OPERAZIONE BUCO NERO: I PARTICOLARI DELL’INCHIESTA SUL FALLIMENTO DEMOTER E L’ARRESTO DI CARLO BORRELLA

Bancarotta fraudolenta, fallimenti pilotati. Cinque le società coinvolte che sono state sequestrate nel corso del blitz della Squadra Mobile che ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari che ha portato all’arresto in carcere dell’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili Carlo Borrella (52 anni, e già coinvolto in alcune delicate inchieste su mafia e appalti pubblici) nell’ambito di un’inchiesta sul fallimento da circa 20 milioni di euro della Demoter e all’arresto con il beneficio dei domiciliari di altre persone, tra familiari e commercialisti.

Il G.I.P. presso il locale Tribunale, Dott.ssa Maria Teresa Materia, ha accolto  pressocchè integralmente la richiesta formulata dai Sostituti Procuratori Dott. Fabrizio Monaco e Dott. Antonio Carchietti, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Dott. Sebastiano Ardita.

Carlo Borrella
Carlo Borrella

In particolare  ai domiciliari sono stati posti suo padre Benito (78 anni)  e sua sorella Zelinda (54 anni), Patrizia Surace, il commercialista Benedetto Panarello (che a suo carico ha già pregiudizi di polizia per associazione per delinquere e concussione in concorso, truffa e falsità ideologica commessa dal P.U. in atti pubblici), Gianfranco Cucinotta, Agatino Spadaro, Giuseppe Bottaro. Interdetti i commercialisti Gaetana Patrizia De Luca, Maria Antonietta Chillè, Giuseppe Scandurra, Giosafatto Zaire Zimbè, Sergio Zavaglia e Daniela Lizzio.

La polizia ha inoltre sequestrato quote e azioni di 5 società, per un valore di 10 milioni di euro:

  1. HB S.p.A., sedente in Messina, via Nuova Panoramica dello Stretto, 1416;
  2. CUBO S.p.A., sedente in Villafranca Tirrena (Me), via Antonello da Messina,1;
  3. BRICK s.r.l., sedente in Roma, via Cola di Rienzo, n°180;
  4. RCD s.r.l., sedente in Messina, viale San Martino, Is.135 n°116:
  5. EPUROXY s.r.l., sedente in Messina, Via San Martino, Is.135 n°116

L’indagine ha preso le mosse dagli esiti di una inchiesta condotta nel 2012, con la quale venivano denunciati 23 soggetti  ritenuti responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione del reato di bancarotta fraudolenta. Un quadro investigativo articolato che si è valso dell’analisi incrociata di indagini in diversi procedimenti penali, e che ha consentito di dimostrare che i componenti dell’importante gruppo imprenditoriale della famiglia BORELLA hanno posto in essere una vera e propria operazione di depauperamento della più importante società, la DEMOTER s.p.a., operante nel settore degli appalti pubblici, attraversata da vicende processuali di criminalità organizzata, destinandola alla sicura decozione, secondo un preciso e predeterminato disegno criminoso, consistente nella sistematica e progressiva spoliazione dei rami attivi del suo complesso aziendale, collocandoli in nuove società, potendo contare sulla preziosa e proficua collaborazione, di esperti professionisti. Tutto ciò per mantenere le attività del gruppo, sottraendole al rischio di misure interdittive ed all’aggressione dei creditori.

Un processo di trasformazione del volto societario del gruppo Borrella,  attraverso la cessione di rami d’azienda o la creazione di società nate solo per distrarre denaro (basti ricordare che, già in data 12.03.2010, risulta costituita la società anonima DEMOTER AFRIC”, con sede in Costa d’Avorio) operato con la complicità dei commercialisti, e che hanno permesso agli inquirenti di individuare ben sette distinti capi d’imputazione.

In particolare, in  primo luogo, viene contestato a carico del Consiglio di Amministrazione della DE.MO.TER. S.p.A. e del collegio sindacale di aver distratto la quota totalitaria del capitale della S.A.GEN. s.r.l. (proprietaria di un notevole complesso immobiliare), detenuta da DE.MO.TER. S.p.A., e per averla appostata al bilancio per l’importo di Euro 4.190.000,00 tra le immobilizzazioni finanziarie, conferendola nel capitale della HB S.P.A., costituita dalla DE.MO.TER. per scissione, in data 27.08.2009.

Gli amministratori ed il collegio sindacale, hanno esposto falsamente nei bilanci di DE.MO.TER. s.p.a., passività inesistenti per l’importo di Euro 3.163.153,28, cedendo tali passività alla RCD s.r.l., realizzavano una plusvalenza fittizia da cessione di Euro 2.224.384,58, concorrendo a cagionare il dissesto della DE.MO.TER., successivamente dichiarata fallita.

Nello stesso giorno della costituzione della società BRICK s.r.l., in data 06.05.2011,  la DE.MO.TER s.p.a. cedeva a questa società un ramo aziendale del valora di Euro 1.254.952, verso un corrispettivo di Euro 50.000,00. A sua volta, la BRICK s.r.l., attraverso una scissione in data 06.05.2011, costituiva la società CUBO s.p.a., per conferimento del ramo d’azienda sopra indicato, già ceduto da DE.MO.TER., sottoscrivendo l’intero capitale sociale per l’importo di Euro 5.300.000,00, sulla base di una perizia giurata falsa redatta da PANARELLO Benedetto, in realtà corrispondente al valore effettivo di Euro 9.201,715.

Con contratto di affitto del 14.09.2011, la DE.MO.TER. s.p.a. cedeva un ramo di azienda alla CUBO s.p.a. per il canone annuo di Euro 90.000,00, realmente stimabile nel valore di Euro 412.768.

Con contratto di affitto del 14.09.2011, la DE.MO.TER. s.p.a. cedeva un ramo di azienda alla FONDAZIONE ELSE s.r.l. per il canone annuo di Euro 60.000,00, realmente stimabile nel valore di Euro 155.425,00.

Con contratto di affitto del 14.09.2011, la DE.MO.TER. s.p.a. cedeva un ramo di azienda alla EPUROXY s.r.l. per il canone annuo di Euro 45.000,00, realmente stimabile nel valore di Euro 191.137,00.

E’ stata, dunque, effettuata la ricostruzione del processo di trasformazione del volto societario del gruppo BORELLA.

Carlo BORELLA ha scientemente agito per creare le premesse e le condizioni necessarie ad isolare, da un punto di vista societario, la DE.MOTER. s.p.a.dal resto del gruppo imprenditoriale di famiglia e, pur continuando a mantenerne il controllo, evitare il dissesto finanziario della stessa.

E’ stato, infatti, individuato il nesso causale tra le cessioni dei rami d’azienda della DE.MO.TER. s.p.a., effettuate secondo un preciso ordine logico e cronologico, che si incrociano con la contestuale costituzione di società, comunque riconducibili al gruppo BORELLA, seguendo un preordinato disegno criminoso, caratterizzato da ardite operazioni societarie artificiose, volto a far apparire, sia ai fini della certificazione antimafia che a quelli meramente commerciali e contabili, che sia la persona fisica BORELLA Carlo, sia la persona giuridica DE.MO.TER. s.p.a. non hanno più alcuna relazione con l’intero gruppo imprenditoriale familiare.

In realtà, BORELLA Carlo è egli stesso organizzatore e promotore della collocazione di nuovi soggetti nelle cariche amministrative e delle titolarità degli assetti proprietari societari. Egli è e rimane, unitamente al padre BORELLA Benito, alla sostanziale guida del gruppo pur non rivestendo alcun ruolo all’interno del gruppo imprenditoriale.

Infine, a sostegno del quadro investigativo raccolto, la consulenza tecnico-contabile, condotta su incarico del P.M. titolare dell’indagine, Sost. Proc. Dott. Fabrizio Monaco, collaborato dal Sost. Proc. Dott. Antonio Carchietti, coordinati dal Procuratore Aggiunto Dott. Sebastiano Ardita, ha confermato gli esiti di indagine, accertando la deliberata determinazione di coloro che hanno gestito la DE.MO.TER. S.p.A. a far ricorso a condotte artificiose e dolose, distrattive e variamente finalizzate a ritardare il fallimento, in pregiudizio dei creditori.

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