FONDI NAZIONALI PER I COMUNI IN PREDISSESTO: SIGNORINO, “NOSTRO IMPULSO PER LA NORMA INTRODOTTA NELLA SBLOCCA ITALIA”

Guido Signorino

Il vicesindaco e assessore al bilancio, Guido Signorino, ha risposto con una nota alle consigliere, Antonella Russo e Simona Contestabile,  che in una conferenza stampa a Palazzo Zanca hanno attenzionato l’art. 43 del D.L. 133/2014 (il recentissimo “Sblocca Italia”). L’assessore mette i  puntini sulle i, sottolineando che proprio quella novità era stata caldeggiata dall’amministrazione al Governo centrale.

“Si tratta di una misura che, come a suo tempo annunciato, è stata introdotta nell’ordinamento su impulso dell’Amministrazione Accorinti  – ha dichiarato l’assessore –  che completa l’insieme di interventi che, su indicazione della nostra Giunta, ha modificato la normativa relativa al cosiddetto “predissesto”. Gli interventi precedenti erano stati: 1) l’introduzione del principio che un’Amministrazione di nuovo insediamento ha il diritto di intervenire su un Piano di riequilibrio che non ha contribuito a determinare; 2) la rimozione dell’impossibilità di contrarre mutui per i comuni in predissesto, consentendo invece a questi di finanziare gli investimenti necessari per i progetti di risparmio strutturale e di risanamento dell’ente; 3) la garanzia delle somme pubbliche a sostegno del risanamento con il vincolo di impignorabilità per i fondi del D.L. 174/2012; 4) la trasformazione del fondo di rotazione regionale in contributo a fondo perduto, ottenuto con la legge finanziaria regionale del gennaio 2014. A questo insieme di norme mancava un punto importantissimo. Siccome l’accesso al “fondo di rotazione” del D.L. 174 era considerato “anticipazione”, si poneva un vincolo costituzionale al suo utilizzo: essendo proibito dall’art. 119 della Costituzione l’indebitamento per sostenere la spesa corrente della P.A., i fondi del 174 (direttamente destinati a spesa corrente) non avrebbero potuto essere utilizzati per saldare i debiti pregressi della P.A..

Infatti queste risorse dovevano essere iscritte al titolo delle entrate corrispondente alla voce “Mutui”, rendendone impossibile l’utilizzo per il saldo dell’esposizione in conto corrente, con la conseguenza paradossale di poter ricevere denaro, ma di non poterlo spendere. In un contesto in cui occorre facilitare i pagamenti delle P.A. (anche per evitare sanzioni dell’Unione Europea), si trattava di un vincolo assurdo e da rimuovere. Dopo mesi di incontri con i ministeri dell’Economia, della Funzione pubblica e dell’Interno, siamo riusciti con la Ragioneria generale dello Stato a trovare la via per superare questa strettoia: la modifica della natura giuridica del fondo di rotazione. Tecnicamente, questa modifica, è implicita nel comma 2 dell’art. 43, laddove si prescrive che l’anticipazione ottenuta sia iscritta al titolo secondo delle entrate, considerandola non come “mutuo”, ma come “trasferimento”, ancorchè soggetto a restituzione, data la natura rotativa del fondo. In tal modo non si incorre nel vincolo di costituzionalità sopraindicato.

Insomma, è un complesso intervento normativo che abbiamo costruito con grande impegno e che ci consentirà adesso di affrontare con maggiore agevolezza il piano di riequilibrio. Attenzione: non si tratta di finanziamento, ma di partecipazione ad un fondo di rotazione, di cui la città di Messina ha già fatto richiesta ottenendone un primo anticipo.

Ciò vuol dire che lo Stato non concede risorse aggiuntive e che quanto sarà ricevuto dovrà essere restituito (e dunque recuperato con risorse di bilancio nel periodo del riequilibrio) con rate semestrali entro un limite massimo di dieci anni. Alcuni aspetti operativi sono ancora da chiarire, ma è ovvio che l’Amministrazione sta già ristrutturando il piano di riequilibrio, includendovi l’utilizzo del fondo di rotazione. Di ciò avevamo parlato con la Prima Commissione ed in particolare col vicepresidente, Giuseppe Trischitta, al quale avevamo annunciato che queste risorse sarebbero state particolarmente importanti per facilitare le transazioni sul debito.

L’annunciata proposta di delibera – ha concluso il vicesindaco Signorino – potrà sicuramente essere un valido contributo all’operazione, anche per il valore politico aggiunto derivante dal fatto di essere avanzata da due consiglieri che il 2 settembre avevano votato contro il piano di riequilibrio. Russo e Contestabile pensavano di essersi sostituite all’Amministrazione; è evidentemente sfuggito loro di aver lavorato su provvedimenti ed iniziative che la Giunta Accorinti ben conosce per averli ideati, proposti, promossi, discussi nelle più elevate sedi istituzionali e seguiti passo passo nel loro iter di approvazione. Invito tutti a superare miopie e obiettivi propri, lavorando davvero insieme per il bene della città”.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it