Beni culturali, Soprintendenza: “Progetto da 55 milioni per zona falcata ma il Comune è latitante”

“Negli ultimi sei mesi per Messina è stato fatto di più che negli ultimi 15 anni”. Rocco Scimone (in foto, primo da sinistra) commenta così l’operato di Giusi Furnari (in foto, prima da destra) all’assessorato ai Beni culturali della Regione, dopo il recentissimo rimpasto di Giunta che l’ha vista fuori dai giochi. Sei mesi incentrati sulla profettualità, con il fine di captare i fondi europei secondo le linee guida 2014-2020. Un lavoro di cucitura, secondo quanto si è appreso questa mattina nella sede della Soprintendenza ai Beni culturali, che ha condotto al confezionamento di tre schede riguardanti altrettante macro aree di interesse culturale. Su tutte Messina, con la Real Cittadella, la Badiazza, i musei, i Peloritani. Una scommessa da 173 milioni di euro in cui si incastona un progetto per la riqualificazione della zona falcata da 55 milioni.

Le altre due schede, da 20 milioni di euro l’una, riguardano la zona ionica, con al centro Taormina, e quella comprendente Abacena, Tripi e Montalbano.

Entro giugno 2015 tutto dovrà essere pronto per lo step successivo, ovvero l’esame dell’Unione Europea. Ma perché ciò accada, precisa il Soprintendente, “sarà necessario un coordinamento tra le istituzioni, dall’Autorità portuale, alla Capitaneria di porto, dalle Ferrovie dello Stato alla Marina militare. Fino, ahimè, al Comune. Dico così – ammette Scimone – perché il mio amico Renato Accorinti è fortemente latitante sebbene la sua presenza sia fondamentale, appartenendo proprio al Comune di Messina le aree in questione”.

“Ho lavorato tanto a questo progetto”, spiega Furnari, rammaricata per aver lasciato nemmeno a metà gran parte delle inziative intraprese ma ottimista che i risultati possano arrivare comunque. Nelle intenzioni della Soprintendenza, il porto storico sarà al centro dello sviluppo della città, con la zonza falcata raggiungibile da piazza Cairoli percorrendo appena 500 metri. “Ho incontrato non poche resistenze, soprattutto da parte della Regione – prosegue la professoressa, che ammette ironicamente di “offendersi” quando viene chiamata “assessore” – ma sono riuscita ad aprire il primo tavolo, la scorsa settimana, mettendo assieme tutte le istituzioni. Unico assente, il Comune di Messina”.

La posta in gioco è alta e arrivare alle somme agognate richiede una forte integrazione. Far capire a Palermo quanto importante sia per la città dello Stretto un risultato del genere non è stato facile. Ma è solo il primo passo: “Ognuno tende ad andare per la propria strada ma non ci si può frazionare sui progetti – afferma Furnari – portarne a casa uno, grosso, è già un successo. E il ruolo del Comune, come dell’Autorità portuale, è fondamentale”.

Infine, un’ultima stoccata a palazzo Zanca, sempre da parte di Scimone: “Il lavoro fatto sulla fontana d’Orione è merito della Soprintendenza, dell’assessorato. Poi, l’iniziativa è stata sposata dal Comune”. (@FabioBonasera)

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