REFERENDUM CONTRO AUSTERITY E FISCAL COMPACT: RACCOLTA FIRME PARTE PURE IN CITTA’

Sono quattro i referendum indetti dal Comitato contro le politiche dell’austerità con l’ambizioso obiettivo di aprire la strada alla modifica del testo di legge sul pareggio di bilancio. Partita in ritardo rispetto al resto d’Italia, dove la raccolta è iniziata da qualche mese, sigle sindacali e movimenti politici della città dello Stretto si mobilitano, un tour de force che si concluderà il 30 settembre prossimo e dovrà mettere in cassaforte un quorum di 500mila firme.

Per far conoscere natura e contenuti dei quattro quesiti referendari, questa mattina a palazzo Zanca è stata indetta una conferenza stampa dal comitato promotore nel corso della quale sono state illustrate le modalità di sottoscrizione. A sostegno del progetto referendario, schierati in prima linea ci sono Rinfondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà e Cgil.

“Le politiche di austerity hanno mostrato palesemente i propri limiti, con conseguenze negative che è possibile cogliere in qualsiasi settore produttivo ed occupazionale – spiega Enzo Cocivera della Cgil – i cittadini non sono l’ultima ruota del carro, anche se a molti fa comodo vederli in quest’ottica. Compito di questo comitato, che sarà  presente ogni giorno sino al 30 settembre a piazza Cairoli e ogni domenica a piazza del Popolo, sarà quello informare la cittadinanza sui contenuti del referendum e sulla possibilità di usare lo strumento referendario come chiave di volta per portare all’attenzione dell’Europa le istanze legittime dei cittadini”.

Bistrattato in più occasione dalla politica dei palazzi, il referendum abrogativo è uno strumento di democrazia diretta e partecipativa al quale Daria Lucchesi, segretaria provinciale Sel, crede ancora: “Come gruppo politico abbiamo tentato di modificare in diverse occasioni alcuni passaggi del fiscal compact – spiega l’esponente del movimento vendoliano – abrogare la normativa allo stato di fatto e al punto in cui siamo arrivati non è più pensabile, ed oggi, con il terzo e con il quarto quesito in particolare, proviamo ancora una volta a scardinare, sebbene in parte, l’attuale legislazione”.

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“Il pareggio di bilancio è ormai parte integrante della nostra costituzione – esordisce Alfredo Crupi responsabile della politiche sociali della Cgil –   per abrogarlo occorre un referendum costituzionale, noi  invece partiamo da un referendum abrogativo attraverso il quale chiediamo all’Europa di allentare certi stretti parametri perché, diversamente, da questa crisi non usciremo”.

Un’opinione condivisa Piero David: “Dalla fine degli anni ‘80 al 2011 – spiega l’economista – la politica ha sposato la tesi secondo la quale nessuno stato deve mai indebitarsi. La stessa Bce si è data analogo obiettivo: quello cioè di bloccare l’inflazione. Nel 2011 però abbiamo dovuto fare i conti con una complessa crisi economica, della quale il caso americano ha rappresentato l’esempio più lampante – prosegue David – crisi che ha dimostrato come quel tipo di politica sia funzionale solo laddove si assesti su un’economia in crescita, diversamente, in una condizione recessiva come la nostra, rischia di affossare ancora di più l’intero sistema. La prova di quanto affermo è fornita dalla stessa Germania  – conclude l’esperto – oggi in stagnazione economica”.

Tra le modalità di sottoscrizione, già attivate presso l’ufficio elettorale del Comune di Messina con la collaborazione dei consiglieri Nina Lo Presti e Luigi Struniolo, ai quali spetterà il compito di autenticare le firme, e all’interno le sedi circoscrizionali che hanno aderito all’iniziativa, è prevista l’istituzione di un banchetto itinerante che si snoderà tra i mercati comunali.

L’appello alla mobilitazione è unanime: “Conosciamo i limiti dei referendum – spiega Sturniolo – la sorte toccata a quello sui beni comuni è stato la prova tangibile di una mentalità tesa a non tenere conto della volontà popolare, allo stesso tempo però sappiamo che è necessario agire: il pareggio di bilancio è parte della nostra carta costituzionale ed è un attacco alla nostra democrazia”.

A sposare i quattro questi referendari anche Daniele David, membro della direzione nazionale della Cgil. (@Emma_De_Maria)

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