Biglietti omaggio al Vittorio Emanuele, comunicato fantasma difende il Teatro. Mistero sugli autori

I vertici del Teatro Vittorio Emanuele replicano ai sindacati in merito alla distribuzione di biglietti omaggio per lo spettacolo Dots, Lines and The Cube. Il presidente Maurizio Puglisi, e il soprintendente, Antonino Saija, sembra ritengano “indispensabile una pacata ma doverosa reazione contro un maldestro tentativo di qualche disorientato e disinformato sindacalista, messo in atto, ieri, attraverso i mezzi di informazione, al palese fine di calunniare la direzione del Vittorio Emanuele e disinformare la città”. Il “sembra” è d’uopo poiché il comunicato stampa inviato alle redazioni, che sembra provenire dall’Ear, non è firmato da nessun operatore dell’informazione regolarmente abilitato. Pratica vietata dal Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti, trattandosi di un ente pubblico, che non permette nemmeno di essere certi circa la veridicità della fonte.

“Chi ha pensato di lanciare una manciata di fango sulla gestione del Teatro Vittorio Emanuele – si legge nella nota – ha mirato male, molto male. Le notizie divulgate sono prive di veridicità e manipolate solo per gettare discredito sulla gestione dell’ente”.

L’ente Teatro, o chi per esso, nega si tratti di 46 biglietti omaggio: “Una dozzina gli accrediti alle testate locali, regionali e nazionali, che hanno chiesto di seguire l’evento prestigioso per la novità drammaturgica, con conseguente recensione dello spettacolo (possiamo fornire il relativo elenco nominativo); 30 i posti riservati, non ad amici, amici degli amici o presunte autorità, ma, su esplicita richiesta del direttore artistico Ninni Bruschetta, ai giovani che frequentavano e frequentano il laboratorio teatrale alla Sala Laudamo, per far conoscere le ultime e riconosciute novità nell’ambito della drammaturgia contemporanea, essendo la Direzione dell’Ente fermamente convinta che uno dei doveri di un teatro pubblico sia quello di aprire quanto più possibile gli scenari, i punti di vista, le possibilità interpretative sia al proprio pubblico che ai giovani allievi attori che decidono di intraprendere un percorso formativo; 4 i biglietti che per contratto sono stati donati alla compagnia giapponese”.

I sedicenti vertici del Teatro Vittorio Emanuele ritengono necessaria una “ulteriore puntualizzazione, a riprova della malafede nella divulgazione della notizia: è vero – dicono, o direbbero – che il teatro dispone di oltre mille posti, ma i posti disponibili per ogni spettacolo erano solo quelle sedie poste sul palcoscenico a diretto contatto con gli attori, esattamente 160”.

“L’intera operazione ha assunto un valore rilevante nella strategia del Teatro – aggiungono, o aggiungerebbero – per essere, a pieno titolo, rientrata in un importante progetto di cooperazione internazionale, che inserisce il Teatro Vittorio Emanuele in un circuito di scambi che valica le Alpi. Quanto alle cosiddette agevolazioni si rasenta il ridicolo nella scomposta accusa. Di niente altro si tratta che della rigorosa applicazione dei prezzi dei biglietti previsti con l’abbattimento del 40% per gli under 30 e del 20% per gli over 65. Si conclude, facendo presente che sono a disposizione della stampa i borderò di tutti i nostri spettacoli da cui si può agevolmente evincere come la pratica dei biglietti omaggio è scomparsa con questa gestione del Teatro Vittorio Emanuele. Siamo consapevoli che questo rigore a qualcuno non piace, ma siamo convinti che la città, invece, apprezza; ed è questo che per noi conta”.

A margine, è Messina Ora che intende procedere con un paio di precisazioni. Nella replica appena pubblicata si leggono espressioni come “malafede” e “rigore”. Si dovrebbe dedurre che per “rigore” viene intesa la mancata applicazione, da parte dell’Ear, del comma quinto dell’articolo 9 della legge 150/2000 sugli uffici stampa degli enti pubblici che recita: “Negli uffici stampa l’individuazione e la regolamentazione dei profili professionali sono affidate alla contrattazione collettiva nell’ambito di una speciale area di contrattazione, con l’intervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

Pare sia sempre “rigore”, per i massimi dirigenti del Teatro, ignorare la direttiva dell’Ordine siciliano dei giornalisti che impone agli iscritti di firmare i comunicati stampa degli enti pubblici. Certo non è “malafede”. Almeno, Messina Ora preferisce pensare che non sia così. Soprattutto nel rispetto dei bravi colleghi che giustamente hanno accettato un incarico proposto, non per colpa loro, nella più totale assenza del rispetto delle regole. Non sono loro a sbagliare ma chi predica il “rigore” razzolando male.

Sempre che siano davvero i vertici del Vittorio Emanuele a parlare in questo comunicato e non le loro controfigure.

 

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