Forte Teatro Festival. “In veste di rosa”, un potenziale inespresso

Il secondo appuntamento con il Forte Teatro Festival, nella bella cornice del parco ecologico San Jachiddu, è con “In veste di rosa”, uno spettacolo firmato dalla regia di Domenico Cucinotta e dall’interpretazione dell’attore Pippo Venuto.

Liberamente ispirato a “Miracolo di rosa” di Jean Genet, lo spettacolo messo in scena resta un gran potenziale inespresso. Intenso nella scrittura, spoglio nella sua interpretazione. L’emozione tradisce a sprazzi Venuto che, complice il suo passato da detenuto, personifica degnamente l’angoscia e l’agonia di chi ha commesso un errore senza poter redimersi, ma non riesce ad esprimere il meraviglioso viaggio onirico che, dal profumo di una rosa poi crudelmente calpestata dai firmatari della condanna a morte del baby assassino Harcamone, porterà dentro il cuore e l’anima di un detenuto che sconfigge la paura e l’amarezza di uno sbaglio con il sorriso che sa di redenzione.

“In prigione non siamo più quasi al mondo”, lamenta il detenuto che conosce la sua stretta, vuota e buia cella a memoria, nella conta di quattro o cinque passi. Forse al vuoto più assoluto di una prigionia fa riferimento la scarna scenografia di quello che non è solo un monologo narrativo, quanto a tratti (forse troppo estesi) implosione di muta fisicità, anche questa però senza particolari pretese. Poco ritmo e porzioni di sceneggiatura apparentemente scollegate per poco più di cinquanta minuti di spettacolo che lasciano, infine, lo spettatore a metà tra una leggera noia e latenti sensi di colpa per non aver compreso, forse, la vera prigionia vissuta da un detenuto cui crolla addosso il giudizio infinitamente sospeso del mondo intero. Eppure, come per Harcamone, qualcosa da salvare, in fondo, dev’esserci. L’idea di una realtà sub-superficiale che spiega le profonde ragioni di ogni gesto, visibile a chi evade dal grigiore dell’apparenza e del pregiudizio e, con l’immaginazione, riesce a trasformare le catene in ghirlande di fiori: questa idea di fondo, in sè salvifica, ci piace. Del resto è l’arte che ha salvato Pippo Venuto. Non promosso, neanche bocciato: rimandato ad una seconda chance, quella che tutti dovremmo avere.

Il Forte Teatro Festival tornerà in scena già domani con “Terremoto” di Saverio Tavano: due repliche, alle 21 e alle 22.30, consigliata la prenotazione. @RobertoFazio

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