RICICLAGGIO DI RAME: 4 IMPRENDITORI SICILIANI ARRESTATI TRA CALTANISSETTA E MESSINA

Dalle 4 di questa mattina, a Caltanissetta, Messina e Pisa, e’ in corso l’operazione Red Carpert da parte dei Carabinieri, che, sotto il coordinamento delle procure di Caltanissetta e Messina, hanno arrestato quattro imprenditori siciliani, tre uomini ed una donna, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di rame rubato.

I militari dell’arma hanno sequestrato anche due aziende di compravendita di materiale ferroso, capannoni, attrezzature varie ed un autoarticolato utilizzato per il trasporto della refurtiva per un valore complessivo di circa tre milioni di euro. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno recuperato circa trenta tonnellate di rame rubato, sottratto in prevalenza dagli impianti Enel: è la più grossa quantità di ‘oro rosso’ sequestrata in una sola occasione sino ad ora in Italia.

Quattro gli imprenditori del settore arrestati. Si tratta dei fratelli Alberto Di Blasi, 27 anni, Antonino Di Blasi, 31 anni, e Luciano Di Blasi, 30 anni, messinesi, titolari della ditta “Messina Metalli” di via Don Blasco, e la titolare della ditta “Metal Rottami” di Venetico, Lucia Spadaro, 38 anni. Una quinta persona, un rumeno, è stato arrestato in flagranza di reato mentre portava un carico di rame alla ditta messinese.

I furti di rame, fenomeno in aumento su tutto il territorio nazionale, in Sicilia hanno raggiunto, da tempo, proporzioni preoccupanti. Il tutto configura perdite economiche rilevanti per società di energia elettrica e telefonica, costrette ad affrontare ingenti costi per gli interventi di messa in sicurezza delle tratte danneggiate e per il ripristino delle linee. Solo l’Enel Spa, nel 2013, ha stimato un danno economico pari a circa 20 milioni di euro. Ed ancora interi quartieri possono rimanere senz’acqua per il furto del rame contenuto nei tralicci che assicurano il servizio idrico.

Con l’operazione Red Carpet, i militari hanno scoperto che la ditta Messina Metalli ora Fratelli Di Blasi Ecofeme, acquistato il materiale di provenienza furtiva, lo conferiva a sua volta alla ditta Metal Rottami Srl, con sede a Venetico Marina, facente capo a Lucia Spadaro. Da qui il rame, grazie alla collaborazione della ditta di trasporti Schepis, veniva trasportato prevalentemente presso una terza ditta, la Ecoacciai Spa, con sede a Pontedera (Pisa).

Lo scorso 27 agosto, i carabinieri hanno deciso di pedinare proprio uno di quei camion che, carico fino all’inverosimile di cavi di rame, è partito dalla Messina Metalli di via Don Blasco e, giunto all’ingresso della Metal Rottami di Venetico, ha scaricato le matasse di rame che, a distanza di qualche ora, sono state caricate, con altro consistente quantitativo di rame, su un rimorchio della Schepis-Trasporti. Ricoperte con un telone, la motrice con il prezioso carico ha lasciato la ditta, dirigendosi verso il porto di Messina, dove è stata imbarcata sul traghetto per Salerno. Da lì, il camion ha raggiunto la ditta Ecoacciai di Pontedera, al cui interno è scattato il blitz dei carabinieri, che hanno proceduto al sequestro del camion e del carico, rinvenendo circa 30.000 chili di cavi di rame riconducibili alla linea elettrica, per un valore complessivo di 200.000 euro.

Il rame sin qui sequestrato, rubato in Sicilia e – a detta degli inquirenti – confluito nella centrale di raccolta dei fratelli Di Blasi, è pari al peso di 40 tonnellate.

L’operazione Red Carpet è stata coordinata dalla Procura di Messina, pool criminalità economica composto dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti procuratori, Roberta La Speme e Antonio Carchietti. Il gip che ha firmato le ordinanze è Maria Teresa Arena.

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