Messinesità #adminchiam – Le auto tunz tunz e la festa itinerante

di Simone Bertuccio  – Ogni anno a Messina – ma anche in tantissime parti del Sud-Italia – si celebra una festa.

La particolarità di questa festa non è, come gran parte delle altre, che si svolge una volta l’anno ma bensì tutto l’anno. È una festa itinerante, diciamo, che, con il suo andamento sinusoidale, fa sì che ad ogni sua manifestazione ne siamo ogni volta colpiti. Ha momenti di silenzio e momenti di climax  espressivo; ci sono situazioni in cui la festa si fa più passionale accompagnando altre situazioni gioviali e momenti in cui irrompe nei periodi di quiete.

È una festa che, a confronto, il Carnevale di Rio vale come la festa di un remoto paese nella provincia della Val Brembana.

A questa festa tutti possono partecipare. Adulti e meno adulti. Bisogna dire che, almeno fino a qualche anno fa, la partecipazione alla festa itinerante era prerogativa dei soli maggiorenni ma da qualche anno a questa parte la forbice dei partecipanti si è allargata. Non bisogna avere dei requisiti specifici. Per nulla. Anzi, quel che posso dirvi è che spesso, gli organizzatori e soggetti promotori della festa, sono proprio accanto a noi. Io, per esempio, nella mia vita ho scoperto alcuni miei conoscenti che amavano parteciparvi e non l’avrei mai detto. Loro sono così. È un po’ una sorta di massoneria ed il loro simbolo deve avere a che fare con due T maiuscole messe una accanto all’altra, come a creare simbolicamente un tempio, “TT”, appunto. Come due colonne greche, o romane, quasi a dare una parvenza di classicità e rigore.

Sono diverse le dicerie sul significato di queste due T. Alcuni pensano significhino “Troppo Togo”, altri “Ti Tumpulio”, altri ancora “Tutto Tecno”. Io credo che queste due “TT” abbiano il significato di “Tunz Tunz”.

Beh, avete capito di chi sto parlando. Delle discoteche ambulanti. Quel servizio di musica, o di ludoteca ambulante, non richiesto da nessuno ma che tutti gli operatori del settore, con tanto amore e devozione, ci regalano. È una cosa bella, bellissima e se sapeste quante persone vicine a voi fanno parte dell’organizzazione, beh, ne restereste colpiti.

Per questo dico che Messina è in perenne festa. Siete in un bar con un amico e state discutendo di problemi esistenziali? Ecco che ti passa accanto una discoteca ambulante che, con la sua aria di festa, smorza l’attenzione, ti stacca dai problemi facendoti concentrare su altro. Sei in chiesa e ti stai confessando? Ecco che ti passa accanto una discoteca ambulante quasi a ricordarti che, una volta fatta ammenda per i tuoi peccati, devi ritornare nella vita reale fatta di cannoli, doppie file, mezze birre e, appunto, Tunz Tunz. Poi possiamo anche discutere delle situazioni più basilari tipo, che so, mentre dormi. E non hai importanza quando dormi. Puoi dormire la notte, o farti la pennichella in un pigro martedì pomeriggio estivo. Non importa, la filosofia del “Tunz Tunz” presuntuosamente ti avvolgerà. Il suo rumore, l’impeto sonoro, ti tirerà fuori da un incubo o, nel caso tu stia facendo un sogno, ti riporterà nel mondo reale.

Prima vi ho parlato dell’ammissione al progetto “Tunz Tunz”, ovvero dei requisiti poter essere parte operativa della Grande Festa Itinerante del Tunz Tunz. Vi ho detto che ad oggi, per non rendere il momento goliardico di un’esclusiva condizione sociale, è aperto a tutti. Fino a qualche anno fa bastava la semplice Patente B ma da qualche anno, vista l’affermazione delle auto “cinquantine”, anche i più piccoli possono fare pratica.

Io tuttavia credo, senza retorica, che costoro facciano un  grande servizio alla comunità ma non solo. Credo anche che il loro essere così devoti al credo del “Tunz Tunz” abbia fatto aumentare in modo esponenziale il fatturato di tantissime aziende di elettronica. Se ci fate caso è raro, molto raro, che vi imbattiate in auto di medio/alto valore. I mezzi attraverso cui questi operatori del bene comune divulgano il loro credo sono umili, semplici. Abbiamo, appunto, auto cinquantine, di discussa bellezza estetica e di dubbia sicurezza, Smart, Fiat Cinquecento vecchie e nuove, Fiat Seicento, Lancia Ypsilon, qualche Opel Corsa…, insomma, auto abbordabili per qualunque medio lavoratore. Ma la loro filosofia sta dentro, non fuori. L’operatore del “Tunz Tunz” è come uno scrittore rabdomantico: ci devi andare a fondo per capire il senso della sua poetica. Una Panda ultimo modello, a parte i fari allo xeno di cui è stata arricchita, dall’esterno non ti dirà nulla, ma è quando viene aperto il portabagagli, quando vengono aperti gli sportelli, che ti rendi conto di cosa ci stia dietro la filosofia “Tunz Tunz”. Migliaia di euro spesi per la comunità, esclusivamente per la comunità. Si occupano del bene comune. Certo, è vero, il loro fare è un po’ troppo presuntuoso e pretenzioso ma, diamine, chi vuole fare la rivoluzione non può mica chiedere il permesso. Probabilmente è anche per questo che non v’è stata mai una persecuzione concreta contro questa sorta di associazione segreta.

In una vecchia pubblicità della Apple, in cui spiccava l’imponente voce di Dario Fo, veniva raccontato come «Solo chi è talmente folle da voler cambiare il mondo alla fine il mondo lo cambia davvero» e questa è la loro filosofia. E non importa se tuo figlio di 2 anni ha preso finalmente sonno dopo che ti ha fatto passare la notte in bianco, non importa se non riesci a sentire cosa dice il tuo interlocutore mentre sei in centro a fare una passeggiata, non importa se lì vicino si sta svolgendo un funerale, se hai il tuo pezzo tranquillo dei Mogwai ad un volume che basta per ascoltarne le peculiarità, no, non importa. Loro vogliono fare festa, vogliono farti conoscere il loro stato d’animo, farti sapere che musica ascoltano, quanto sono forti e quanto sono belli e trascinarti con loro qualunque cosa tu stia facendo.

Loro fanno festa tutto l’anno, loro non chiedono finanziamenti pubblici, loro “sono legione, loro non dimenticano, loro non perdonano”.

Se vuoi aderire, in barba al mondo intero, cercali nei fari allo xeno.

 

 

 

 

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