Messinambiente: sprechi e corruzione, tangenti e nessun controllo. A dare l’input alle indagini le denunce del Sindaco Accorinti

Uno spaccato inquietante sul malgoverno dell’amministrazione pubblica messinese. L’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica è uno spartiacque tra vecchie e nuove gestioni. E lo dimostrano le parole del Procuratore Capo Guido Lo Forte, che ha sottolineato come l’input alle indagini è stato fornito dalle denunce presentate dal Sindaco Renato Accorinti. Non solo:  dopo l’arrivo di Alessio  Ciacci, gli incentivi riconosciuti ingiustificatamente al personale, hanno ricevuto uno stop. Così come è stato verificato che nel 2014, l’utilizzo delle risorse interne (che fino ad allora erano state sottoutilizzate a favore di ditte private a cui venivano affidati appalti fuori da ogni logica di mercato) abbiano fatto diminuire gli sprechi attestati a circa 1 milione e 200 euro l’anno.

L’inchiesta, che è solo la punta dell’iceberg di una complessa vicenda che si allarga alle trame amministrative e politiche della città, ha preso in analisi la gestione operativa e finanziaria dell’Ente, in un ampio arco di tempo compreso tra il 2009 e il 2014, facendo emergere la sistematica violazione della normativa prevista dal codice degli appalti per quel che concerne l’acquisizione di servizi e forniture da parte di enti e società pubbliche, e la fallimentare conduzione economica dell’ente, nonostante l’adozione di un indirizzo privatistico che avrebbe quantomeno dovuto produrre economie di gestione.

lo forte_ardita“Invece – si legge nei documenti della procura –  veniva registrato dal 2009 al 2013 un risultato operativo negativo ammontante a € -25.764.066, con perdite d’esercizio ammontano a complessivi € 31.828.559, tanto che nel 2012 la società veniva posta in liquidazione.

In questo arco temporale la gestione dell’ente è stato accentrata nelle mani di Armando DI MARIA (prima come D.G., poi A.U. e infine liquidatore della società sino al 2014, data in cui subentrava Alessio CIACCI), personaggio privo di qualsiasi competenza manageriale, che ha demandato quasi interamente ai privati i servizi di competenza dell’ente, ivi compresi quelli rientranti nel core business dell’azienda: dalla raccolta RSU, per lunghi periodi affidata alla ditta SEAP di Agrigento, alla manutenzione di mezzi e cassonetti interamente demandata a ditte esterne, tra cui la MEDITERRANEA A. di Marcello DE VINCENZO, che faceva la parte del leone, e la GENTILUOMO S.r.l. di Francesco GENTILUOMO.

DI MARIA ARMANDO -
Armando Di Maria

Le indagini hanno permesso di appurare che in questi anni un ruolo preminente è stato assunto dal contabile della società Antonino INFERRERA, che diveniva il braccio destro di DI MARIA, al punto da influire sulle più rilevanti decisioni riguardanti la scelta dei partners privati di Messinambiente, spesso amici personali dello stesso INFERRERA, sia sull’ordine preferenziale e sull’entità dei pagamenti erogati ai fornitori; ciò gli consentiva di rafforzare oltremodo la sua capacità d’influenza sulle ditte esterne.

A fronte di affidamenti di servizi e consulenze a vantaggio di imprenditori e professionisti “amici”, scelti in modo del tutto discrezionale e spesso senza una contropartita in termini di efficienza, qualità ed economicità del servizio reso, riceveva illecite retribuzione dell’ordine di diverse migliaia di euro dai privati, sotto forma di servizi e consulenze fittizie conferiti a due società dallo stesso gestite: la FINCONSULTING e la FIN.SERVICE S.r.l..

Emblematici i casi della società MEDITERRANEA A. di Marcello DE VINCENZO cui veniva in un primo tempo affidato il servizio di manutenzione e sanificazione dei cassonetti, in precedenza svolto con mezzi e personale di Messinambiente, e subito dopo la manutenzione dei mezzi di Messinambiente, pur non avendo la ditta alcuna esperienza nel settore, che generava profitti in un quinquennio per circa € 2.600.000. Analogo discorso per GENTILUOMO Francesco, cui veniva affidato un servizio di pronto intervento su mezzi di Messinambiente, nonostante la ditta fosse priva di operai specializzati, operando principalmente nel settore del noleggio di mezzi e macchine industriali: GENTILUOMO Francesco percepiva, unitamente alla ditta del fratello Santi, per soli interventi di manutenzione oltre € 1.000.000 dal 2009 al 2013, cui devono aggiungersi le vendite all’ente di diversi mezzi industriali. Ed, infine, il caso di BUTTINO Antonino, un broker assicurativo di Barcellona P.G., non molto conosciuto sul mercato, che subentrava alla compagnia SAI nella gestione di tutti i contratti assicurativi (sia RC auto che di altro tipo) dei mezzi di Messinambiente, percependo una commissione del 15% sull’importo lordo dei contratti stipulati, ed incassando commissioni per circa € 350.000 in tre anni.

In concomitanza con questi affidamenti le società di INFERRERA ricevevano dai predetti imprenditori e professionisti, incarichi di consulenza, che le indagini hanno dimostrato essere fittizi, per giustificare le dazioni di denaro al suddetto funzionario: questi riceveva dal 2011 al 2014 circa € 52.000 da BUTTINO, circa € 41.000 da DE VINCENZO, e circa € 10.000 da GENTILUOMO.

 

 

 

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