No Inceneritore del Mela, il comitato contro il Ministero dell’Ambiente sull’aumento dei calcoli del fabbisogno

Il Comitato No inceneritore di Pace del Mela incalza contro il Ministero dell’Ambiente che ha elaborato un programma per individuare il fabbisogno di incenerimento per ogni macroarea geografica, circa 8,4 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, ovvero 1,8 milioni in più rispetto alla capacità complessiva degli inceneritori esistenti, motivo per cui il programma prevede la realizzazione di 8 nuovi inceneritori, di cui due in Sicilia.

Secondo il Comitato che ha appreso la notizia, non è altro che l’ennesimo atto studiato per gonfiare i calcoli del fabbisogno di incenerimento e permettere così di costruire l’inceneritore nella Valle del Mela. Anche le altre Regioni italiane su cui dovrebbero sorgere i nuovi inceneritori hanno espresso perplessità, preoccupati di fatto dei rischi ambientali e per la salute dei cittadini.

Per il Comitato, che ha fatto delle osservazioni inviate alla Commissione tecnica preposta alla verifica, sul fabbisogno complessivo, i dati sarebbero gonfiati e non coerenti rispetto alla direttiva europea 2008/98/CE, la quale stabilisce che possono essere inceneriti solo i rifiuti non riciclabili con le migliori tecnologie possibili.

I più moderni Piani Regionali dei Rifiuti (PRGR), d’altronde prevedono “schemi di flusso” che riescono a recuperare e riciclare materiali anche dai rifiuti indifferenziati sottoposti ad opportuni impianti TMB (trattamento meccanico – biologico), moderne tecnologie, insomma, che riescono a separare le frazioni umide da quelle secche, da cui può essere recuperata una quota significativa di materiali riciclabili; in seguito, da ciò che rimane si separa la frazione combustibile (idonea all’incenerimento) da quella non combustibile. Anche la Regione Siciliana rientrerebbe un tale sistema, nella teoria, perchè poi nella pratica, intervengono altri fattori ad ostacolare questo processo, non ultimo il Governo, che sostiene l’opportunità di non passare dagli impianti TMB e di incenerire tutti i rifiuti, anche quelli non combustibili come metalli, vetro, porcellana, inerti vari, con l’unico effetto di “abbrustolirli” prima di abbandonarli in discarica sotto forma di scorie.

Dalle analisi svolte si comprende che il reale fabbisogno di incenerimento si aggira intorno ai 2 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno per tutto il territorio nazionale, e non gli 8,4 milioni stimati dal programma di Governo.

Il Comitato ribadisce che “è assolutamente ingiustificata la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento sul territorio nazionale” e che “la corretta applicazione della gerarchia dei rifiuti, dando priorità al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata ed all’opportuna implementazione dell’impiantistica operante nei settori della differenziata, del riciclaggio, del compostaggio, della digestione anaerobica, del TMB e del recupero di materia dai rifiuti indifferenziati, permetterebbe non solo di eliminare il ricorso diretto alle discariche, ma anche di ridurre fortemente l’attuale ricorso all’incenerimento”.

Quanto alla Regione Siciliana, il Comitato definisce “sorprendente” la decisione di dare parere favorevole al programma del governo, nonostante il PRGR fosse stato approvato tre mesi prima.

Il parere della Regione si sarebbe limitato a evidenziare come i 2 inceneritori previsti dal governo per la Sicilia andrebbero “spalmati” sul territorio regionale dando vita ad altri 4 inceneritori più piccoli.
In particolare al messinese toccherebbe un inceneritore da 60-80 mila tonnellate l’anno, comunque ben più piccolo dell’inceneritore proposto da A2A/Edipower per la valle del Mela, che prevede invece una potenzialità di circa 510 mila tonnellate.

La partita è tutt’altro che chiusa, in quanto il programma del Governo, se approvato, potrebbe essere impugnato di fronte alla Corte di Giustizia europea. Invece sull’inceneritore del Mela di A2A pende il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali, contro cui Edipower ha presentato ricorso al Tar Lazio. Dal canto loro alcune amministrazioni comunali e diverse associazioni del territorio, tra cui lo stesso Comitato, si sono già costituiti contro il ricorso di Edipower o si accingono a farlo. (@Gianfranco Pensavalli)

 

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