Tari 2016: breve storia di una tassa. Approvato il tributo Super Vicky

Delibera esitata dalla giunta di giovedì, sottoposta alla valutazione dei revisori di venerdì, approdata in aula e votata dal consiglio di sabato: ecco la breve storia della Tari.

Detta così sembrerebbe quasi si stia parlando di un comune rapido, efficiente e funzionante al limite della perfezione. Ma la realtà è ben diversa: come era previsto (e prevedibile) si è attesa l’ultima ora per l’approvazione di un atto che andava obbligatoriamente discusso entro e non oltre…ieri! E così è stato. Corredata di parere dei revisori e di scuse degli assessori Eller e Ialacqua -entrambi presenti durante i lavori del consesso-, la delibera è stata votata positivamente da 17 consiglieri (7 contrari e 1 astenuto). E non certo perché abbiano avuto modo e tempo di spulciarla adeguatamente: nessuno può averlo fatto, tranne che tra i 40 (25 stando alle presenze di ieri) non si nasconda qualche Super Vicky con facoltà di lettura superveloce. Ancora una volta non c’è voto politico e neanche tecnico ma quello che ormai è detto da tutti “atto di responsabilità”e che si traduce in “esigenza di fare cassa”.

Ci sono però dei dati che sono emersi nel corso del dibattito d’aula, a partire dal costo del (dis)servizio che, in un anno, si è ridotto di più di un milione di euro, così come anche positivi sembrano essere i risultati della lotta all’evasione -1.500 in più le utenze domestiche accertate e in regola con i pagamenti e miglioramenti anche per quelle non domestiche- e circa i risultati delle campagne sulla differenziata che pare stia dando i propri frutti -a poco a poco- stando alle sempre crescenti richieste di sgravi che arrivano agli uffici competenti. “Bisogna essere fiduciosi”, sostengono gli assessori, apparsi -specie il neoarrivato- piuttosto imbarazzati per la circostanza in essere: un’aula inferocita per essere stata convocata ancora una volta all’ultimo momento, impossibilitata a studiare un atto che è chiamata ad approvare sotto una pressione che qualcuno -plausibilmente- chiama ricatto. Un’evidenza sconcertante: dover parlare di un costo -che resta altissimo- di un servizio “vergognoso”, gravato in toto sulla comunità perché, ricordiamo, che questa imposta è totalmente a carico dei cittadini.

Eller parla al consiglio con calma e mortificazione -lui che è nuovo da queste parti resta basito per il fatto che si chieda all’assise di pronunciarsi in zona cesarini su un atto che non conosce. Non sa che il suo rigore sui tempi e i modi, a Messina, non sappiamo neanche cosa sia- ma senza tralasciare quel severo piglio con il quale non manca di contestare anche il consiglio, sostenendo d’aver chiaro che vi sia un distinguo da fare, che non sono tutti uguali, che c’è chi fa ostruzionismo. “Perchè certa politica non abbia lo spazio necessario per creare confusione, dobbiamo fare prima e presto per tornare ad un regime di normalità”. Occhio, perché l’assessore al bilancio sembra essere arrivato qui, prima ancora che per sistemare i conti, più in generale, per fare trottare tutti e mettere le cose apposto. “L’anno prossimo dovremo procedere come saette”, intima. Perché suona proprio come un’intimazione più che un auspicio.

@eluemme

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