MIGLIAIA DI MESSINESI SFILANO NELL’ISOLA PEDONALE PER RIPRENDERSI LA LIBERTA’

Inaspettata: questo è l’unico termine che sembra appropriato per descrivere la partecipazione odierna alla manifestazione organizzata in favore dell’Isola pedonale Cairoli. I più scettici temevano che l’ iniziativa sarebbe stata boicottata naturalmente dal sole caldo di agosto e dai tanti matrimoni in calendario e, invece, la città ha risposto con entusiasmo (senza garantire numeri da capogiro ma comunque ben superiori alle più rosee aspettative, considerato che la stima è di qualche migliaio di presenti): si è assistito persino a sfilate di gente in costume e prendisole e astanti in abito da sera, pronti per i ricevimenti nuziali.

Chi parla di poche centinaia di persone non deve aver sostato nell’area interessata oltre le 18,10 o soffre di evidente miopia. Un vero e proprio bagno di folla quello che ha animato le vie dell’Isola Cairoli. Trasversali le adesioni di società civile e “nomi noti” della scena politica messinese e, come è chiaro, non si trattava di soli “accorintiani”. Dal pulpito di un improvvisato speakers corner in Via dei Mille si sono alternati i due big del territorio in questione, Accorinti e Palano Quero -con tanto di t-shirt Sì Isola indosso-.

fotoDopo un primo intervento strappa applausi, il corteo ha attraversato il perimetro chiuso al traffico fino a giungere, di ritorno, al gazebo del ritrovo Irrera, dove un set musicale intratteneva i presenti, in pieno spirito proIsola. A quel punto, in piedi su una sedia, davanti a videocamere, smartphone e tablet dei supporters intervenuti, che in tempo reale documentavano tutto sui social, hanno preso la parola numerosi membri della giunta e altri rappresentanti istituzionali. Non solo Cambiamo Messina dal Basso: da Lucy Fenech a Daniele Zuccarello, da Patrizia Panarello a Guido Signorino e Filippo Cucinotta, dai due deputati pentastellati Valentina Zafarana e Francesco D’Uva – che, a dire il vero si sono fatti un po’ pregare perché, come da loro stessi dichiarato “siamo qui come cittadini non vogliamo che questa sia una passerella politica”- fino al presidente del quartiere e il sindaco -pronunciatisi nuovamente-. Di commercianti si è parlato molto, lo hanno fatto l’assessore al ramo e Francesco Palano Quero che li ha ringraziati nel suo breve intervento: “Sono in tanti a crederci e, non senza difficoltà, investono in questo progetto di rinnovamento”, perché “quel che è stato fatto è un sacrilegio contro la città”, secondo la delegata della Giunta al commercio. Il vicesindaco propone di considerare l’idea del referendum popolare (che anche in consiglio è stata avanzata dal cons. Franco Mondello, durante un intervento, con l’apparente sostegno di alcuni colleghi) del resto “non tener conto della risposta della città non sarebbe giusto”.

Ovvio e doveroso l’appello corale a tenere bassi i toni e non esasperare contrapposizioni d’alcun genere: “Perché se il ritrovo Santoro ha subito un atto intimidatorio, chi lo ha compiuto non cammina insieme a noi. I messinesi onesti rispettano gli altri e difendono anche la diversa opinione: mai ledere l’altrui libertà con gesti di tale bassezza”, urla al megafono Accorinti. In chiusura dell’evento che, a microfoni spenti, è continuato tra saluti e confronti tra cittadini e membri delle istituzioni, ha tuonato “non molleremo mai! Non siamo in nessun prezzario: non abbiamo bisogno di padroni e padrini. Questa è la nostra libertà anche se loro non si rassegnano”. E, tanto per non far mancare la dose quotidiana di irritazione ai nervi a chi ha dimostrato di non tollerare -legittimamente- certe uscite forti del primo cittadino, il sindaco chiude con un incisivo e tutt’altro che morbido: “Prima era tutta una gran prostituzione: hanno fatto uno stupro culturale di questa città ma noi andiamo avanti così. Io non vi abbandono!”. E, che piaccia o meno saperlo, intorno alla “pedana/palco” l’applauso è scoppiato con estremo fragore.

10553629_915035828512045_5391299039182993680_n Il tutto, mentre liberi cittadini accedevano ai negozi che esponevano la locandina “Sì isola” per firmare la petizione o lasciavano i propri dati a giovani e meno giovani armati di carta e penna per raccogliere le generalità di quanti la decisione dei sedici proprio non l’hanno apprezzata! (@eleonoraurzi, @RobertoFazio91)

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