La battaglia dei conti: sul bilancio è caos. L’opinabilità dei numeri tra “forma e sostanza”

Dario Zaccone ha voluto attendere l’arrivo in aula del Ragioniere Generale prima di iniziare la seduta straordinaria della 1^commissione. Le valutazioni emerse dall’analisi del collegio dei revisori non sono marginali o aspetti sui quali si possa soprassedere: “siamo nel 2016, il bilancio ha poco di previsione sull’esercizio finanziario”, commenta il presidente dell’organo preposto a valutare i conti. 

In sala consiliare il grande assente è l’assessore al ramo finanziario, Luca Eller, fuori città da domenica; al suo posto il vicesindaco Gaetano Cacciola che, ancora una volta, chiede si faccia un lavoro corale per risolvere una situazione che “rischia di fare crollare l’economia della città!” Il nodo potrebbe essere sciolto se si facesse tabula rasa e si rimettesse mano, per l’ennesima volta, al documento economico. Possibilità paventata dai revisori è che questo sia presentato contestualmente al consuntivo affinché entrambi vengano votati. Ma modificare l’atto richiederà tempo, almeno quindici giorni, secondo il membro dell’esecutivo presente.
 dario_zaccone

“Intanto si deve operare una scelta tecnica”, tuona il numero uno dei revisori.  “La sostanza è questa: noi non stiamo parlando non di un consuntivo ma di un previsionale che riporta numeri che non corrispondono. Dunque,per compensare il gap, lo si modifichi e contemporaneamente si consegni il consuntivo perché siamo a ridosso della scadenza ”, ovvero il 31 maggio, data entro la quale anche il rendiconto 2015  va esitato e votato.

“Lo sforamento c’è”, prosegue Zaccone.

Il problema essenziale sta nella discrasia tra i numeri del previsionale e le cifre contenute nel cosiddetto “preconsuntivo 2015”. 
 
“Abbiamo consegnato al collegio dei revisori il rendiconto 2015 che definirei di verifica; vanno solo considerati gli effetti dell’accertamento ordinario”, risponde il ragioniere Cama che ribadisce come l’attendibilità del documento prodotto dalla giunta, a suo modo di vedere, sia certa. E nonostante il dirigente fosse l’uomo più atteso e desiderato da capigruppo e revisori, basteranno poche parole a limitare il suo intervento. Chi si aspettava di vederlo pubblicamente travolto da polemiche non ha assistito ad altro che a qualche blanda e velata allusione alla sua persona, nonostante a suo indirizzo, a microfoni spenti e cartellini non ancora inseriti, non si siano lesinati certo attacchi.
 
“Diciamo che il bilancio è congruo? Io rimango sbalordito!”, commenta sgomento il presidente del collegio dei revisori.
 
Segretario Le DonnePer Antonio Le Donne il nodo della faccenda è nel distinguere formale da sostanziale: “Nella sostanza i documenti sono corretti nel senso che l’attività che davvero è stata posta in essere è amministrativa e, fatti salvi quei casi di sforamento ammessi da legge, si è svolta nel rispetto dei dodicesimi”. La faccenda delle incongruenze numeriche invece sarebbe un fatto puramente formale: “ vede valori maggiori perché era un piano progettato precedentemente e vedeva entrate e uscite maggiori. Ma la realtà è quella consegnata agli atti del pre consuntivo -cioè quello che Cama chiama “di verifica”- consegnato ai revisori”. 
 
Il city manager sostiene che sì, i valori sono errati ma per ragioni di tempo non si possono cambiare. D’altra parte, con tutta la buona volontà, i revisori ribadiscono come loro corra l’obbligo di “acclarate la veridicità di questi dati”.
 
Interviene Daniela Faranda: “ E’ stato impegnato 100 e speso 80; la legge afferma non si possa prevedere in bilancio una cifra maggiore di quella che si evince dal consuntivo dell’anno precedente”.
 
 “Credo ci si debba aiutare per cogliere questo elemento di sostanzialità”, prosegue Le Donne. “È vero che nel documento è indicato 100 ma c’ è accompagnato un altro documento in cui si attesta in modo incontrovertibile che si è speso 80. Se si deve modificare allora dovremo modificare!” traduzione: “dovremo mettere mani al bilancio”. Chiaro? E cosa significa mettere ste benedette mani sul documento finanziario? Tempo.
Foto archivio Cacciola primo pianoTempo che secondo Cacciola rischia di far perdere i fondi statali che sono visti come la soluzione del momento.
“Prendiamo atto che non sono stati sforati i 12^”, commenta Zaccone, “Ma quel valore di cui parla il segretario generale sarà oggetto di valutazione nel consuntivo che è un altro documento. Noi oggi parliamo di previsionale e della attendibilità dei flussi finanziari indicati nel previsionale”.
 
Si aggiunga un altro elemento:  il riaccertamento, che avrebbe dovuto essere pronto a gennaio, non si è ancora visto, il che, è chiaro, farà slittare ulteriormente il consuntivo che, stando alle ultime notizie, potrebbe essere discusso non entro la fine del mese corrente ma del prossimo.
Una proroga ministeriale che quest’Amministrazione coglierebbe come opportunità; idea che fa storcere il naso a Nina Lo Presti.“Sventata l’ipotesi della sommossa popolare oggi si parla di nuovo di escamotage ossia come aggirare la norma”, tuona la ex accorintiana che, dopo aver ascoltato proposte e richieste del tavolo dei relatori, attacca la tracotanza dell’esecutivo reo d’aver, per bocca del suo neocomponente, urlato “mai più deroghe ai tempi”. Deroghe che oggi si chiede di prendere in considerazione sfruttando lo slittamento concesso da un decreto romano. Come si procede? “Aprirete il bilancio e adeguarvi alla proposta dei revisori o lascerete tutto così con conseguente parere negativo?” domanda la consigliera. A quanto pare, Cacciola non intende fare passi indietro prima che formalmente non giunga il no dei revisori. 
 
“È chiaro che l’ adeguamento del bilancio di previsione a quello che poi è il consuntivo è la soluzione ottimale; nessuno ha mai detto non sia quella”, risponde l’assessore. “Però richiede tempi che vanno al di là dell’ approvazione di aprile che ritenevamo ultima anche per il consuntivo. Sulla soluzione trovata insieme abbiamo ragionato fino ad ora. Non possiamo completare tra una settimana il lavoro, dovremmo ripartire domani per una operazione del genere”.  E allora lo si faccia, con straordinari e uffici preposti messi letteralmente sottosopra finché non si raggiunge lo scopo, come propone Santalco che chiede ai sindacati -presenti- di essere collaborativi in tal senso ond’evitare rischi per gli stipendi futuri dei comunali.
Da parte dei revisori l’ipotesi di autosospensione finché non giungeranno i dati dalla ragioneria. Nel frattempo, i lavoratori cui stamani si è promesso riceveranno le spettanze arretrate entro i primi di maggio, sappiano che entro quella data, sarà possibile che l’Ente li recepisca -eventualmente- dalla Regione ma non certo che giungeranno nelle loro tasche.
Forse, la protesta è andata in pausa pranzo un po’ troppo presto!

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