Per arrivare al di là dello Stretto devi scendere dal treno. Storie dal 3° mondo

Mentre sul web impazzano le notizie dei treni olandesi che aprono vecchi vagoni alla cultura realizzando librerie mobili, in tv un ometto sorridente ci racconta quanto sia bello, comodo e rilassante viaggiare con Trenitalia, seduti su poltrone avvolgenti, coccolati da stuart e hostess che sembrano usciti da Vogue mentre sulle rotoie slitta veloce una locomotiva che in un’ora ti porta da un capo all’altro del mondo, qui che di mondo conosciamo solo il nostro, ossia il terzo, la novità è che i passeggeri devono scendere dai treni durante il traghettamento. Il diktat arriva dalla capitaneria di Porto che stabilisce che “il Comando di Bordo delle Unità Navali di Rfi dovrà accertarsi che, prima dell’inizio della traghettata, tutte le vetture ferroviarie siano vuote e che i passeggeri, ogni eccezione rimossa, si trovino presso il ponte salone passeggeri per rotta la durata della traversata”. Il tutto viene stabilito a margine di una due giorni di incontri della Commissione Compartimentale di Sicurezza, tenutasi il 29 e il 30 giugno.

La Capitaneria fa sapere che il brainstorming non è andato proprio bene giacché sono emerse “gravi non conformità inerenti la sicurezza della navigazione e le misure volte alla tutela dell’unità in caso di incendio.” Insomma per evitare incendi a bordo e coinvolgimento dei passeggeri semplicemente giù dai treni. Circostanza che oltre ad essere grottesca è assurda. Balzano sull’attenti i sindacati che chiamano in causa il Prefetto e annunciano reazioni contro questa decisione.

“L’attacco al servizio ferroviario a lunga percorrenza non conosce pause, si tenta di smantellare il diritto alla continuità territoriale con ogni sistema”, così in una nota congiunta Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Orsa Ferrovie, Ugl Trasporti, Fast e Rsu 18 . Che la continuità territoriale non fosse diritto da garantire anche in Sicilia è cosa nota ormai da tempo e questi colpetti alla dignità dell’intera Regione e i suoi cittadini non stupisce granchè, neppure mentre in tv va la pubblicità di questi missili puliti e accoglienti come delle Spa mentre qui si viaggia su intercity degli anni 70 sozzi e con gli aeratori guasti, rimanendo incollati sui sedili per intere giornate solo per andare da un posto all’altro dell’Isola. Si dice preoccupato Francesco D’Uva; l’onorevole pentastellato afferma: “Temiamo che la sicurezza dei passeggeri venga utilizzata come scusa per limitare ancor più la continuità territoriale tra la Sicilia e il resto d’Italia.

E’ come se l’intenzione ultima fosse, ancora una volta, quella di isolare la Sicilia. Vorremmo che il Governo dica che non è così, che questo non è un modo per abbandonare la nostra isola. E vorremmo che lo facesse con dimostrazioni concrete, ad esempio aumentare il numero delle corse dei treni”.

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