Randagismo, chiusura presidi e brucellosi. Direttore Asp 5: “Nessun passo indietro, provvedano i Comuni”

“I Comuni si consorzino tra loro e, invece di pretendere ed esigere da altri soluzioni preconfezionate, si assumano le proprie responsabilità e forniscano risposte concrete in merito alla questione randagismo”. Parole inequivocabili, quelle rilasciate a Messina Ora dal direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina, Gaetano Sirna.

Il titolare di palazzo Geraci si esprime così in merito alle polemiche levatesi nelle scorse settimane da parte dei 108 Comuni interessati dal provvedimento che, a partire dal 9 novembre scorso, ha sancito la chiusura dei presidi veterinari in tutta la provincia. Nessun passo indietro, nessun ripensamento, nessuna concertazione. L’Azienda sanitaria chiude le porte e tira dritto, spedita. Prima, diretta conseguenza del provvedimento, il trasferimento del presidio veterinario di viale Giostra all’interno della cittadella universitaria dell’Annunziata, nei locali della facoltà di veterinaria, e l’invito al Comune di Messina di stringere una convenzione per il proseguimento dell’attività di sterilizzazione dei randagi con privati.

Invito, quest’ultimo, respinto da palazzo Zanca che, attraverso l’assessore Daniele Ialacqua, ha formalmente chiesto all’Asp 5 il ripristino delle precedenti modalità. Posizione condivisa dalle associazioni animaliste aderenti allo sportello tutela animali e ribadita nel corso di un’audizione davanti alla competente commissione dell’Ars, lo scorso 16 dicembre. “Sotto il profilo squisitamente aziendale – spiega Sirna – non aveva alcun senso mantenere in vita presidi che, come nel caso del Comune di Torrenova, in un anno avevano sterilizzato solo 50 cani e zero gatti. Un’evidente inefficienza che andava eliminata”.

Percentuali di segno negativo determinate anche dalla mancanza di un servizio di recupero e prelevamento dei randagi. Obiezione alla quale il direttore dell’Asp replica così: “Ribadisco, i Comuni si consorzino e, con un contributo esiguo di mille euro ciascuno, acquistino un furgoncino per il trasporto degli animali e siglino un contratto di lavoro per due persone da impiegare nel settore”. Mentre le posizioni dell’azienda e dei Comuni restano distanti, il servizio di sterilizzazione, censimento e cippatura da quasi due mesi si è trasferito nei locali dell’ospedale didattico veterinario (Odv): “L’Università di Messina ci ha palesato le proprie esigenze – spiega il direttore generale – quelle, cioè, di ottenere l’accreditamento europeo, dimostrando ai commissari di Bruxelles di essere nelle condizioni di formare i propri studenti; accreditamento senza il quale l’ex facoltà di veterinaria avrebbe rischiato di chiudere. Abbiamo così dato vita a una sinergia grazie alla quale – prosegue – i nostri veterinari potranno lavorare all’interno di due sale operatorie attrezzate ed efficienti”.

Sinergia in funzione della quale, a spese dei volontari, dovrebbero confluire all’interno dell’Odv i cani e i gatti dell’intera provincia. Il verificarsi di casi di decesso e di complicazioni post operatorie, così come testimoniato da alcuni volontari, stanno però spingendo molti di loro a rivolgersi a privati per sterilizzare i randagi a proprie spese, sebbene la legge 15/2000 stabilisca che la sterilizzazione dei senza padrone debba essere effettuata gratuitamente dall’Asp. “Nessuno degli studenti prende parte attiva agli interventi – assicura Sirna – la loro presenza in sala operatoria si limita alla semplice osservazione. Detto ciò, così come accade per gli umani, ognuno è libero di scegliere, quando sta male, se rivolgersi al pubblico o al privato”.

Nessuna novità all’orizzonte neppure per ciò che riguarda lo stanziamento di fondi da destinare alla prevenzione del randagismo. Una precedente delibera dell’azienda ha infatti disposto, fino al prossimo 31 dicembre, l’incremento di ore e il trasferimento di fondi dalla prevenzione randagismo alla brucellosi. Linee guida che, assicura il manager, continueranno a caratterizzare il cammino dell’azienda anche per il nuovo anno: “Siamo gli ultimi in Italia sul fronte della lotta alla brucellosi. Un trend negativo al quale non era possibile dare risposte soddisfacenti in soli tre mesi”. (@Emma_De_Maria)

 

 

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