“Senza tregua” contro la mafia dei nebrodi: sgominato il clan Bontempo-Scavo (nomi e foto)

L’operazione Senza tregua, nata dall’intuizione dei poliziotti di Capo d’Orlando dopo un’estorsione a un pub del posto, mette in chiaro che i tortoriciani sono adesso in pace con i batanesi, hanno un capo, eletto dai Bontempo Scavo e con la benedizione della’ndrina dei Nirta, a loro volta collegati con gli Strangio.

Il nuovo dominus è Antonio Faraci, detto il calabrese per via dei natali della madre,m morta poco tempo fa. Il trait de union è Massimo Rocchetta, detenuto a Gazzi insieme a Paolo Nirta. Roba incredibile che fa dire al procuratore capo Guido Lo forte che certi mafiosi han troppa di libertà di movimento in carcere, figurarsi i loro accoliti fuori.

Comunque, seppur delusissimo che si aspettava collegamenti con quel che è accaduto sui Nebrodi con l’attentato ad Antoci, giusto dire che son saltate fuori un paio di novità: mano libere dei tortoriciani che si riforniscono di droga a Messina, e scambiano favori con il più ” calabrese” dei clan, e pure con quello della terza mafia di Mangialupi.

Poi c’è il solito collegamento geografico con il mondo etneo di confine ( il riferimento a Bronte è Francesco Costanzo,ndr). Ma non è solo droga, anzi. Ecco fuori le estorsione e la chiamata in causa di una non meglio taglieggiata impresa di Sant’agata Militello impegnata in anche Calabria . Il gip di Messina,  Salvatore Mastroeni,  su richiesta dei Sostituti Procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Vito Di Giorgio , Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco , si è espresso nei confronti di 23 persone, di cui 16 sottoposte alla custodia cautelare in carcere e 7 ristrette agli arresti domiciliari.

Questo, l’elenco dei soggetti colpiti dai provvedimenti cautelari:

Custodia cautelare in carcere:

  • ASPRI Giovanni, nato a Messina il 18 febbraio 1966;
  • CAMBRIA ZURRO Gaetano Calogero, nato a Patti (ME) l’8 dicembre 1988;
  • CORDA Vincenzo nato a Palermo il 17 giugno 1983;
  • COSTANZO Francesco nato a Bronte(CT), il 12 giungo 1988;
  • COSTANZO RINA Calogera nata a S. Agata di Militello (ME) il 27 gennaio 1968;
  • DESTRO PASTIZZARO Luca nato a Bronte (CT) il 13 settembre 1994;
  • FAVAZZO Gianluca nato a Sant’Agata di Militello(ME), il 12 giugno 1976;
  • FAVAZZO Sebastiano, detto “cinque dita” nato a S. Agata di Militello il 23 settembre 1981;
  • FORACI Antonio, detto “u calabrisi”, nato a Zafferana Etnea (CT), il 10 gennaio 1964, in atto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per mafia;
  • FORACI Cristian, nato a Sant’Agata Militello (ME), il 2 settembre 1989;
  • GALATI GIORDANO Roberto, detto “pampuscia” nato a Bronte (CT), il 6 luglio 1978;
  • GALATI RANDO Sebastiano, nato a Bronte (CT), il 10 aprile 1982;
  • MONTAGNO BOZZONE Giovanni, nato a Tortorici (ME) l’1 luglio 1965;
  • ROCCHETTA Massimo Salvatore nato a Sant’Agata di Militello (ME), il 19 gennaio 1975, in atto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per mafia;
  • ROSANO Vincenzo nato ad Adrano (CT), il 16 novembre 1968, in atto detenuto;
  • SINAGRA GIUSEPPE detto “pippo finestra” nato a Sinagra (ME), il 20 settembre 1976;

 

Arresti domiciliari:

  • CHIAIA Giuseppina nata a Sant’Agata Militello (ME), il 5 giugno 1991;
  • CUTÈ Giovanni nato a Messina, il 12 febbraio 1964, in atto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per mafia;
  • FAVAZZO Andrea nato a Messina, il 10 febbraio 1995;
  • FLORINDO Carmelo Salvatore nato in Germania, il 9 agosto 1983;
  • IMBARRATO Carmelo nato a Biancavilla (CT), il 12 febbraio 1991;
  • INGRILLI’ Simone nato a Patti (ME), il 6 gennaio 1994;
  • RANERI Giuseppe Domenico nato a Patti (ME), il 16 luglio 1996.

Calogera Costanza Rina è la moglie di Antonio Foraci, il neo “capo” della consorteria oricense e Cristian è il loro figliolo.Il collante è Giovanni Montagno Bozzone. Proprio nel campo delle estorsioni  Cristian Foraci vuole dimostrare al padre il suo spessore criminale. Durante un colloquio intercettato il Cristian si vanta che, durante la detenzione del padre, ha costretto un commerciante a corrispondergli la somma di 1.000 euro.

In un’altra intercettazione, dopo un rifiuto di pagamento, si sente il papà Foraci  dire al figlio di recarsi nuovamente presso quell’attività commerciale e dargli un vero e proprio ultimatum “gli devi dire: fino a stasera ho tempo, poi non ne ho più”. Padre e figlio poi, in una escalation estorsiva di matrice mafiosa, decidevano di prendere di mira l’autovettura della vittima, ove questa avesse manifestato ulteriore resistenza alle richieste di denaro. La pressione alla fine dava effetto ed il commerciante consegnava la somma di denaro richiesta.

Occorre distinguere le associazioni mafiose finalizzate alle estorsioni da quelle finalizzate al traffico e spaccio di sostanza stupefacente operante nel centro di Capo d’Orlando, capeggiato da  Gaetano Calogero Cambria Zurro, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, e composto da  Giuseppina Chiaia ,  Simone Ingrilli  e Giuseppe Raneri,  che si riforniva dal palermitano Vincenzo Corda, oggi con domicilio a Sant’agata diu Militelloo CORDA Vincenzo, palermitano dimorante a Sant’Agata di Militello. Il rifornimento messinese, invece, aveva come riferimento Giovanni Aspri. I magistrati presenti l’han buttata lì e fatto riferimento a qualcuno degli arrestati già coinvolto nell’operazione Scinardo e nel blitz ai danni dei latitanti Mignacca, ovvero i tortoriciani infiltrati tra catanese, siracusano e Iblei. Solo un caso, per il momento, che abbiano ammazzato a Vizzini il tortoriciano Cantali giorni fa. Servirà un’approfondita lettura della custodiali per leggere quel che non è stato detto in conferenza stampa. Dove c’era anche il dirigente del commissariato di Capo d’Orlando Bruno. (@Gianfranco Pensavalli)

 

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