La Costituzione è/e la Bellezza, con e senza accento. Un viaggio tra etica ed estetica (fotogallery)

Si alternano: l’esteta parla di norme e il costituzionalista di bellezza; questo il gioco di parti che si mixano in un unicum e a cui danno vita VittorioSgarbi e Michele Ainis. Due facce di un’Italia -uno ferrarese, l’altro di Messina- che è divisa a metà per definizione “da Roma in su c’è quella amministrabile“, commenta il critico d’arte. Due grandi nomi, tra i migliori retori del nostro tempo, di quelli che ad ascoltarli ti vien voglia di colmarti di sapere e, improvvisamente, tutto diventa interessante. Vicini e uniti per un progetto, un libro: “La Costituzione e la Bellezza”, laddove oltre alla C, anche la B ha meritato di essere scritta in maiuscolo sulla copertina. Un punto sul quale i due autori si sono trovati subito d’accordo quando hanno scelto di “imbastire un commento letterario alla nostra Costituzione”, spiega il giurista.

“L’Italia si distingue dagli altri Paesi per la sua bellezza prima di tutto; e questa è nella sua identità, nella sua costituzione”, spiega il professore ex sindaco di Salemi. E il background di amministratore siciliano trapela spesso dalle parole di Sgarbi, ancora troppo coinvolto e indignato per le brutture e le ingiustizie che attraversano la nostra terra. Dal fotovoltaico alle pale eoliche “hanno distrutto il territorio e vanno contro la legge. Chi deturpa così l’ambiente andrebbe impalato dall’Isis, tuona col suo ormai noto atteggiamento aggressivo ma piacevolmente incisivo. Un legge, quella violata, che è espressa nella Carta fondamentale che tutela l’ambiente, la bellezza, la cultura. Una Costituzione che non va cambiata ma fatta rispettare, cosa che ad oggi, non può dirsi appieno. Questo il messaggio che viene mandato ai tanti accorsi ma, si badi, non è uno spot in vista della prossima campagna referendaria.

Credere davvero c’entri poco questo tour con il dibattito acceso nel Paese è incredibile ma potrebbe anche trattarsi di una clamorosa quanto sconcertante coincidenza quella che vede la pubblicazione di un testo celebrativo della Carta proprio in piena stagione elettorale (perché ci siamo dentro già da qualche settimana). E se le norme non vengono fatte rispettare e il Paese non brilla di quella luce che gli sarebbe propria, la colpa però non è solo di chi ha in mano lo scettro del potere: “Noi abbiamo da un po’ di tempo coltivato il vizio di dare responsabilità ad una classe politica che, per carità, se lo merita. Ma non dobbiamo dimenticare che nessuno è innocente”, afferma Ainis il quale enuncia una tragica e sacrosanta verità. Abbiamo una scarsa confidenza con i nostri valori collettivi (non conosciamo la nostra Costituzione tanto per cominciare, non la facciamo studiare a scuola, non la insegniamo e così neanche la applichiamo alla fine. E così facendo disperdiamo quella cifra di bellezza che connota il nostro paesaggio”.

Il 23 giugno il libro, che da ieri è già al 4° posto nelle classifiche di vendita italiane, sarà presentato anche in Senato. Sono accorsi in tantissimi per ascoltare due delle più brillanti personalità del BelPaese, al gazebo di Piazza Cairoli per l’incontro ospitato dal Ritrovo Irrera: una calca di fan e curiosi è rimasta letteralmente schiacciata davanti la struttura con orecchie e occhi tesi. Ci hanno sottovalutati. Torniamo il prossimo mese quando avrete trovato un cinema che possa contenere tutta la gente. Così, nel disagio di chi ascolta, è difficile parlare”, esordisce ironico ma piccato Sgarbi, la cui esternazione viene accolta da un plauso del pubblico. Ma si trova nelle parole dell’organizzatrice dell’appuntamento, Daniela Bonanzinga, la ragione per la quale non si sia provveduto a spazi maggiori. Imprenditori messinesi che si spalleggiano tra loro sostenendosi come possono sembra essere l’unico modo per poter concludere qualcosa di interessante in città, e l’evento di ieri ne è la dimostrazione: il ritrovo Irrera ha dato ospitalità ad un incontro che, forse, avrebbe avrebbe avuto più senso realizzare al PalaCultura, per carità, ma vanno considerate le circostanze: “Faccio questo lavoro da 38 anni: per avere la sala del Pala Antonello ti chiedono 1.300 euro. Le istituzioni non ci sono, non danno sostegno, non promuovono certe iniziative”, urla spazientita la titolare della nota libreria del centro, a cui viene rivolto un ulteriore applauso dai presenti. (E chissà se ha sentito l’assessore DAniela Ursino che ha seguito dal sotto il gazebo la presentazione).

Ma torniamo al testo prodotto di quel duo che si definisce in piu occasioni una coppia di fatto: “Siamo come Vendola e il suo amico Ed: e questo è nostro figlio”, afferma uno Sgarbi che alterna sapientemente le esternazioni da sommo conoscitore dei temi che affronta a battute pop da tv generalista, tenendo così sempre altissima l’attenzione di chi ascolta grazie a ritmi mai calanti e sempre scanditi alla perfezione. Ma non è un one man show perché, in questo viaggio dialettico, sono entrambi gli autori a portare chi ascolta attraverso i diritti fondamentali, l’attacco ad un’ Europa che dimentica le sue radici cristiane, senza tralasciare un focus sul concetto di accoglienza che la nostra Costituzione enuncia senza se e senza ma -e senza distinguere tra profughi e clandestini-, la difesa delle libertà individuali, la tutela delle donne e degli omosessuali che, da troppe parti nel mondo, sono violati e discriminati in modi inammissibili, e l’immancabile bellezza del territorio.

Non si entra nel vivo del dibattito referendario, ci sono molte persone che attendono di vedere firmata la propria copia del libro acquistato e poi tutti via verso la Motonautica dove si terrà la cena privata, ma i richiami all’argomento sono ovvi e dovuti e giungono chiari dai relatori. L’ex parlamentare non manca di sottolineare che “Possono cambiare le leggi ma cambiare la Costituzione é molto pericoloso”, e si lancia in alcuni riferimenti in tal senso per argomentare quanto asserito. Deve intervenire la moderatrice dell’incontro, la giornalista Gisella Cicciò, a puntualizzare che gli articoli nel merito dei quali entra la riforma Boschi non sono oggetto di esegesi da parte dei due autori perché, di fatto, la difesa appare strenua e convinta, quasi fosse una campagna per il No.

Ed è il costituzionalista a spigare che ogni Costituzione nasce in un contesto e per delle ragioni ben precise, per l’esattezza da “grandi tragedie collettive”: dalla nostra all’indomani del Fascismo e della Seconda Guerra Mondiale a quella americana figlia di una sanguinosa lotta dei coloni contro la Madre Patria e, ancora, quella tedesca, francese e così via. “Non sto dicendo che oggi non ne saremmo in grado”, chiarisce Ainis ma la storia è chiara: Quella generazione uscita dalle bombe degli alleati e macerie morali post fascismo si era affratellata”.

C erano meno differenze tra i cattolici di De Gasperi e i comunisti di Togliatti in un ventaglio di valori e vissuto di quanto non ce ne sia oggi tra partiti in cui, facendo l’ esame del sangue, non si capisce bene dove sia la differenza”, gli fa eco il critico d’arte.

C è un merito storico della generazione costituente che gli ha dato il privilegio di scegliere per sè e i propri figli. A nessuno è dato di decidere dove o quando nascere. Le costituzioni hanno sguardo lungo. Non è che noi non lo abbiamo ma manca la coscienza collettiva su quel che è importante. E la bellezza dei nostri luoghi non é importante? Non è importante difenderla? Credo dobbiamo farlo di più capire quanto il nostro destino sia legato al nostro passato che ci ha resi ricchi di genialità arte e gusto per l‘estetica”, chiosa Ainis, dalle cui parole non si può che trarre un insegnamento profondo, civico, culturale, morale. Laddove proprio di morale e di politica, di etica ed estetica hanno parlato queste due eccellenti menti italiane, piacere per le orecchie e stimolo straordinario per chiunque abbia il privilegio e la voglia di ascoltarli.

@EleonoraUrzìMondo

foto di @FrancescoAlgeri

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