Falsi incidenti stradali, sgominata associazione a delinquere: 11 persone ai domiciliari, una in carcere

Dalle prime ore di oggi, nell’ambito dell’operazione Tris, personale della sezione infortunistica della Polizia municipale di Messina e i carabinieri della Compagnia Messina Sud hanno dato esecuzione a 20 misure cautelari a carico di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla reiterata simulazione di falsi sinistri.

Le indagini svolte dai militari dell’Arma in stretta sinergia con personale della Polizia municipale e coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina hanno accertato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla realizzazione di falsi incidenti stradali, con il coinvolgimento di altre persone, anch’esse indagate, che si prestavano come testimoni per sinistri mai avvenuti o come soggetti direttamente coinvolti. L’intervento di questa mattina avviene in esecuzione di un provvedimento di misura cautelare emesso dal Gip del tribunale di Messina, Maria Arena, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Carchietti.

Per uno dei soggetti l’autorità giudiziaria ha disposto la custodia cautelare in carcere, per altre 11 la misura degli arresti domiciliari e per 8 dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Altri 32 indagati sono a piede libero. L’operazione ha richiesto il consistente impiego di personale della Polizia municipale e dell’Arma dei carabinieri.

Destinatario della misura di custodia cautelare in carcere è Gaetano Molino, 41 anni.

Domiciliari per Mauro D’Angelo, 25 anni; Adriano D’Angelo, 24 anni; Antonina Lui, detta Antonella, 69 anni; Giuseppe De Leo, 48 anni; Felicetta  Smiraglia, 49 anni; Carmelo Muscolino, 24 anni; Maria Concetta Totaro, 44 anni; Elisa Di Lauro, 36 anni; Arcangelo Settimo, 33 anni; Alessandro Munaò, 41 anni; Giuseppe Gangemi, 25enne residente a Cartaceto (Pu).

Destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria sono Carmela Alaimo, 41 anni; Alessio Lanzafame, 27 anni; Antonino Cucinotta, 24enne già noto alle forze dell’ordine; Palo De Luca, 58 anni; Francesco Bonanzinga, 42 anni; Davide Galletta, 37 anni; Umberto Di Blasi, 46 anni; Giovanni Ferrara, 22 anni.

Le indagini svolte dai vigili urbani dell’Infortunistica hanno avuto inizio nel maggio del 2011, con l’accertamento delle falsificazioni di atti finalizzati alla realizzazione di falsi incidenti. E’ emersa così l’esistenza – a detta degli inquirenti – di tre sinistri che presentavano forti analogie con uno avvenuto realmente nell’estate del 2010 e rilevato proprio dal personale della Municipale. Per questi falsi incidenti erano state già avanzate richieste risarcitorie alle compagnie assicurative. Una delle quali andata perfino a buon fine, con la liquidazione di ben 30mila euro.

Le ricerche, in stretta sinergia con i carabinieri della Compagnia di Messina Sud, sono state svolte tramite perquisizioni, sequestri di documenti, e hanno consentito di individuare – sempre secondo la magistratura – l’esistenza di un autentico sodalizio criminale dedito alla realizzazione dei falsi incidenti stradali. Nel corso delle perquisizioni nei confronti degli indagati sarebbero stati trovati elementi tali da prefigurare la programmazione di altri falsi sinistri. Un centinaio gli incidenti finiti sotto la lente di ingrandimento delle autorità. Verificatisi tutti nell’arco di tre anni, quasi sempre a Messina.

Le persone coinvolte, al fine di ottenere indebiti risarcimenti, oltre a simulare i sinistri, avrebbero falsificato documenti sanitari e d’identità, ricorrendo in un caso anche a uno scambio di persona in occasione di una visita medico – legale richiesta da una compagnia assicurativa. Gli inquirenti pare siano riusciti a documentare numerosi falsi incidenti con incassi, anche ingenti, confluiti su conti riconducibili agli indagati o su rapporti bancari cointestati o in uso a più soggetti. In un caso, i vigili urbani sono riusciti a bloccare un risarcimento indebito, da parte di una compagnia assicurativa, di ben 200mila euro.

I promotori e componenti dell’associazione sono stati individuati nelle 12 persone finite in carcere o ai domiciliari. Alla loro attività pare si sia affiancata quella di altri individui i quali, sebbene non sembra facciano parte del sodalizio, avrebbero comunque prestato la propria opera e il proprio consenso. I denunciati sono in tutto 52, 20 dei quali destinatari delle misure cautelari. Trentadue gli indagati a piede libero. Le indagini, va infine precisate, fanno seguito all’arresto di Gaetano Molino, nel novembre del 2011. Il 41enne, per garantirsi l’impunità, non avrebbe esitato a minacciare un ispettore dell’Infortunistica, impegnato nelle indagini, al fine di indurlo a desistere. L’arresto, a suo tempo, è stato eseguito proprio dalla Polizia municipale. Le minacce hanno sortito l’unico effetto di dare maggiore impulso al lavoro delle forze dell’ordine.

 

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