SERIE A: LLORENTE RUGGISCE, HONDA ROMPE IL GHIACCIO. DESTRO E IL SASSUOLO SPERANO

La trentaduesima giornata di serie A, che da poco ha consumato il suo ultimo atto con la vittoria del Milan nel Monday night di Marassi contro il Genoa, ha emesso già un paio di sentenze inappellabili quanto ampiamente previste: la Juventus parteciperà alla prossima edizione della Champions League entrando dalla porta principale, anche la Roma ha conseguito la certezza di prendervi parte, fra un paio di giornate arriverà anche il conforto aritmetico della qualificazione diretta, dal momento che il Napoli non riuscirà a recuperare 12 punti (13 considerando gli scontri diretti) nelle rimanenti sei partite. In coda son saltate altre due panchine (il computo stagionale lievita a 14), quelle di Rolando Maran e Diego Lopez. Ma se l’avvicendamento deciso da Cellino, che ha affidato la prima squadra al già defenestrato secondo Ivo Pulga, suona come una mossa ragionata finalizzata al conseguimento della salvezza, il ritorno di Maurizio Pellegrino alla guida del Catania, dopo i tempi della serie C, somiglia molto – più che all’extrema ratio – ad un segnale di definitiva resa da parte del presidente Pulvirenti, artefice con le sue scelte cervellotiche di una retrocessione che sembra ormai inevitabile. Ve ne abbiamo parlato nel corso dei mesi, aspetteremo la matematica per fare un veloce riepilogo.

Iniziando ad analizzare nel dettaglio quanto accaduto sui campi della massima serie, le prime due della classe hanno saltato in agilità gli ostacoli settimanali, rappresentati da Livorno e Cagliari. Nel primo posticipo di questo lunedì i bianconeri hanno sbrigato la pratica in 3 minuti, a cavallo tra il 32′ e il 35′ della prima frazione, con la doppietta di Fernando Llorente, tornato al gol dopo 35 giorni trascorsi con le polveri bagnate. Conte ha rischiato dal 1′ l’acciaccato Carlitos Tevez (sebbene Di Carlo avesse varato il turnover in vista dello “spareggio” con il Chievo) soprattutto per lanciare un segnale forte ai suoi uomini, oltre che alla diretta inseguitrice, della serie “stiamo sul pezzo, perché lo scudetto è ancora da conquistare”. Missione compiuta, nella ripresa per lo più accademia e risparmio energetico in ottica Europa League. Distanze invariate quindi, restano a 8 punti di margine vantati dai piemontesi sui giallorossi di Rudi Garcia che, dopo aver fatto bottino pieno col Parma nel recupero, ieri hanno servito il tris ai sardi nel segno di Mattia Destro, la punta con la media gol più alta del campionato (uno ogni 83 minuti). Il ventitreenne centravanti marchigiano, al momento miglior uomo d’area di rigore italiano, rafforza la sua candidatura in chiave Mondiale: Cesare Prandelli non potrà non tenerne conto, anche a costo di lasciare a casa il suo uomo di fiducia Alberto Gilardino.

Capitolo terzo posto. L’inaspettato stop del Tardini, griffato Marco Parolo, ha lasciato strascichi in casa Napoli: il video che ha immortalato l’aggressione del presidente De Laurentiis – oggi scusatosi – ad un tifoso partenopeo, fuori dall’impianto emiliano, ha già fatto il giro del mondo. Equilibrio, questo sconosciuto alle falde del Vesuvio. Dall’estasi per la vittoria di Pirro contro la Juve ai nervi per una sconfitta tutto sommato indolore, considerato che la terza piazza è abbastanza blindata. Pochino? Rispetto ai faraonici investimenti estivi sì, ma la Coppa Italia può rappresentare una scialuppa di salvataggio.

Trascinata dal fenomenale Juan Guillermo Cuadrado, la Fiorentina ha regolato per 2-1 l’Udinese complice il generoso rigore, poi trasformato da Gonzalo Rodriguez, concesso dall’arbitro Celi per atterramento del colombiano da parte di Danilo. Alle spalle della Viola, il Parma ha agguantato l’Inter a quota 50. Ancora una volta la presenza di Thohir sugli spalti si è rivelata nefasta. Scaramanzia a parte, i nerazzurri son riusciti nella poco invidiabile impresa di farsi nuovamente rimontare, fino al 2-2, da una compagine invischiata nelle sabbie mobili. Sette giorni fa era toccato al Livorno, sabato sera è stata la volta dell’indomito Bologna, bravo a non perdersi mai d’animo malgrado Maurito Icardi avesse portato per due volte in vantaggio la Beneamata. La truppa di Mazzarri adesso rischia di essere risucchiata indietro, addirittura lo stesso Milan può sognare il clamoroso sorpasso in salsa meneghina. Espugnando il Luigi Ferraris grazie alle reti di Taarabt e Honda (la prima in A del nipponico), il team rossonero ha infatti inanellato, per la prima volta in stagione, il terzo successo consecutivo riducendo a 5 punti il gap dalle posizioni che valgono l’Europa minore. Aggiungendo che il derby di ritorno Kakà e compagni potranno disputarlo davanti al pubblico amico, il quadro si completa e l’assunto di cui sopra ben può ritagliarsi uno spazio fuori dall’alveo dell’utopia.

Rimanendo in tema, da rimarcare il successo della Lazio, impostasi – malgrado l’inferiorità numerica – con il più classico dei risultati sulla Sampdoria, esito che ha mandato su tutte le furie il sergente Mihajlovic. Oggi i blucerchiati avrebbero dovuto usufruire di un giorno di riposo, niente di tutto ciò: relax cancellato e, addirittura, allenamento alle 7.30 del mattino. Bastone batte carota 6-1 6-1, Fognini però non c’entra, ha già dato abbondantemente. Contestualmente va sottolineato l’exploit del Verona nel derby del Bentegodi: la sedicesima prodezza dell’infinito Luca Toni alimenta le residue chance europee degli scaligeri di Mandorlini.

Venendo infine alla bagarre per non retrocedere, il colpaccio del weekend l’ha piazzato il Sassuolo, che ha sbancato l’Atleti Azzurri d’Italia capitalizzando la doppietta del già ammazzagrandi parmigiano Nicola Sansone. Avevamo sempre evidenziato come nella zona calda la classifica fosse cortissima, quota salvezza nettamente abbassatasi rispetto alla celeberrima soglia dei 40 punti. Ebbene, il balzo dei neroverdi lo dimostra: adesso sono soltanto tre le lunghezze che separano gli emiliani dall’agognato traguardo. Dando per spacciato il derelitto Catania, sempre più ultimo dopo il nuovo capitombolo interno contro il Toro, le due squadre che riusciranno a fare meno peggio in questa volata conseguiranno la permanenza, a dispetto di una continuità mai trovata nell’arco dell’annata.

Jody Colletti       Twitter: @jodycolletti 

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