“Beni comuni”, l’esperto Marabello lascia l’incarico: “ci ho provato, ma nessuna risposta concreta”

Un nuovo fallimento politico per l’amministrazione Accorinti, che su uno dei punti cardine del programma elettorale, l’uso dei beni comuni, è stata bocciata proprio da uno dei più attivi: l’architetto Luciano Marabello, nominato nell’aprile 2014 quale esperto del sindaco -a titolo gratuito – per la consulenza nelle politiche di razionalizzazione degli spazi urbani, del patrimonio costruito e dei beni comuni per la qualità e l’innovazione della città.

L’esperto del Sindaco, che pure aveva sostenuto la Giunta nei giorni delle aspre polemiche con il collettivo Pinelli, si è arreso dinanzi alle mancate risposte alle richieste giunte dopo mesi di lavoro partecipativo, anche attraverso i forum organizzati a Palazzo Zanca.

“Le dimissioni sono del 25 giugno, mandate via pec a sindaco e assessore – conferma Marabello –  ho solo aspettato di renderle pubbliche perché volevano vedere me è tutto il mio gruppo di lavoro, che ha inviato un’altra lettera di richieste. Ho ascoltato tutto e gli infiniti “si a tutto” – sottolinea con l’amaro in bocca –  ma penso che non posso costruirmi visione, domanda, risposta e poi aspettare ciascuna decisione come se fossimo sempre al primo giorno. Io sono abituato al mio lavoro:  idea, progetto, varianti, approvazioni, cantiere. Realizzazione anche parziale – conclude – ma per me c’è la realizzazione”.

Cosa si aspetta dopo questa pubblica “resa dei conti”?
“Mi attendo che la scossa faccia accelerare la macchina, che diano confezione per fare le prese d’atto dei regolamenti e la trasmissione al consiglio comunale, mi attendo che facciano i bandi in ottemperanza alla delibera ad’indirizzo proposta dal laboratorio e deliberata dalla Giunta, mi attendo che ricentrino il tema dentro un strategia, se ci riescono”.
C’è stato un episodio in particolare che ha scatenato questa sua reazione?

“Messina ha fatto scelte e organizzato diverse cose: su questi  temi era protagonista indiscussa nel panorama nazionale. Eppure lo scorso 11 giugno  c’è stata una riunione a Roma, due giorni di confronto con i funzionari delle “città del Regolamento”  organizzata da Labsus ( il laboratorio per la sussidiarietà ndr) e Messina non è stata neanche invitata, perchè malgrado le cose fatte e l’attenzione dei media, allo stato non risultano atti deliberati. Il regolamento è stato fatto e costruito dal laboratorio, ma la Giunta non lo ha adottato per mandarlo in consiglio, quindi alla fine non c’è una macchina amministrativa che gira in quel senso”.

L’architetto, il cui nome figurava tra i papabili all’incarico di assessore dopo le dimissioni di Cucinotta, ha comunicato le sue motivazioni in una lunga lettera, allegando il “diario” delle azioni compiute nel corso della sua collaborazione con l’amministrazione.

Il testo integrale della missiva: 

“La mia consulenza finisce perché ritengo che nei rapporti di supporto tecnico, dati per l’attuazione concreta di progetti politici, la consulenza debba trovare risposta nella traduzione politica e anche coraggio di rilancio pur nella coerenza amministrativa o nei limiti di azione. E’ una decisione non facile, che è stata presa dopo averci provato fino in fondo e avendo accordato con pazienza alla Giunta Municipale, tempi e modi di attuazione e presa d’atto dei documenti e delle numerose proposte del Laboratorio e iscrivendo tali proposte in una strategia pragmatica e coerente dei beni comuni, questo però nelle decisioni di governo non è ancora accaduto e non sembra ancora un tema prioritario. Quando un progetto politico non cavalca e ridimensiona nei fatti i suoi temi identitari e programmatici a evocazione, condanna questi temi alla marginalità anche in rapporto alle esperienze e velocità delle altre città che lavorano connotandosi su quegli stessi temi. I quattordici mesi trascorsi, consegnano nelle mani del Sindaco e della Giunta un lavoro documentato, fatto di azioni concrete e di materiali operativi, di proposte, di costruzioni condivise di regolamenti e di proposte di delibere, tutti i materiali sono presenti in modo trasparente sul sito del Laboratorio per i Beni Comuni e linkato all’Home Page del Comune di Messina. www.benicomuni.me

Il 7 luglio sono stato convocato dalla Giunta insieme a tutto il gruppo di coordinamento del Laboratorio, ho ribadito le ragioni della mia scelta, chiedendo al Sindaco e agli assessori che mostrino nei fatti la centralità e la trasversalità dei temi dei Beni Comuni nel programma di governo e diano l’agibilità politica e pragmatica al Laboratorio in quanto istituzione. Il gruppo di Lavoro che aveva stilato e inviato alla Giunta un memorandum con tempi e priorità dei provvedimenti da adottare, ha ricevuto assicurazioni di risposte positive seppure scaglionate nei prossimi mesi, nell’attesa di risposte concrete e coordinate della Giunta il gruppo di lavoro del Laboratorio ha deciso di sospendere le attività fino all’attuazione degli atti richiesti.

La Giunta Municipale  ha a disposizione ed esitati dal Laboratorio, materiali, bozze di regolamenti pronti (proposta di Regolamento per il bilancio partecipativo, proposta di Regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni e la sussidiarietà) che hanno fatto già i passaggi partecipativi e possono essere assunti dalla Giunta e proposti al Consiglio Comunale, ha una Delibera d’indirizzo (n.184 24-3-15) per fare operare i dipartimenti in tema di bandi per l’uso la concessione di beni e spazi comunali. Ha anche una Delibera (n.172 18/3/14) per costruire protocolli e relazioni con le altre città sui temi dei beni comuni; ha gli esiti di consultazione sul regolamento per orti urbani e periurbani, ha gli esiti dei tavoli e delle consultazione sul riordino delle partecipate e dei servizi pubblici di Messina e grazie alla trasparenza e all’impegno con cui abbiamo mantenuto vivo il sito, possiede i report di tutti i Forum dei cittadini e abitanti, di tutti i contatti e le occasione di socialità, di tutte le azioni intraprese dentro la città nel corso di questo anno e due mesi. Malgrado io abbia rimesso il mandato, i temi legati ai beni comuni e agli spazi urbani per l’innovazione della città e il Laboratorio cittadino, luogo capace di mescolare partecipazione cittadina, competenze e traduzione amministrativa, restano tutti in piedi e attuali, forse con delle necessarie revisioni nel rapporto con la macchina comunale, ma da rilanciare sia sul terreno delle idee che su quello delle prassi di cittadinanza attiva e di innovazione sociale.

Le città in tempi di crisi e di scarsezza di risorse hanno proprio dinanzi al loro futuro tutti i temi del riuso dei beni, del protagonismo dei cittadini, della riattivazione sociale ed economica attraverso il capitale sociale dello spazio e dei beni comuni; un futuro dentro quel progetto innovativo che sta aggregando molti comuni italiani sui temi dell’Amministrazione Condivisa.

Temi e valori iscritti in una strategia complessiva che possa collegare le politiche delle città e le innovazioni nel rapporto con i cittadini. Il futuro contiene inoltre questi temi perché sono i temi principali che orientano le misure di Programmazione europea di coesione e inclusione sociale e quelle d’innovazione sociale; le Smart city non sono solo fatte di vie tecnologiche o di strabilianti App ma sono quelle città che esplorano, mostrano e rafforzano la loro intelligenza e creatività rispetto alla crisi.

La mia consulenza per scelta finisce, la palla passa alla Giunta, mentre i temi di fondo restano e per me cambia solo il punto di vista e di posizione per poterci ragionare e lavorare”. (@Pal.Ma.)

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