Al Sud e nelle Isole gli stipendi più bassi d’Italia, lo attesta il Rapporto Retribuzioni OD&M Consulting (GiGroup)

Cresce il potere di acquisto degli italiani nel 2015, grazie ad un generalizzato incremento delle retribuzioni, sia nella componente fissa che variabile, maggiore rispetto all’inflazione, rimasta stagnante nello scorso anno, tuttavia le regioni delSud e le Isole restano le aree con retribuzioni medie più basse rispetto al resto d’Italia. E’ quanto emerge dalla 21a edizione del Rapporto Retribuzioni elaborato da OD&M Consulting, società di Gi Group specializzata nella gestione e valorizzazione delle risorse umane, a partire da un’analisi condotta su circa 380 mila lavoratori del settore privato sull’intero territorio nazionale.

Nel 2015, La Retribuzione Totale Annua (RTA) media al Sud e nelle Isole (€ 36.023) ha registrato una cresciuta del 2,1%, inferiore alla crescita della media nazionale pari al 3,7%. Anche in valore assoluto, le retribuzioni per queste aree territoriali risultano essere più basse della media italiana – sia nella componente fissa che variabile – con uno scarto del -6,8% per i dirigenti, -7,8% per i quadri, -12,2% per gli impiegati e -9,1% per gli operai.

Con riferimento ai diversi livelli di inquadramento, gli incrementi più rilevanti hanno riguardato i dirigenti (+10,3%) e gli operai (+6,1%), più contenuto l’aumento per i quadri (+2,9%); in controtendenza invece le retribuzioni per gli impiegati che segnano una diminuzione dell’1,5%.

Scendendo nel dettaglio, Calabria e Basilicata risultano essere le due regioni con retribuzioni medie annue più basse per quadri e impiegati. In riferimento all’andamento nazionale, infatti, i quadri e gli impiegati in Calabria guadagnano rispettivamente il 15,3% e il 17,4% in meno, mentre in Basilicata le retribuzioni risultano essere inferiori del 17,2% per gli impiegati. Ma anche analizzando i dati medi delle aree prese in esame, la Calabria risulta essere fanalino di coda per quadri ed impiegati, che guadagnano rispettivamente l’8,2% e il 6% in meno dei colleghi che lavorano in altre regioni del Sud e delle Isole. Livelli retributivi inferiori alla media si riscontrano anche in Puglia e Sardegna per tutte le categorie professionali.

È invece l’Abruzzo la regione che può vantare le retribuzioni più alte della media dell’area per i dirigenti (+4,9%), mentre la Campania offre retribuzioni maggiori alla media del Mezzogiorno per quadri (+2,1%) e impiegati (+4,1%) e la Sicilia per gli operai (+0,2%).

Prendendo in considerazione solo la categoria dei dirigenti, tutte e tre le Regioni con retribuzione inferiore rispetto alla media si trovano al Sud e nelle Isole: in Puglia (-10,2%) con 13.000 euro in meno, in Campania (-11,2%) con 14.000 euro in meno e in Sardegna (-12,8%) con 16.000 euro in meno.

Passando alla fascia dei quadri, se analizziamo le due regioni ai capi opposti della classifica, ovvero Lombardia e Calabria, si evidenzia uno scarto del 22,8% che corrisponde ad una retribuzione inferiore di 11.000 euro per i quadri calabresi rispetto ai loro colleghi lombardi.

Le differenze tra Nord e Sud persistono anche per impiegati e operai: analizzando sempre i poli opposti della classifica nazionale, un impiegato della Calabria guadagna circa 7.700 euro in meno di un collega della Valle d’Aosta, mentre un operaio della Campania guadagnerebbe 4.700 euro in più se lavorasse in Lombardia.

Infine, analizzando gli spaccati provinciali, sono sempre le provincie del Sud ad offrire le retribuzioni più basse per tutti i livelli di inquadramento, in particolare in Puglia (Lecce, Taranto, Bari) e Sardegna (Cagliari) che occupano quasi sempre le ultime posizioni.

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