Paolo David: Genovese e Rinaldi sapevano ma io non ero il tramite

Una settimana caldissima quella trascorsa a cui ne segue un’altra bollente. L’Operazione Matassa sta portando con sé non pochi sconquassi nel panorama politico elettorale locale.

Due i personaggi più “istituzionali” che sono stati ascoltati dai magistrati fino ad ora:Paolo David, ex capogruppo Pd in consiglio comunale poi traghettato in Forza Italia e Pippo Capurro ex membro del consesso nella precedente consiliatura e primo dei non eletti dell’allora (2013) Pdl.

In occasione della conferenza stampa in Procura, fu affermato che il coinvolgimento degli onorevoli Genovese e Rinaldi, destinatari dei voti che venivano raccolti secondo l’accusa, grazie ad una presunta campagna acquisti veicolata da referenti dei quartieri di Santa Lucia sopra Contesse e Camaro San Paolo, sarebbe stato indiretto.

Insomma, i due parlamentari sarebbero stati sì beneficiari di tali preferenze ma a loro insaputa rispetto al modus.

David avrebbe gestito le relazioni finalizzate al reperimento di voti per sé e i deputati “per acquistare credito” agli occhi di questi ultimi, aveva spiegato il Questore ai giornalisti appena qualche giorno fa.

Ma, stando a quanto rivela Nuccio Anselmo questa mattina, pare che durante l’interrogatorio di sabato scorso, il bancario ormai ex consigliere comunale -per il quale il Prefetto ha già disposto la sospensione dall’incarico-  abbia categoricamente smentito il fatto che i due cognati politici non fossero a conoscenza del modus operandi grazie al quale a loro indirizzo fioccassero consensi mirati. “Sapevano che Pernicone si interessava in loro favore ma non sono stato io il tramite”, avrebbe affermato al cospetto del Gip Maria Teresa Arena, David, il quale è attualmente recluso nel carcere di Gazzi con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. 

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