ha concluso Scelfo – può essere un’occasione di sviluppo nel 2014”.

 

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