Ping pong senza fine sul Prg. Croce a De Cola: “Va assoggettato al Vas”

L’assessore regionale al territorio e all’ambiente, Maurizio Croce, dopo aver valutato bene le carte, ha stabilito che la “Variante parziale di tutela ambientale per il Piano regolatore generale dovrà essere assoggettata a Vas, cioè alla Valutazione ambientale strategica”.

Una risposta che non soddisfa affatto le aspettative dell’assessore Sergio De Cola, il quale passa al contrattacco affermando che si sarebbe aspettato, da Palermo altro genere di risposta.

La vicenda delle modifiche al PRG risale allo scorso anno quando a fornire parere negativo al documento fu Genio Civile (all’art. 13 L. 64/74 parere idrogeologico). L’ingegnere capo Leonardo Santoro aveva accusato Palazzo Zanca di non aver rispettato le promesse fatte in campagna elettorale, abusando delle aree vulnerabili sottoponendole a cementificazione.

Le richieste di revisione e integrazione avanzate da Santoro partivano dalla messa in discussione, tra l’altro, “dell’analisi della pericolosità geomorfologia e idraulica del territorio fatta attraverso gli studi del Pai e dell’Enea che possono costituire un utile supporto ma non sostituirsi agli strumenti normativamente individuati allo scopo e a cui fare esclusivo riferimento”.

L’assessore regionale Croce, pur sottolineando le criticità del progetto, tende a precisare che non solo non vi sia mai stata una contrapposizione con Palazzo Zanca ma rimarca invece la continua interlocuzione per affrontare tali problematiche.

Corre però l’obbligo di fare delle precisazioni a riguardo perché se le norme esistono non si può ignorarle. Ed esistono, per l’appunto. Una pianificazione che sia degna di questo nome non può tralasciare di osservare le disposizioni regionali in materia di riordino urbanistico e ambientale nonché seguire in maniera puntuale le procedure tecniche previste dalla legge. Fatto sta che tra un passaggio di palla e un altro il rischio è che si lascino sfuggire sempre più opportunità. E allora la procedura VAS doveva essere propedeutica a tutto il resto; la variante andava modificata tenendo conto di altri elementi; l’iter avrebbe dovuto essere differente…insomma , quel che resta a Messina è che tra burocrazia, carte e risposte spesso enunciate a suon di comunicati, rischia di perdere un’ ulteriore possibilità di rilancio per il suo territorio.

@PiGi @ElUeMme

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