BLUFERRIES, GLI AMMINISTRATORI RFI: “IN VENDITA ENTRO IL 2014”. SI TACE SULLE MODALITA’

La compagnia di navigazione Bluferries sarà messa in vendita entro la fine del 2014. Il silenzio ha regnato sovrano fino a circa un mese fa, quando avevamo preannunciato la pubblicazione dei bandi di gara da parte di Rfi. Il presidente Rfi, Dario Lo Bosco ha negato e smentito persino ai nostri microfoni (nel blog Quimessina.it) l’interessamento e la volontà di vendere al privato la società che continua a fatturare enormi utili. Poi, il temporeggiare della Holding con l’arrivo del nuovo Amministratore delegato, Michele Elia indicato dallo stesso predecessore Mauro Moretti. La Società FS ha dichiarato, un’ora e mezza fa in un tavolo di concertazione romano, attraverso la voce del Capo del Personale Rfi, Stefano Savino, del responsabile Relazioni Industriali Rfi, Gino Colella e dell’Amministratore delegato Bluferries, Giuseppe Sciumè, che Bluferries subirà il passaggio dal pubblico al privato, dopo tre anni di attività statale sullo Stretto di Messina. Assente il nuovo grande manager Elia.

I vertici aziendali hanno incontrato, questo pomeriggio nella capitale, i sindacati peloritani di Cgil e Cisl, supportati dal coordinatore nazionale Filt Cgil, Franco Scafetti, con un fortissimo impegno della Filt Cgil di Messina e la sua segretaria Giovanna Caridi. Al momento, le prime notizie circolate dicono che la società, nata come ramo d’azienda di Bluvia, sarà alienata nella sua interezza o a metà, comunque includendo il comparto dei lavoratori. Ancora sconosciute le modalità di questo provvedimento perché non sono state formalizzate ma solo comunicate agli esponenti che hanno richiesto delucidazioni, in primis la Cgil.La scadenza inesorabile per attuare le procedure è e resta la fine di quest’anno.

Le parti sociali temevano che il verificarsi di questa condizione tagliasse fuori i numerosi marittimi che verrebbero, invece, inseriti nel “pacchetto delle imbarcazioni”. Il problema più pressante è che, allo stato dell’arte, i livello occupazionali non vengono mantenuti secondo il Contratto nazionale ma secondo la mancata applicazione del salario integrativo. In pratica, la vendita risulterà appetibile ad un qualunque investitore perché i dipendenti sono quasi a costo zero, considerando inoltre che solo 40 su 160 sono assunti a tempo indeterminato. Gli altri 120 sono a tempo determinato e stagionali.

Ricordiamo la responsabile di settore della Cgil ha denunciato, circa tre mesi fa, il comportamento antisindacale della Società rivolgendosi alle Autorità preposte: i Ministeri del Tesoro, dei Trasporti e Sviluppo Economico; ai vertici di Rfi e di Fs Holding e ai coordinamenti sindacali nazionali, oltre agli Organismi di controllo (Infrastrutture, Dirigenza Generale di tutte le Capitanerie, Direzione marittima di Catania, Procura della Repubblica, Autorità Marittima dello Stretto). Le violazioni del Contratto nazionale del lavoro sono palesi e davanti gli occhi di qualunque dirigente. Le indennità previste per questo tipo di categoria e per le regole vigenti nello Stretto, come orari di attività e turnazioni, non vengono rispettate e, probabilmente all’interno di una gestione privata, non sarebbero neppure monitorate. (@Marcella Ruggeri)

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