STORIE DI UN IMPREVISTO: IL CONTROESODO D’AGOSTO

Esodo, controesodo e partenze intelligenti sono termini che d’estate regnano sovrani nei vocabolari delle migliaia di vacanzieri che si spostano su e giù per il Paese. Niente di nuovo, dunque: i tempi sono scanditi da momenti precisi che corrispondono ad arrivi e partenze. Messina lo sa bene essendo porta della Sicilia, vivendo da decenni il periodo ferragostano (pre e post 15 del mese) in tutto il suo caos, specialmente in prossimità dell’imbarco di Rada San Francesco. Probabilmente , per questo 2014, i vertici a guida del controllo viabilità hanno fatto male i conti e presumendo -per inspiegabili ragioni- che, a ‘sto giro, non ci sarebbe stato il famoso rientro che annualmente mette sottosopra il traffico in città, hanno ben pensato di non prevedere il servizio su strada di pattuglie della municipale. Proprio così: nel giorno deputato storicamente al rientro dalle ferie, i capoccia della Polizia Municipale hanno ritenuto che affrontare -come ovvio- una situazione che va considerata “ordinaria amministrazione” (historia docet) fosse superfluo. Lo sanno bene quanti hanno subito il blocco di ore, questa mattina, quando già alle 11.30 la città era al collasso con file d’auto che arrivavano fino all’autostrada (Boccetta). D’urgenza dunque si è provveduto ad inviare tre pattuglie della municipale a fronteggiare l’emergenza! Emergenza? Beh se si fosse trattato l’ordinario come tale non ci sarebbe stata emergenza. E se l’ordinario non viene affrontato come si conviene c’è qualche evidente problema di competenze, nel senso che i responsabili (parola derivata dal concetto di responsabilità) evidentemente non sono poi così competenti o in alternativa hanno “solo” commesso il peccato di sottovalutare l’ovvio, non guardando al passato: ad ogni anno passato. Il caso della Polizia Municipale e del suo evidente mal funzionamento non è l’unico esempio di mala gestio messinese, ovviamente. Ma in una città normale, già dopo le ore di blocco stradale per la festa di San Nicola -qualche giorno fa a Ganzirri- si sarebbero dovute pretendere le dimissioni di chi non ha affrontato adeguatamente una situazione (anche quella tutt’altro che imprevista) che avrebbe impedito anche il passaggio di un’ambulanza per mancanza di spazio tra auto in doppia fila e bancarelle montate fuori dall’area consentita (nessun controllo evidentemente è stato eseguito in giornata). Eppure nulla è avvenuto e la pattuglia in servizio, al “suono della campanella”, ha lasciato (legittimamente) il posto piantonato per qualche ora, lasciandolo scoperto -non essendo stato previsto in loco un notturno evidentemente-, pronto ad ospitare scene da far west! E i festeggiamenti nella riviera nord sono solo uno dei casi da segnalare. Purtroppo inefficienza e Polizia Municipale sono due elementi di un binomio perfetto: lo abbiamo imparato a nostre spese. Nessuno nasconde l’inciviltà del messinese medio; lungi da noi non considerare il reale e clamoroso problema dell’organico sottodimensionato del corpo; siamo consapevoli del fatto che agenti abili al servizio esterno lavorano comunque al chiuso di uffici nei quali, spessissimo-non sempre-, si scalda soltanto una sedia (ci sono uffici, omologhi ad altri , che servono solo ad implementare la farraginosità della burocrazia che impantana tutto): per questo e molto altro non intendiamo dare la colpa a nessuno degli agenti in servizio.

Altro discorso vale per i vertici, invece: dai comandanti dei reparti al numero uno Gen. Calogero Ferlisi -in ferie fino a lunedì-, passando per il Cap. Marco Crisafulli, è doveroso che qualcuno dei responsabili risponda di certe inefficienze. Ed è altresì doveroso che l’assessore competente, sindaco Renato Accorinti, inizi a prendere misure nette verso chi, come dice la parola stessa, è sulla carta responsabile, con annessa busta paga proporzionata! Del resto, in qualunque contesto lavorativo, se si fa bene è giusto essere premiati, se si fa male bacchettati se non licenziati. Purtroppo il pubblico fa eccezione e il ben servito non si da’ neppure ai peggiori, ma questo non vuol dire che i “responsabili” siano “intoccabili”.

( @eleonoraurzi )

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