Isola pedonale, Indietrononsitorna: “Decisione Tar ennesimo atto di prevaricazione verso città”

«L’ennesimo atto di prevaricazione nei confronti della città». E’ così che il presidente di Indietrononsitorna, Rosario D’Anna, definisce l’ordinanza del Tar di Catania che sospende la delibera firmata dall’assessore alla mobilità di Messina, Gaetano Cacciola. Una decisione che, secondo l’associazione, ha di fatto decretato la fine dell’isola pedonale pensata ed attuata dall’Amministrazione.

«E’ un provvedimento di fronte al quale non si può rimanere inermi – commenta il presidente – un atto che non tiene conto di quello che è il vero interesse della città: godere di un centro urbano libero dalle auto e dallo smog, finalmente vivibile».

Al di là degli aspetti strettamente tecnici, per il presidente D’Anna è inaccettabile l’accusa di mancato dialogo attribuita al rappresentane di Giunta da parte di alcuni consiglieri comunali: «Sono dichiarazioni che lasciano davvero a bocca aperta – afferma – e che non rispondono assolutamente al vero. Cacciola è stato promotore di innumerevoli incontri, sia con il consiglio che con le associazioni di categoria, proprio per trovare un punto di confronto ed arrivare ad una proposta comune. Sono altri e non certo questa Giunta, a non voler trovare una condivisione di intenti».

Per Indietrononsitorna, il rifiuto ad accettare provvedimenti che vanno in direzione del miglioramento della qualità della vita è segno di grettezza e meschinità, per fini esclusivamente strumentali. Sono posizioni frutto di beghe politiche, sempre più distanti dalle vere necessità della gente.

A questo punto la “palla” passa a «quei consiglieri comunali – conclude il D’Anna – che hanno dovuto subire le decisioni di un gruppo di colleghi, ai quali, almeno in privato, dicono di non volere essere accomunati. E’ necessario fare chiarezza e spiegare ai tanti messinesi che questo Natale saranno “orfani” dell’isola pedonale, che le responsabilità sono da ricercare proprio da coloro che oggi, grazie ai nostri voti, occupano, anzi “scaldano”, una poltrona in aula consiliare».

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