Galleria Vittorio Emanuele: pubblica o privata? Storia di una giurisdizione opinabile. E Confesercenti cerca di fare chiarezza.

E’ terra di nessuno quella galleria in Piazza Antonello: eppure, quando si tratta di frenarne il moto di ripresa che passa dall’impegno di attività imprenditoriali, diventa oggetto di contesa tra i tanti che ne rivendicano la giurisdizione. Appena qualche sera fa, su Facebook rimbalzavano condivisioni di post di esercenti con attività all’interno di quell’area, che giustificavano la chiusura momentanea del proprio locale o raccontavano ai contatti social cosa fosse avvenuto durante il giorno.

La scena è la stessa a cui si è assistito più volte: agenti della polizia municipale armati di bollettari e penne disponevano sequestri e multe per quanti avessero occupato abusivamente con tavoli e sedie lo spazio antistante le proprie botteghe. Intendiamoci, il comandante Pietro Villarà e i suoi non hanno fatto nulla che esulasse dalla propria professionalità. Già, perché l’occupazione è abusiva e su questo non c’è nulla da dire. Bisognerebbe chiedersi, però, il perchè sia abusiva. Nessuno dei titolari dei locali che si trovano in galleria ha voglia di mettersi in regola? Preferiscono tutti rischiare di dover tenere abbassate le saracinesche per mancanza di arredi utili a fare accomodare i clienti, nel caso di blitz? Le cose starebbero in modo diverso: suddette concessioni a quanto pare, esattamente come nel caso di Via Tommaso Cannizzaro –di cui vi parlammo mesi fa-, sarebbero state richieste ma non concesse, stando a quanto risulta.

Il bandolo della matassa porta dritti agli uffici del reparto patrimonio che chiede al condominio il parere per il rilascio delle autorizzazioni. Insomma suddetto dipartimento municipale vedrebbe nei titolari degli immobili interessati i reali titolari dell’area della Galleria, intendendola a mo di zona privata.

Al timone di questo reparto, il dottor Natale Maurizio Castronovo, nuovamente al suo vertice dopo una parentesi che aveva visto alternargli un altro dirigente, l’ ingegner Domenico Signorelli. Si fa riferimento a questi spostamenti dirigenziali perché proprio durante la gestione del secondo, la questione sembrava essere stata risolta. Bisogna tornare indietro di una manciata di anni e tirar fuori dal cilindro segnalazioni della Confesercenti e interrogazioni del democratico Daniele Zuccarello, già allora in consiglio: a quanto pare, in quel frangente, le concessioni tanto agognate, pare si stessero per affidare ma, al suo ritorno in carica, il dirigente, attualmente di nuovo a capo del dipartimento interessato, avrebbe seguito la linea ritenuta più conforme alla personale interpretazione della norma vigente.

“Noi riteniamo che l’interpretazione data dal Comune di Messina al regolamento circa l’obbligatorietà del parere favorevole del condominio per il rilascio della concessione del suolo sia una forzatura”, spiega Andrea Ipsaro Passione, della Fiepet – Confesercenti-.

“Il suolo della galleria”, continua il rappresentante dell’associazione di categoria “è pubblico e come tale non soggetto a servitù private. Inoltre riguardando agli atti costitutivi della Galleria, risulta che il lotto su cui ricade la superficie della struttura risulti condominio insieme con le botteghe dei cantinati. Tra l’altro, i proprietari di questi sono storicamente d’accordo con la presenza di attivita’ commerciali all’interno della galleria, oltretutto”. Da quanto risulta, la bizzarria starebbe nella doppia “proprietà” divisa tra pubblico e privato: superficie e e copertura apparterrebbero al primo e solo i prospetti degli immobili ai secondi, chiaramente; ma è evidente che la questione non sia così chiara e inopinata.

Se questa suddivisione di giurisdizioni e competenze risultasse esatta non si comprenderebbe la ratio per cui il dipartimento patrimonio subordinasse il rilascio di concessioni di suolo al beneplacito del condominio. Nella fattispecie in cui, invece, l’area risultasse privata, non avrebbe senso neanche il coinvolgimento dell’ufficio al quale si dà per buono appartenga la competenza del rilascio.

Infine, sarebbe opportuno che la questione delle competenze venisse risolta una volta per tutte anche per un’altra ragione che non è solo legata all’esigenza di creare e sostenere l’imprenditoria e il rilancio dell’economia in città nonché di valorizzare una struttura storica di enorme valore artistico (di Galleria Vittorio Emanuele, in tutto il Paese ve ne sono solo tre); ma anche e soprattutto perché, come le foto di seguito dimostrano con chiarezza, essa versa in uno stato di incuria e abbandono a dir poco vergognose. Sarebbe dunque tempo che i competenti venissero investiti anche del titolo di responsabili e non solo di quel buono e cattivo tempo che spesso si fa.

Se fino ad ora proprio quegli esercenti e titolari di locali sono stati  impegnati a curare “l’orticello” antistante le proprie botteghe è vero anche che alla manutenzione ordinaria e straordinaria dovrebbero provvedere il Comune o il condominio, a seconda di quale risulterà, una buona volta e per tutte,  reale titolare dell’immobile.

E si spera,  nell’interesse non solo degli imprenditori ma della città tutta, che la questione venga finalmente risolta perché è sinceramente mortificante che una tale perla del nostro patrimonio sia ridotta così come è sotto gli occhi -e nell’indifferenza- di tutti.

@EleonoraUrzì

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