Isola pedonale, Cacciola: “Tentativo di rendere città più sostenibile ridotto a mera bega politica”

Gaetano Cacciola

“Rammaricato per il modo in cui è stato trattato l’argomento”, così dichiara di sentirsi l’assessore Gaetano Cacciola, nel giorno dell’ordinanza del Tar di Catania sull’Isola Cairoli. “Cerchiamo di rendere più sostenibile una città e la questione viene ridotta ad una mera bega politica”.

Abbiamo chiesto all’Amministratore di chiarire alcuni aspetti dell’iter che ha portato ad oggi, giornata nella quale la bufera dello smantellamento dell’area pedonale si abbatte su Messina e, inutile negarlo, in primis su via dei Mille, corso riconosciuto da anni come via dello shopping e tradizionale punto di incontro durante le festività natalizie. “Ho seguito con attenzione le vicissitudini che hanno attraversato la fase di sperimentazione, per comprendere se l’isola creasse reali difficoltà o meno ad esercenti, residenti e alla viabilità”.

In questo frangente, l’ingegnere asserisce di essersi imbattuto in ostacoli preconcetti come quelli di alcuni “consiglieri che devono andare contro l’amministrazione ad ogni costo per avere visibilità”. Tra i membri del consesso che, più di tutti, si sono opposti al progetto dell’assessore di inserire un’area pedonalizzabile vasta nel Pgtu, senza dubbio, spicca il nome del capogruppo di Forza Italia. Giuseppe Trischitta, infatti, dentro e fuori dall’aula, ha scelto di rappresentare quella fetta di cittadinanza che non voleva accettare la chiusura al traffico di quella porzione di centro città così come previsto dal progetto originario dell’assessore alla mobilità e, oggi, dopo aver appreso la decisione del tribunale amministrativo etneo, ne ha chieste le immediate dimissioni.

“Piuttosto potrebbero essere i cittadini a richiedere le sue; occhio!”, ironizza sorridendo. “Io penso sinceramente d’aver lavorato bene e solo chi pensa di aver fatto male deve temere di aver seminato malcontento. Se il consigliere è davvero così certo di rappresentare la maggioranza dei messinesi – e io non credo – allora non ha niente da rimproverarsi”.

E invece Cacciola, in tutta questa vicenda, cosa pensa di dover rimproverare a se stesso? “Ho sbagliato all’inizio di questo percorso: non era necessario che l’isola andasse inserita nel Put. Avremmo potuto evitarlo come è accaduto in altri Comuni, ma mi sembrava giusta la condivisione con l’organo eletto dalla cittadinanza”.

Stando così le cose, l’amministrazione avrebbe, dunque, segnato un clamoroso autogol sin da subito. Resta il dubbio che non sia stato determinato tanto da spirito democratico ma piú da una leggerezza imperdonabile o un cattivo consiglio (di consulenti poco capaci o in cattiva fede sono pieni i libri di storia). Fatto sta che a palazzo Zanca non sarebbe ancora stata assunta la decisione sul da farsi ossia se proseguire sulla linea del ricorso al Cga o meno, anche se risulta assurdo non si sia già pensato ad un piano B. “Andiamo per ordine: intanto aspettiamo la comunicazione ufficiale del Tar, a quel punto si procederà con la sospensiva e dunque la riapertura al traffico della via dei Mille e di via Giordano Bruno; poi dovremo valutare di fare un’altra delibera se si riterrà di mantenere comunque chiusa Piazza Cairoli”, area, quest’ultima inserita nel “famigerato” piano, come zona pedonalizzabile.

“Valuteremo la situazione e se ci sono i margini faremo il ricorso ma dovremo per forza agire”, continua l’assessore che si dice “dispiaciuto per il Natale, da cittadino, mi creda. Lo scorso anno abbiamo sacrificato la tradizionale chiusura della via dei Mille perché si potesse partire tutti nello stesso momento con questa sperimentazione”. Cacciola precisa: ” Io ho pensato l’isola pedonale per la città e non per avvantaggiare alcuni. Sî, mi sono sentito dire anche questo.”

Facciamo un passo indietro però, perché, dopo pochi giorni dall’approvazione in aula del piano generale urbano del traffico (emendato), con una nota congiunta, gli assessori alla mobilità e al commercio, asserivano quanto segue: ” Devono essere rispettate, altresì, le prerogative dell’Amministrazione comunale che, secondo quanto recita l’art. 7, comma 9 del codice della strada, ha competenza certa sulla delimitazione delle aree pedonali (… I comuni, con deliberazione della giunta, provvedono a delimitare le aree pedonali … tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio)”.

Sulla base di ciò si direbbe sia della giunta e solo della giunta, dunque, la prerogativa di stabilire i perimetri delle aree pedonali. Ma la decisione odierna del Tar sconfessa quanto sostenuto dagli amministratori. Chi sta sbagliando? “L’area pedonale la fa la giunta, l’identificazione delle aree pedonalizzabili, invece, spetta al consiglio comunale”, ribadisce Cacciola. E torniamo al nodo cruciale: se la fine della sperimentazione non fosse stata vincolata (dalla stessa amministrazione) all’approvazione del piano da parte del consesso, non saremmo qui a parlare di ordinanze del Tar e smantellamento dell’Isola.

Ma se si aveva contezza di questo possibile epilogo, per quale ragione non si è cercato subito un nuovo confronto con i consiglieri dei diversi gruppi per prevedere delle modifiche al Pgtu? “In realtà non è andata così: io ho chiesto alla presidente Barrile di indire un incontro per parlare con i capigruppo delle soluzioni da trovare insieme, per tempo. Ma la seduta in questione è andata deserta. Purtroppo, poi bisogna ammettere che ci sono stati problemi anche con i dirigenti”, e l’allusione è all’ingegnere Mario Pizzino il quale “non ha non ha sostenuto l’isola permanente. Avendo dato parere positivo all’emendamento per la restrizione dell’area pedonalizzabile, di fatto, è andato anche contro se stesso, in virtù della prima relazione in cui si pensava ad un’area molto più vasta. E questo non ha aiutato certamente”.

Chi può fare cosa, a questo punto? Secondo l’assessore la salvezza dell’Isola dipenderebbe da qualche cordata di consiglieri “pro”. “Potrebbero richiedere si discuta un intervento urgente di modifica al piano del traffico. Oppure si potrebbero proporre delle isole pedonali temporanee”. A dire il vero, suddette iniziative potrebbero essere avanzate dalla stessa amministrazione ma, è evidente che il problema sia tutto politico e che il proponente faccia la differenza rispetto alle scelte che vengono assunte. Ecco, volendo banalizzare, se una iniziativa interessante la avanzi tu e mi stai simpatico ti appoggio, diversamente dovrai fare i conti con la mia opposizione a spada tratta. Questo lo sa Cacciola e lo sanno anche consiglieri -altri potenziali proponenti- che, mirando all’obiettivo, evidentemente, ritengono sia meglio farsi da parte.

E chi ne fa le spese è sempre Messina: la città che ci ha creduto, quella che non ci ha creduto ma con difficoltà ci ha fatto l’abitudine; quei commercianti che hanno accettato e sopportato il calo fisiologico dei fatturati nel primo periodo e che oggi iniziavano a vedere la risalita, i residenti che si erano adeguati alla nuova condizione. Ricade tutto sulla città con il beneplacito dei soliti noti che si sfregavano le mani, dall’inizio, sperando nell’epilogo che oggi ha avuto ufficialità.
Quantomeno bizzarro, comunque, che, fino ad ora, le uniche comunicazioni da parte dell’amministrazione fossero state quelle ricercate dai cronisti. Com’é che il comunicato di Palazzo Zanca arriva solo a nove ore dall’ordinanza del Tar? E com’è possibile che il sindaco pensi di poter liquidare la circostanza con un semplice “andremo avanti”? Ma avanti dove, di preciso ? E come? No, perché fino ad ora, ad ogni passo avanti sembra ne abbiano fatti 30 indietro. (@eleonoraurzi)

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