Emergenza abitativa: Unione Inquilini e Comitato Operai Disoccupati, “diffidiamo dai percorsi che mantengono inalterato l’esistente”

L’Unione Inquilini Messina e il Comitato Operai disoccupati hanno tenuto un’assemblea pubblica, in continuazione col percorso intrapreso per il corteo sulla casa e il lavoro del 19 dicembre. Un momento di confronto collettivo aperto a tutta la città, che si è svolto a palazzo Zanca, e a cui sono state invitate le istituzioni competenti (Prefetto, Sindaco, Assessori al ramo e Assessore Regionale alle Infrastrutture), perchè da loro gli operai disoccupati e i senza casa si aspettano interventi tempestivi e concreti per rispondere a esigenze e bisogni che non possono più essere mortificati.

Un appello raccolto dall’assessore Pino, unico presente tra le istituzioni invitate, che ha garantito l’impegno a stipulare nuove graduatorie per quanto riguarda gli alloggi popolari che tengano conto di categorie sociali come gli anziani e anche i single.

Di certo i dati forniti dall’amministrazione non rassicurano una pronta risoluzione dell’emergenza abitativa: gli alloggi, 14 immediatamente disponibili e 124 da ristrutturare, potranno essere concessi solo nel giro di 9 anni.

La richiesta, quindi, è di investire risorse per l’emergenza abitativa e per la crisi occupazionale,  per riqualificare le zone periferiche, il patrimonio immobiliare pubblico e mettere in sicurezza il territorio.

All’assemblea hanno partecipato numerose famiglie, tra queste anche quelle che da agosto vivono nella scuola Ugo Foscolo, e Casa Paradiso Occupata.

I disoccupati e i senza casa hanno prodotto una piattaforma molto chiara in cui rivendicano interventi a breve e lungo termine: dichiarazione dell’emergenza abitativa, blocco degli sgomberi, piano di interventi per l’edilizia pubblica e, soprattutto, massicci investimenti per occupare i tanti operai edili falcidiati dai licenziamenti nella riqualificazione urbana, nella messa in sicurezza delle scuole della città, nella cura del patrimonio abitativo pubblico.

L’obiettivo infatti, non è quello di costruire ulteriori immobili in un territorio martoriato dalla speculazione edilizia, con conseguenze catastrofiche dovute ai numerosi casi di dissesto idrogeologico, ma di usare le risorse esistenti, rappresentate da quel patrimonio immobiliare in disuso e spesso lasciato al degrado.

“Messina rappresenta localmente una grande contraddizione che stritola il Paese costringendolo tra acciaio e cemento – ribadiscono l’Unione Inquilini  e il Comitato Operai Disoccupati –  l’Italia è la nazione con il più basso tasso di crescita demografica, tuttavia ha il più alto consumo di territorio. In questo quadro Messina registra un invecchiamento della popolazione, dal 2002 al 2014 ci sono stati più decessi che nascite (solo nel 2014 abbiamo avuto un saldo naturale di -778 unità), inoltre dal 2002 al 2014 sono molte di più le persone che lasciano la nostra città rispetto  a coloro che trasferiscono la loro residenza in riva allo stretto, (solo nel 2014 abbiamo avuto un saldo migratorio totale di -805 unità).

Nonostante questi dati si continua a costruire, si aggrediscono colline e si consumano spazi verdi. Il risultato: tante case vuote, spesso acquistabili solo da consumatori upper-class che amano affermare i propri spazi di distinzione. Non dobbiamo essere complici dei proprietari, dei costruttori e dei potenti. Gli strumenti ci sono, si tratta della volontà politica di usarli e di metterli in campo per uscire dalla perdurante sofferenza esistenziale in cui sono sprofondati centinaia di nostri concittadini.

Noi diciamo che bisogna diffidare dai percorsi che mantengono inalterato l’esistente e che il cambiamento sarà radicale se interesserà nel profondo le condizioni materiali di vita degli abitanti del nostro territorio, perché in questi tempi il cambiamento, la rivoluzione o sarà urbana o non sarà”.

 

 

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