METAMORFOSI MESSINESI IN 100 ANNI DI FOTOGRAFIA, MOSTRA AL PALACULTURA – FOTOGALLERY

Dalla fine dell’800 fino alla prima metà del ‘900 abbiamo testimonianze fotografiche importanti, che mostrano il volto storico, politico e sociale di Messina a quell’epoca. Una mostra, inaugurata stamani nella sala attigua al Foyer del Palacultura, è stata istallata con l’intento di scommettere ancora una volta sulla cultura, sul passato, che certamente non esita a creare nostalgia, ma che rimane centro nevralgico per la formazione, il turismo, il lavoro. Con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Messina, con il patrocinio della Sovrintendenza ai Beni Culturali e con la compartecipazione dell’associazione Comunicarte, questa mostra – dal titolo “1860-1960: La storia della fotografia a Messina” – celebra cento anni di storia della fotografia messinese, raccogliendo i più significativi scatti e le apparecchiature, tutte funzionanti, dei più noti fotoreporter peloritani, tra cui Pintaldi, Saya, Vizzini. Tra vita mondana, intima, familiare, storica, come emerge nelle foto che ritraggono gli attacchi anglo-americani durante la seconda guerra mondiale, religiosa, come in quelle della Vara, il percorso ha il pregio di ospitare anche quasi 200 macchine, che sono l’emblema della metamorfosi tecnologica da ieri ad oggi. Uno spazio della mostra è dedicato alla macchina da studio che nel 1863 ritrasse Garibaldi, dando anche la possibilità ai visitatori di farsi fotografare. Un altro, invece, funge da laboratorio per mostrare le modalità di stampa delle immagini.

Come sottolineato dall’assessore Tonino Perna, “nella mostra è tangibile la morfogenesi degli oggetti, perché qualunque cosa subisce una metamorfosi. Oggi siamo nell’era della banalizzazione della fotografia e guardare gli scatti della Messina passata fa emergere il lato più artistico della fotografia. Sono ritratti squarci di storia, che però sono da stimolo per fare bene oggi. La scommessa è quella di far passare Messina da bretella autostradale a città, ecco perché l’amministrazione comunale si impegnerà a farlo”.

Muovendo accuse alla burocrazia che, scontrandosi con la politica, non riesce a trovare punti di convergenza, l’esponente della commissione cultura Nina Lo Presti ha dichiarato di volersi battere per ottenere la sosta obbligata al Palacultura per i trenini turistici, necessaria per la promozione culturale e non solo, mozione ribadita anche dal consigliere comunale Daniele Zuccarello.

L’idea di voler mantenere la mostra fotografica in maniera permanente o “Perna-mente” è stata sottolineata dal sindaco Renato Accorinti, che, in quanto grande appassionato di fotografia, ha voluto valorizzare questa esposizione perché svela la “magia” della fotografia: “qui nessuno, però, vuole prendersi meriti – ha ribadito Accorinti – ma soltanto cambiare rotta. La vera vittoria sta nella partecipazione e nella collaborazione”.

Questa mostra, però, si rivela anche occasione offerta di studio, come emerso dagli interventi della dottoressa Prestipino e dallo storico Riccobono. Gli scatti, infatti, forniscono documenti importanti a livello storico, sociale, culturale e senz’altro ricostruiscono tappe della storia della fotografia per le tecniche e i soggetti ritratti. L’urbanistica, i volti, gli incontri, i paesaggi immortalati sono oggetto di memoria, “una memoria che è sigillo dell’identità”, come ha dichiarato l’onorevole D’Alia, che ha avuto l’onere del taglio del nastro, inaugurando ufficialmente la mostra.

Si avrà la possibilità, dunque, dal 12 luglio al 31 agosto, tutti i giorni, all’interno del Foyer del Palacultura, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, di fruire di cento anni di fotografia, di scatti che servono anche a fornirci una immagine forse più pulita della città. (CLARISSA COMUNALE)

Fotogallery dell’evento a cura di Lillo Lo Cascio

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