POLICLINICO. INAUGURATO NUOVO REPARTO DI MEDICINA NUCLEARE, COSTATO QUASI DUE MILIONI

Da sinistra Emanuele Scribano, Giuseppe Pecoraro, Sergio Baldari

È stata inaugurata ieri pomeriggio la nuova Medicina nucleare del Policlinico Gaetano Martino di Messina. Il reparto, diretto dal professor Sergio Baldari, si articola adesso lungo un percorso strutturale che ha mutato radicalmente volto e che risponde a tutte le logiche più stringenti di una medicina nucleare moderna. Una realtà in cui ogni giorno si eseguono indagini fondamentali (scintigrafie) e per le quali vi è una elevata richiesta da parte degli utenti.

La ristrutturazione è stata finanziata con fondi Po Fesr, circa un milione e mezzo di euro, e con risorse aziendali per le attività complementari: circa 250mila euro. La ditta che ha eseguito i lavori è la Gaema Srl; il direttore dei lavori, il geometra Natale De Luca. Responsabile unico del procedimento, l’ingegner Alessandro Caltagirone.

Una rivisitazione, quella attuata, che, come riferisce un comunicato stampa dell’azienda ospedaliera universitaria, “valorizza la qualità sul fronte impiantistico, ma che soprattutto è in linea con tutte le norme di buona preparazione dei radiofarmaci in medicina nucleare.

Aspetto, quest’ultimo, sul quale è stata posta grande attenzione e che rappresenta una delle novità più importanti di questa nuova “veste”; non a caso, infatti, è stata prevista l’implementazione di personale specializzato con l’assunzione di radiofarmacisti. La cella di manipolazione dei radiofarmaci – si legge ancora – è supportata da un software che garantisce la tracciabilità di tutte le fasi di preparazione e somministrazione, garantendo la sterilità del prodotto finale; inoltre sul fronte della diagnostica delle immagini tutto il reparto è connesso con il sistema di gestione integrato aziendale Ris Pacs”.

La camera calda, in cui viene preparato il radiofarmaco, ha annessi locali filtro a pressione differenziata ed è stata predisposta per rispondere “in modo scrupoloso alle norme di Gmp (Good manufacturing practice); essa è dotata di appositi sistemi per trasferire il prodotto con un canale diretto dalla zona di preparazione a quella di somministrazione”. È qui – in una sala d’attesa confortevole – che il paziente aspetta che il farmaco venga metabolizzato prima di essere trasferito in una delle quattro sale diagnostiche (tutte dotate di porte a chiusura automatizzata), per poi concludere il percorso uscendo da un’area specifica lontana da quella di ingresso.

I pazienti una volta entrati seguono una strada a “U” che consente loro di transitare attraverso le varie zone per step, conducendoli in modo obbligato attraverso tutti i passaggi che la procedura diagnostica impone. Un percorso separato da quello del personale che, invece, conta su linee di accesso predeterminate, con zone filtro in ingresso e in uscita a garanzia della sicurezza degli operatori e della loro radioprotezione. A fare da guida all’interno dell’unità operativa è anche un “semaforo figurato”; i locali sono stati infatti differenziati per colore: verde giallo e rosso per identificare subito se ci si trova nella zona libera (verde), sorvegliata (gialla) o controllata (rossa).

Alle dotazioni tecnologiche già presenti (tre gamma camera) si aggiunge adesso anche una gamma camera a piccolo campo che sarà utilizzata per la diagnostica pediatrica e per le patologie della tiroide. Le informazioni diagnostiche risultano di particolare importanza anche nella valutazione pre e post terapia radiometabolica, effettuata nella stessa unità ospedaliera nel reparto di degenza protetta, al quarto piano dello stesso padiglione e dotato di 4 posti letto.

“Particolare cura” è stata dedicata alla privacy del paziente e all’accoglienza: “Nelle sale d’attesa sono stati installati diversi monitor, mentre nelle aree diagnostiche il soffitto è dotato di un sistema luminoso di pannelli colorati, studiati ad hoc per riprodurre l’immagine del cielo, così da ricreare un ambiente più accogliente e sereno anche durante l’esecuzione dell’esame. In questi mesi in cui il reparto è stato in ristrutturazione la continuità assistenziale è stata garantita grazie ad una apposita convenzione tra il Policlinico e l’azienda ospedaliera Papardo – Piemonte. Il personale dell’unità ospedaliera del Policlinico universitario è stato comunque sempre in prima linea per assicurare nello stesso modo, seppur in un altro luogo, servizi e professionalità”.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it